Pagina 1 di 1

Altre perle dell’IA

Inviato: mar, 07 nov 2023 11:58
di Raso (Fausto Raso)
Ancora sull'intelligenza artificiale
Fare l'analisi logica della frase "Quel film di Giorgio Giorgione è stato applaudito dai presenti".
Ciao! Ecco l’analisi logica della frase che hai proposto:
Elemento Funzione Domanda
Quel film di Giorgio Giorgione Soggetto Chi è stato applaudito?
è stato applaudito Predicato verbale Cosa è successo al soggetto?
dai presenti Complemento di termine Da chi è stato applaudito il soggetto?

La frase è composta da un soggetto, un predicato verbale e un complemento di termine. Il soggetto è “Quel film di Giorgio Giorgione”, il predicato verbale è “è stato applaudito” e il complemento di termine è “dai presenti”. Spero che questo ti sia stato utile!

Utilissimo come i cavoli a merenda.

Re: Altre perle dell’IA

Inviato: mar, 07 nov 2023 12:52
di Ferdinand Bardamu
Tenga presente che la stessa ChatGPT avverte che l’IA può commettere errori.

Re: Altre perle dell’IA

Inviato: lun, 20 nov 2023 10:19
di domna charola
Il problema non è l'IA, ma l'intelligenza di chi pensa che qualcosa possa pensare per noi.
Se l'IA viene istruita, e si autoistruisce vagliando tutte le informazioni che trova nella rete, ne consegue che le sue risposte siano un concentrato dell'opinione più diffusa. E dato che competenze/specializzazioni sono distribuite a piramide, ne consegue che quello che è più diffuso in rete rappresenta la disinformazione corrente, mentre le risposte veramente tecniche sono mosche bianche, ovvero anomalie da scartare per un'IA…
Insomma, se frullo rape, ottengo vellutata di rapa, non ci si scappa.

Il punto è che viene fatto credere agli utenti l'esatto contrario: l'IA come ente salvifico che fa piovere dall'alto la sua onniscienza.

Re: Altre perle dell’IA

Inviato: gio, 23 nov 2023 20:03
di brg
La cosiddetta "intelligenza artificiale" in un certo senso si può anche definire "intelligente", nel senso che la sua attività e scopo è connettere tra loro dati, non informazioni, diversi. Di sicuro non è e non può essere raziocinante, cioè non ha capacità di riflettere e ragionare sui dati, né sulle connessioni che definisce. In pratica si tratta di metodi statistici glorificati dalla pubblicistica e fraintesi dal giornalismo.