Valalli ha scritto: ↑lun, 13 mar 2023 23:31
Infarinato ha scritto: ↑sab, 11 mar 2023 17:15[...]
sibling, che indica chi ha «almeno un genitore in comune» [...]
Lei è sicuro che abbia quel significato?
Vuole scherzare, spero? E mi cita anche i dizionarietti
ad usum Delphini?
L’OED Third Edition, March 2022 (most recently modified version published online March 2023), s.v. «sibling, n.» (sott. mia), ha scritto:
2.a. Originally Genetics. Each of two or more children or individuals having at least one parent in common; a brother or sister.
Cioè, «a brother or sister»
in senso lato.
Valalli ha scritto: ↑lun, 13 mar 2023 23:31Infarinato ha scritto: ↑sab, 11 mar 2023 17:15
- Ha già un significato specifico nell’àmbito che c’interessa, di «nato dagli stessi genitori», e quindi non è propriamente sibling, che indica chi ha «almeno un genitore in comune»;
- È totalmente innecessario al plurale, visto che abbiamo già fratelli;
- Non è sufficientemente univoco/neutro al singolare, ché contiene la marca -o del genere maschile (non si tratta, per intenderci, di un sostantivo del tipo [il/la] parente).
Pertanto
germano risolve il 3 e 4 punto perché è equivalente a
sibling come significato e al plurale copre una situazione che
fratelli invece ignora.
No,
v. supra.
Valalli ha scritto: ↑lun, 13 mar 2023 23:31
Invece per il punto 5 propongo di prendere come riferimento il modello da lei proposto di [
il/la]
parente modificando
germano in [
il/la]
germane da cui il plurale [
i/le]
germani…
Certo, perché Lei è il Sommo Onomaturgo che, in ispregio delle regole che governano il cambiamento linguistico in una lingua storico-naturale, benignamente ci omaggia di un allotropo, che fra l’altro non risolve il problema. E non lo risolve perché anche parole come
presidente,
parente etc., benché di per sé ambigeneri, quando si accompagnano a un articolo o a un aggettivo della prima classe,
obbligano una lingua come l’italiano (dotata, cioè, di due generi grammaticali) a operare una
scelta binaria.
L’unica «soluzione» sarebbe quella d’introdurre, come vorrebbero alcuni, due nuovi fonemi (e corrispondenti grafemi) per indicare un terzo genere «neutro» (al singolare e al plurale, rispettivamente), quindi *
lə fratellə (sing.) e *
lɜ fratellɜ (pl.), ma qui siamo ben oltre la violazione delle regole di cui sopra: siamo alla fantalinguistica piú sfrenata e al puro vaneggiamento.