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Uso delle virgolette nel discorso diretto

Inviato: lun, 11 giu 2007 22:24
di pocoyo
«Le affinità elettive» non è il primo libro in cui mi capita di veder usate le virgolette del discorso diretto in un modo che mi pare un poco strano. Nella traduzione di Ada Vigliani, una volta introdotto il discorso diretto attraverso le virgolette aperte, se si passa ad un nuovo capoverso le medesime virgolette vengono ripetute.

Questo uno dei tanti esempi presenti nel testo:

«Mia diletta, mentre tu leggi questa lettera, io sono qui vicino. Non allarmarti, non spaventarti; da me non hai nulla da temere. Non t'imporrò la mia presenza, non mi vedrai, a meno che tu non lo permetta.
«Rifletti prima di tutto [...]

Si sappia che il luogo riporta le righe di una lettera, in cui quindi colui che scrive è sempre lo stesso.

Grazie a chi voglia rispondere. :)

Inviato: mar, 12 giu 2007 0:39
di methao_donor
Non so darle delucidazioni in merito, purtroppo.
Posso però dirle che mi sono imbattuto più volte in tale uso, sicché di certo non è poi tanto inconsueto.
In "Le affinità elettive" stesse, nonché ne "I dolori del giovane Werther" (che ho della stessa casa editrice).
E ancora ho trovato la stessa cosa nella mia edizione de "Il signore degli anelli".
Sicuramente l'avrò incontrato pure in altri casi, che ora non rammento.

VIRGOLETTE

Inviato: mar, 12 giu 2007 6:52
di Uri Burton
È l’uso di tutta la letteratura pubblicata nei Paesi di lingua inglese e nel Commonwealth, abbastanza frequente anche nel Continente europeo e dunque in Italia. Quando la citazione d’un discorso diretto si compone di diversi capoversi, le virgolette di chiusura si mettono solo alla fine del blocco e si ripetono invece quelle d'apertura all’inizio d’ogni capoverso. Cosí:

Dice Pasquale: “Perché non sei piú venuto ieri?
“A proposito, quando mi restituisci il libro?
“Ma parliamo del seminario. Cosa ne pensi dell’intervento di Letizia?”

Cordialmente,

Inviato: mar, 12 giu 2007 12:07
di pocoyo
Può ben darsi che io abbia trovato lo stesso uso proprio nei libri che cita lei, methao_donor, anche se il mio Werther lo comprò mio padre al nostalgico prezzo di 5000 lire. È proprio per questa ricorrenza che nollo reputo dissueto; il mio era un puro disagio estetico.

Grazie per le informazioni, Uri Burton. Speravo ci fossero ragioni di stile sotto quest'uso; che so, come per la possibilità della lettera minuscola dopo un punto esclamativo et c...

D'ora in poi presterò piú attenzione nelle mie letture inglesi. È sicuro però che quest'abitudine sia adottata proprio da tutte le pubblicazioni inglesi e nel Commonwealth? Vorrebbe dire che non me ne sarei mai accorto sin ora! povero me. :roll:

Re: VIRGOLETTE

Inviato: mar, 12 giu 2007 23:30
di Federico
Uri Burton ha scritto:È l’uso di tutta la letteratura pubblicata nei Paesi di lingua inglese e nel Commonwealth, abbastanza frequente anche nel Continente europeo e dunque in Italia.
Io ero convinto da anni che fosse l'uso normale, tanto da non farci piú caso (del resto discorsi come questi sono una minuscola minoranza): dovrò stare piú attento anch'io.

Quali sono gli argomenti a favore dell'uno o dell'altro uso?
E come fa chi introduce il discorso diretto colla lineetta, se non mette quella di chiusura (come normale)?

Inviato: ven, 15 giu 2007 9:04
di pocoyo
A me pare -ma son solo supposizioni- che dalla sequenza:

Disse: «Sono stato io. Non è mai facile ammettere».

Sia piú facile e immediato passare a:

Disse: «Sono stato io.
Non è mai facile ammettere, ...»


Che a:

Disse: «Sono stato io.
«Non è mai facile ammettere, ...»


in cui quelle seconde virgolette non si capisce bene da dove siano spuntate.

È per leggibilità e compatezza che preferisco il primo uso. La convenzione del Commonwealth vuole forse guidare il lettore? ricordargli che il discorso diretto continua, come fosse che il nuovo capoverso disorienti?

mumble :roll:

Inviato: sab, 16 giu 2007 21:21
di Federico
pocoyo ha scritto:La convenzione del Commonwealth vuole forse guidare il lettore? ricordargli che il discorso diretto continua, come fosse che il nuovo capoverso disorienti?
È difficile che una battuta sia tanto lunga da contemplare due argomenti abbastanza distanti da richiedere l'a capo, che ad esempio in quel caso non mi sembra molto opportuno.

Ma vedo ad esempio che nel Satiricon edizione Zanichelli non si è ritenuto di ribadire le virgolette nemmeno all'inizio dei nuovi capitoli, figurarsi.
L'importante è che si capisca, del resto.

Inviato: sab, 16 giu 2007 21:45
di pocoyo
Federico ha scritto:che ad esempio in quel caso non mi sembra molto opportuno.
Sollo, ma non avevo il buzzo per trovar esempi piú calzanti. :wink:

Inviato: dom, 17 giu 2007 4:06
di methao_donor
La convenzione del Commonwealth vuole forse guidare il lettore? ricordargli che il discorso diretto continua, come fosse che il nuovo capoverso disorienti?
E' l'impressione che ho avuto anch'io.
È difficile che una battuta sia tanto lunga da contemplare due argomenti abbastanza distanti da richiedere l'a capo, che ad esempio in quel caso non mi sembra molto opportuno.
Dipende dal testo. Ma non è una cosa tanto improbabile, a mio avviso.