D'altra parte non sarebbe il primo caso di nome commerciale che nel tempo è divenuto nome comune di tutta la categoria di oggetti, anche di altri marchi, dalla moka* alle sottilette, alla brugola sino al nastro adesivo trasparente che spesso è denominato con il marchio dell'originale prodotto da 3M.
In molti casi ci sono state anche cause intentate dalle ditte, per la tutela del prorpio marchio, e non sempre si sono concluse a loro favore.
Secondo me, il discorso dei diritti sul marchio può avere senso per i marchi ancora in uso, perché si va a ledere gli interessi dell'azienda produttrice, mentre per oggetti ormai fuori mercato il fatto che il marchio diventi un nome comune dovrebbe essere addirittura motivo di orgoglio, quale riconoscimento del loro primato originario.
Se poi una ditta in origine si è impadronita di un termine comune, già esistente nel dizionario, per farne un marchio, secondo me non ha più diritto di parola, si tratta di restituire all'uso comune un termine che già lo era, eventualmente risemantizzandolo.
Il rampichino è un uccello che si "arrampica" sugli alberi, quindi...
* so che la "k" va sostituita, ma in questo caso la lascio per evidenziare che il nome corrente spesso usato nelle nostre case si riferisce proprio all'originario modello Moka di Bialetti.