«Alluvione» e simili

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Carnby
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«Alluvione» e simili

Intervento di Carnby »

Di recente, mi sono imbattuto in un significato di alluvione che non conoscevo, non essendo geologo. Non solo: ho scoperto che esiste tutta una serie di termini correlati che hanno a che fare con depositi fluviali o simili:
  • alluvium;
  • colluvium;
  • deluvium;
  • diluvium;
  • eluvium;
  • illuvium.
In casi come questi mi verrebbe da usare una normale terminazione in -o (come alluvio). Noto invece che non esiste una regola: alluvium è spesso reso con deposito alluvionale, illuvium con illuviazione ecc. Il problema semmai si pone con diluvium, per il quale diluvio ha un significato differente in italiano.
domna charola
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Re: «Alluvione» e simili

Intervento di domna charola »

Carnby ha scritto: mer, 15 nov 2023 18:39 Noto invece che non esiste una regola: alluvium è spesso reso con deposito alluvionale, illuvium con illuviazione ecc. Il problema semmai si pone con diluvium, per il quale diluvio ha un significato differente in italiano.
Il fatto è che in generale si tratta di termini obsoleti, che si trovano nelle carte geologiche "vecchie". Sono termini legati ai depositi continentali di età quaternaria, che sino a una quarantina di anni fa erano guardati solo in termini morfologici o quasi, mentre oggi li consideriamo dei depositi come tutti gli altri, e li descriviamo secondo il normale lessico sedimentologico e stratigrafico.
Quindi la terminologia che è stata scelta per ciascuno riflette la sua effettiva natura, detta in geologichese standard, indipendentemente dal temine antico.
Poi, ci sono autori che occupandosi del substrato prequaternario, continuano a usare questi termini solo per comodità, nel momento in cui non hanno dedicato a questi depositi una particolare analisi - ma allora farebbero meglio a chiamarli "coperture quaternarie" o cose del genere - e ci sono i geologi professionisti che scrivono relazioni tecniche, che tendono ad aggiornarsi solo nel campo applicativo, ma molto spesso per quanto riguarda i deposti quaternari sono rimasti ai modelli antichi; anche in questo caso, si trovano spesso questi termini, ormai superati.

Il "diluvium" ad esempio indicava i depositi alluvionali di grandi fiumi, e veniva spesso suddiviso in antico, medio, recente e cose del genere, sulla base delle forme. Ma si trattava di una divisione che aveva significato cronologico, era un "tempo" rappresentato da dei sedimenti. Oggi invece distinguiamo corpi sedimentari di età diversa, messi in posto da un fiume e costituiti da depositi alluvionali; ciascun corpo costituisce nella cartografia attuale un'unità a sé stante, che prende il nome dalla località dove appare al suo meglio. Quindi avremo "unità di Sanpincopallino al Lambro: depositi alluvionali, con ghiaie etc. etc.", ovvero un corpo litologico concreto, mentre per l'età ci si rifà alla scala cronostratigrafica ufficiale.
Il colluvium lo usiamo ancora, ma è semplicemente colluvio e depositi colluviali, con riferimento a tutto quel terriccio su di un pendio che piano piano si muove, ma non a sufficienza da permetterci di distinguere un nuovo deposito; diciamo che è la palta rimaneggiata lungo versante. Il termine in -um non lo si usa più, proprio perché rimanda a modelli superati.

Al massimo si usa citando altri autori passati, ma allora va tenuto così com'è, perché ha senso solo in quella forma legata a quell'epoca di pubblicazione.
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