«Harem», «arem»
Inviato: mar, 23 apr 2024 19:03
Treccani:
Oltre all'adattamento arèmme, di cui s'è parlato qui, c'è serraglio:hàrem 〈àrem〉 (o harèm; anche àrem o arèm) s. m. [adattam. del turco harem 〈harèm〉, che è dall’arabo ḥarīm, propr. «luogo inviolabile»]. – 1. a. Presso i musulmani, la parte della casa o dell’appartamento riservato alle donne e ai bambini (analogo al gineceo dell’antica Grecia), e anche l’insieme delle donne che vi abitano: istituzione collegata alla poligamia e, al pari di questa, non più esistente in alcuni paesi musulmani. b. scherz. Gruppo di donne con le quali un uomo tiene contemporaneamente relazioni amorose. 2. estens. In etologia, gruppo di femmine con i loro piccoli sulle quali un maschio adulto possiede i diritti esclusivi di accoppiamento; è caratteristico delle specie poliginiche.
A tema, segnalo anche il filone «Singenionimo per le mogli islamiche».In Occidente il termine si usa anche come sinon. di harem, per indicare la parte della casa musulmana riservata alle donne e ai bambini, dove non può entrare nessun estraneo: Il ratto dal s., titolo (in ted. Entführung aus dem Serail) di un’opera buffa di W. A. Mozart, del 1782, che narra la liberazione di una giovane spagnola, Costanza, rapita dai pirati e prigioniera nel serraglio o harem del pascià dei Turchi.