A giro

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

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CarloB
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A giro

Intervento di CarloB »

In un editoriale di Giovanni Sartori sul "Corriere della Sera" ho trovato: "[Prodi o altri] manda a giro un progetto di riforma elettorale ecc." Cito a memoria e mi scuso sin d'ora per eventuali imprecisioni: ma l'essenziale (manda a giro) lo ricordo bene.
Manda a giro mi sembra un toscanismo o fiorentinismo: non saprei precisare. Non mi dispiace (ci mancherebbe!); ma mi è suonato un po' strano in quel contesto. Sul Corrierone mi sarei aspettato di leggere fa circolare, diffonde o simili.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non so quale fosse l’intenzione (se c’era), ma è proprio questo che io auspicherei: che chi scrive nei giornali sia piú originale e magari mandi a giro qualche neoformazione... :)

In questo caso la locuzione è attestata. Certo, «a giro» è toscano, ma fa parte della tradizione letteraria. Magari ne avvenissero di piú, di questi strappi a una norma sempre piú edificata a opera di chi non sa, e consapevolmente impiegati cambiassero a poco a poco il gusto (se di gusto si può parlare) che oggi prevale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Sì, l'espressione è oggi regionale.
Conoscendo Sartori possiamo affermare che è sicuramente voluta per dare una particolare impronta stilistica al brano.
Un uso moderato e consapevole di regionalismi (di qualsiasi regione, eh!), in determinati registri e per particolari fini espressivi, non può che essere accolto positivamente.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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