G.B. ha scritto: gio, 01 dic 2022 18:32[T]entativi di tradurre vi furono:
palleggio, scarto, scavalco, calceggio, serpentina, scambietto, destreggio, schivata, finta.
Alcuni dei traducenti proposti, però, non sono del tutto adeguati, limitatamente all’àmbito calcistico. Per esempio, il palleggio si riferisce o all’«azione del giocatore che, in genere a scopo di allenamento, colpisce ripetutamente il pallone (con la testa, il ginocchio o i piedi) lanciandolo verso l’alto senza farlo ricadere a terra» (
Treccani, s.v. «
Palleggio») oppure, nella strategia di gioco, allo scambio della palla tra i giocatori:
- Intorno al settantesimo gli olè dei tifosi argentini certificano che siamo ospiti della festa di qualcun altro, più tori che toreri. L’Argentina, in vantaggio 2-0, sta dominando come raramente si vede nelle partite tra Nazionali e si permette una lunga fase di palleggio chiusa da un fallo di frustrazione di Di Lorenzo su Messi. (Ultimouomo.com, 2 giugno 2022; si veda anche l’immagine animata, che spiega meglio delle parole).
Anche la finta non è una componente indispensabile dell’azione di cui discutiamo, sebbene sia molto spesso presente. Ad esempio, la cosiddetta
croqueta consiste semplicemente nello spostamento del pallone da un piede all’altro il piú velocemente possibile, per superare l’avversario. Inoltre, un giocatore atleticamente dotato può schivare l’avversario sovrastandolo nell’allungo, in velocità, senza giochetti o cambi di direzione improvvisi. Eppoi si può pure fare una finta senza riuscire a scartare il giocatore dell’altra squadra.
E la serpentina è piuttosto il modo di descrivere l’azione di un calciatore talentoso capace di dribblare non uno ma molti avversari in successione (è ad esempio ciò che fece
Maradona ai quarti di finale del mondiale contro l’Inghilterra nel 1986).
Il solo termine di quella lista che io abbia sentito, e adoperato, nella lingua comune e colloquiale per
dribbling è
scarto; o per meglio dire, il verbo
scartare: se voglio dire «È bravo nel
dribbling», riformulo in «È bravo a scartare». E quando ci si trovava al campetto in due, si giocava «a scartarsi»: in questo caso «dribblarsi» ci sarebbe sonato un po’ pretenzioso, come se appartenesse a un registro (lievemente) superiore. (In quanto al sostantivo, è ovvio, comunque, che la creazione del derivato
scarto è facile, spontanea e immediata).
Tornando a
dribblaggio (a cui, ribadisco, va la mia preferenza per i motivi suddetti), nell’archivio della
Repubblica se ne trovano cinque esempi, tutti figurati, in quello del
Corriere quarantasette (da quanto riesco a intuire —l’accesso è a pagamento— anche in questo caso tutti figurati), in quello della
Stampa zero. Zero anche nei tre principali quotidiani sportivi, la
Gazzetta dello Sport, il
Corriere dello Sport e
Tuttosport. Quest’insuccesso non ci sorprende, ovviamente. Qualche risultato, anche recente, si trova invece in
Google Libri (non prendendo in considerazione le occorrenze in opere metalinguistiche).