«Proteina»

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Lorenzo Federici
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«Proteina»

Intervento di Lorenzo Federici »

Mi chiedo se proteina sia una parola ben formata. Viene dal greco πρωτεῖος (prōteîos) col suffisso latino -īna. Una forma più corretta non sarebbe stata prōtīīna in latino e dunque protiina /protii̍na/ (o forse proziina?) in italiano? O, altrimenti, soltanto protina...
Ultima modifica di Lorenzo Federici in data ven, 10 feb 2023 21:13, modificato 1 volta in totale.
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Re: «Proteina»

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La traslitterazione è corretta ma la parole greca è πρωτεῖος.
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Re: «Proteina»

Intervento di Infarinato »

Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 16:41 Mi chiedo se proteina sia una parola ben formata. Viene dal greco πρώτειος (prōteîos) col suffisso latino -īna.
In realtà, viene dal francese protéine, a sua volta dal greco bizantino πρωτεῖος + il suffisso francese -ine, quindi, come francesismo, la parola italiana proteina è ben formata. ;)
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Re: «Proteina»

Intervento di Carnby »

Infarinato ha scritto: ven, 10 feb 2023 17:25 In realtà, viene dal francese protéine
Il DEI dice che viene dal tedesco Proteïne e da questo deriva il francese protéine e quindi l’italiano proteina.
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Re: «Proteina»

Intervento di Infarinato »

Io mi fido piú dell’OED… ;) In ogni caso, l’antecedente diretto dell’italiano proteina è il francese protéine (e nulla cambierebbe se fosse il tedesco Proteïne).
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Lorenzo Federici
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Re: «Proteina»

Intervento di Lorenzo Federici »

Fuori tema
Carnby ha scritto: ven, 10 feb 2023 17:21 La traslitterazione è corretta ma la parole greca è πρωτεῖος.
Avrò copiato fischio per fiasco. Corretto, grazie. :wink:
Non metto in dubbio che proteina sia un adattamento ben riuscito, indubbiamente che venga dal francese, dal tedesco o da altre lingue europee.

La mia domanda, piuttosto, è se, secondo le regole delle formazioni neoclassiche, il termine proteina sia corretto o meno.

Non ne so abbastanza di greco, ma la radice di questa parola sarebbe stata trascritta prōtīos o, al massimo, anche prōtīus in latino. A partire dalla radice prōtī- e aggiungendo -īna, mi viene naturale avere prōtīīna o, per assimilazione, prōtiīna o direttamente prōtīna. Quest'ultimo risulta forse più corretto se si parte da πρῶτος (prôtos, «primo») e non da πρωτεῖος (prōteîos, «primario»)

È chiaro che sia un termine nato dopo l'epoca della letteratura scientifica in latino. Se così non fosse stato, l'alternativa più corretta quale sarebbe?
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Re: «Proteina»

Intervento di G. M. »

Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 16:41 (o forse proziina?)
Questo avrei detto di escluderlo sùbito, perché «la trasformazione di t in z si ha solo dove abbiamo un ti che può diventare zi /(ʦ)ʦj/», e da tii in italiano non possiamo avere */(ʦ)ʦji/, essendo /ji/ una sequenza impossibile per la nostra fonotassi; però poi mi sono ricordato di Milzìade con /ʦi/, che in latino è Miltiades... 🤔 e con /(ʦ)ʦi/ c'è anche zìo, da thius.
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Re: «Proteina»

Intervento di Infarinato »

Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 22:22 Non metto in dubbio che proteina sia un adattamento ben riuscito, indubbiamente che venga dal francese, dal tedesco o da altre lingue europee.
Ecco, ma allora il quesito non ha che vedere con la lingua italiana, ergo siamo fuori fòro.
Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 22:22 La mia domanda, piuttosto, è se, secondo le regole delle formazioni neoclassiche, il termine proteina sia corretto o meno.
(Meglio o no;)) La domanda non ha senso, perché un composto di tal fatta non è un «composto [pienamente] neoclassico» (v. infra).
Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 22:22 Non ne so abbastanza di greco, ma…
Ecco, allora magari asteniamoci. ;)
Lorenzo Federici ha scritto: ven, 10 feb 2023 22:22 …la radice di questa parola sarebbe stata trascritta prōtīos o, al massimo, anche prōtīus in latino.
Codesta è fantalinguistica.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza (anche se siamo ampiamente fuori fòro :?)…
  1. Il greco aveva un suffisso -ῐνος etimologicamente imparentato col latino -īnus, ma molto probabilmente non sarebbe mai stato usato con una base come πρῶτος/πρωτεῖος (né l’equivalente latino con primus);
  2. Come appena detto, il suffisso latino aveva la lunga, ma nei prestiti dal greco mantiene —assai artificialmente— la breve del greco: e.g., ἀδαμάντῐνος > adamantĭnus, κρυστάλλῐνος > crystallĭnus;
  3. Il significato di «primario, principale» era già espresso in greco dal semplice πρῶτος (e in latino da primus): in particolare, «sostanza primaria» in greco si diceva πρώτη οὐσία (non lo dico io, lo dice Aristotele nelle sue Categorie —è proprio il caso di dire ipse dixit ;)), che in latino si sarebbe tradotta con essentia prima (essentia in latino viene praticamente usata solo nei calchi dal greco, e d’altra parte tali sono molte delle parole astratte latine [i Romani erano gente pratica]; in latino le «sostanze elementari» erano i corpora prima, e in epoca moderna si ricorrerà poi a substantia), ma chiaramente il povero Mulder non poteva certo chiamare la sostanza organica in questione genericamente sostanza primaria;
  4. Il Mulder aveva la necessità di formare un vocabolo nuovo con l’equivalente francese o tedesco del caratteristico suffisso -ina delle sostanze chimiche;
  5. Mi piace pensare che, quando è ricorso all’inusuale πρωτεῖος («di prim’ordine, di prima qualità»), il Mulder avesse in mente gli scritti dei medici antichi Aezio e Oribasio, in cui compare tale termine;
  6. Come già detto, la formazione interna al francese o al tedesco (e di qui poi l’adattamento italiano) è perfettamente regolare;
  7. Volendo fare un po’ di fantalinguistica e contravvenendo al punto 1, potremmo creare gl’inesistenti (e probabilmente irrealistici) *πρώτῐνος (< πρῶτος) e *πρωτεῖνος (< πρωτεῖος), da cui i calchi latini *protĭnus e *protīnus, rispettivamente (da cui i teorici *pròtina e *protína).
Fuori tema
P.S. Nota tipografica: citazioni in lingue che non usano l’alfabeto latino (come il greco o il cirillico) non vanno in corsivo (incidentalmente, un vero e proprio corsivo nemmeno esiste per il greco [antico]). ;)
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