La ringrazio, Infarinato: la sua risposta mi rassicura, perché se non ho frainteso le sue indicazioni, si è passati dal considerare «marginale» la costruzione della frase al trovare che essa «stoni [assai marginalmente]», e c'è ovviamente una certa differenza.
Ma vorrei, se possibile, esplicitare le mie residue perplessità, e ciò che ne ho dedotto.
Infarinato ha scritto: dom, 24 dic 2023 21:00
[C]iò che [
assai marginalmente] stona nella frase originaria (che qui semplifico in «fu venduta per 150
euro: ne valeva 4
milioni») è la differenza di ordine di grandezza segnalata (
lege:
quando segnalata) dall’assenza/presenza del
di nel sintagma esteso. Esplicitando:
- Fu venduta per 150 _ euro: ne valeva 200 (= valeva 200 _ euro).

- Fu venduta per 150 milioni di euro: ne valeva 200 (= valeva 200 milioni di euro).

- Fu venduta per 150 _ euro: ne valeva 4 milioni (= valeva 4 milioni di euro).

Ecco, per me l'inaccettabilità dell'ultima frase (che corrisponde a quella originale) è davvero assai marginale, e tra un po' dirò il perché.
Infarinato ha scritto: dom, 24 dic 2023 21:00
La frase 4 del mio intervento precedente, poi, stona per un altro (ma simile) motivo: perché si è naturalmente portati a credere che il
ne si riferisca a
milioni di euro, mentre si è costretti a costatare che nelle intenzioni dello scrivente (o del locutore) l’antecedente è il solo
euro.
Perfetto, questo mi è chiaro. Si tratta di una stonatura dovuta all'abitudine (che diventa una tendenza "attesa") d'associare il
ne a un antecedente che sia il sintagma piú complesso possibile.
Ora vorrei fare un mio esempio, piú semplice e meno pieno di numeri, perché questi potrebbero spingere a cercare di analizzare la lingua come se fosse matematica, e ciò non va bene. Non si parlerà, dunque, di ordini di grandezza, ma di... confezioni, che costituiranno il sintagma complesso che contiene il
di.
Consideriamo, dunque, le seguenti frasi:
- Volevo 6 caramelle; me ne hanno date 4 (4 caramelle, ovviamente).
- Volevo 6 scatole di caramelle; me ne hanno date 4 (4 scatole; l'interpretazione "4 caramelle" risulta impossibile, perché si tende ad associare il ne all'antecedente piú complesso, che è il sintagma "scatole di caramelle").
- Volevo 6 scatole di caramelle; me ne hanno date 4 buste (qui si presenta la stonatura della sua frase 4: chi ascolta tende ad associare il ne all'antecedente piú complesso, "scatole di caramelle", ma subito dopo si rende conto che chi parla intendeva riferirsi a "caramelle").
- Volevo 6 caramelle; me ne hanno date 4 scatole (ma qui, come giustifichiamo la stonatura? Per me, è perfettamente accettabile: l'antecedente è per forza "caramelle", e non c'è possibile fraintendimento tra chi parla e chi ascolta).

Questa frase è proprio quella che corrisponde all'originale e a quella che lei ha marcato con

. Dunque, mi sono chiesto il motivo della sua percezione, ed ecco ciò che ho pensato.
La stonatura (percepita nelle frasi C e D) è forse dovuta al fatto che chi ascolta non si aspetta un'ulteriore specificazione dopo il quantificatore 4? Ma la lingua non è matematica: in una frase il "dato nuovo" non può essere previsto, appunto perché altrimenti non sarebbe piú nuovo!
Capisco che l'uso del
ne serve proprio a far sí che il dato nuovo sia parzialmente già noto; in una frase come: «Volevo 6 caramelle; mi hanno dato 4...»,
il dato nuovo è totalmente impossibile da indovinare: potrebbero essere cioccolatini, calci nel sedere, un voto a scuola...

Invece ascoltando «me ne hanno dato 4» il cervello ritiene già completa la comunicazione, e una sua eventuale continuazione lo destabilizza, da cui la stonatura.
Ciò non toglie che, sempre secondo il mio modestissimo parere, le frasi «Volevo 6 caramelle; me ne hanno date 4 scatole» e, simmetricamente, «Mi hanno dato 4 caramelle; ne volevo 6 scatole» non si possano considerare scorrette, e neppure marginali. Sbaglio qualcosa? È proprio ciò che vorrei riuscire a scoprire.
