Sí, le forme verbali mi sono chiare (qui in provincia di Cosenza la struttura dei verbi è analoga, con gl'infiniti apocopati). Devo dire però che l'ipotesi "verbale" non mi convince tantissimo: una costruzione come «stiamo [ancora] a *mèndere/*ammèndo» è troppo "italiana", secondo me.
La sua zona, come facevo notare sopra, è tra quelle in cui si usa largamente
stare al posto di
essere; trovo perciò plausibile che il modo di dire locale corrisponda a una costruzione del tipo «siamo [ancora] a ‹nome›» in italiano. Un po' come il mio «siamo ancora ai piedi del pero» (da cui, forse, sono influenzato un tantino).
Questo
Mèn(ne) non potrebbe essere un nome geografico, un posto dove «siamo ancora», nel senso che non abbiamo progredito?
Altra idea: lei dice che
ammènne, come ipotetico gerundio, in italiano corrisponderebbe a *
ammèndo; siamo sicuri che non potrebbe essere, invece,
ambendo (quindi non da *
àmme bensí da *
ammí)? Le assimilazioni progressive
mb>mm e
nd>nn di solito vanno di pari passo. Ora,
ambire viene da
«amb- ire», cioè «andare intorno». Allora, chissà, potrebbe essere «stiamo ancora girando intorno», non abbiamo neppure incominciato.
Ho troppa fantasia, vero?
