«Editto di Saint Cloud» e località omonima

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«Editto di Saint Cloud» e località omonima

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La cosiddetta Legge di Saint Cloud (in francese: Décret Impérial sur les Sépultures), emanato da Napoleone a Saint-Cloud il 12 giugno 1804, raccolse organicamente in due corpi legislativi tutte le precedenti e frammentarie norme sui cimiteri in Francia e nei paesi dell'orbita napoleonica, tra cui l'Italia.

La legge stabilì che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e che fossero tutte uguali. Si volevano così evitare discriminazioni tra i morti. Per i defunti illustri, invece, c'era una commissione di magistrati a decidere se far scolpire sulla tomba un epitaffio. Questo editto aveva quindi due motivazioni alla base: una igienico-sanitaria e l'altra ideologico-politica. La gestione dei cimiteri esistenti veniva ovunque definitivamente assegnata alla pubblica amministrazione in tutti i luoghi dove fu esteso, e non più alla Chiesa. Fu inoltre vietata, salvo eccezioni, la sepoltura in luoghi cittadini e all'interno delle chiese.
Il nome col quale ricordiamo l'editto prende il nome da San Clodoaldo, principe franco della dinastia dei Merovingi. Tale nome è quindi la traduzione della località (senza fonte), del castello ivi situato (fonte) e dell'editto (senza fonte).

Su quest'ultimo punto è necessario discutere ulteriormente. Sebbene "Editto di San Clodoaldo" sia il giusto traducente letterale, non mi pare che abbia grandi attestazioni. Per maggiore correttezza è quindi preferibile ricorrere al traducente del nome ufficiale del Decreto, ovvero Decreto imperiale sulle sepolture (questo con alcune attestazioni).
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