Secondo me, caro Lorenzos, siamo entro i margini: si tratta semplicemente di una forma colloquiale/popolare, ma non direi agrammaticale né [smaccatamente] regionale.
Vedo che si era parlato di un argomento simile anche in un
altro filone, in cui alcuni avevano espresso delle perplessità riguardo alla comprensibilità della frase proposta.
Tenga presente che, come dicevo prima, la mia percezione è condizionata dal fatto che questa è un'espressione tipica del mio dialetto, e perciò: (1) la comprendo senza problemi e (2) non mi suona italiana ma dialettale, e quindi non la userei se non in uno scambio colloquiale con un mio corregionale.
Distinguerei sempre, però, tra i diversi livelli dell'uso di
volere seguito dal participio passato:
1) Riferito al soggetto, che subisce l'azione, con senso di richiesta o desiderio:
*Pippo vuole portato al mare
Italiano normale:
Pippo vuol essere portato al mare
[Altri esempi:
Pippo vuole (essere) aiutato, non vuole (essere) sgridato, ecc.]
2) Riferito al soggetto, con senso di dovere:
*La camicia di Pippo vuole stirata.
Italiano normale:
La camicia di Pippo va/dev'essere stirata.
Anche con soggetto animato, se il contesto lo suggerisce:
I bravi studenti vogliono (=vanno) premiati.
Queste prime due, come dicevo prima, sono per me costruzioni dialettali, quindi agrammaticali in italiano.
3) Riferito all'oggetto espresso.
?Pippo vuole stirata la camicia
Italiano normale:
Pippo vuole che gli sia stirata la camicia (anche:
vuole avere stirata...)
Questa, invece, mi suona colloquiale ma non agrammaticale, perché risponde alla domanda:
Pippo come vuole la camicia? Stirata!
Mi sembra anche l'unica scelta possibile nel parlato informale, in cui non trovo proponibile la costruzione esplicita, di registro troppo elevato.
