Dell’«italianizzazione»
Inviato: lun, 13 mag 2024 20:27
Vorrei aprire una breve discussione sul termine italianizzazione. Morfologicamente è ineccepibile, il problema è la storia che si porta dietro —e che tutti, purtroppo, conosciamo— che lo rende facilmente associabile al Ventennio fascista.
A livello d'immagine nelle reti sociali e in ambienti non specialistici, specialmente quando si parla di neopurismo —e anche purismo è un termine che non sempre è visto di buon occhio— non è particolarmente conveniente parlare d'italianizzazione. Nel privato, io ho iniziato a usare da un annetto il più banale adattamento, ma vorrei valutare con voi altre alternative.
L'unica che mi viene in mente è quella di formare di nuovo la parola ma partendo, piuttosto che dall'italiano, dal latino. L'idea è che se abbiamo un neutrale latinizzazione (così come Latīnē), potremmo avere anche italicizzazione (basandoci su Ītalicē). Facendo una ricerca velocissima, questo termine si trova già in rete e in alcuni libri, ma al contrario dell'altro non ha la connotazione delle camicie nere —o non così tanto— nella mente dell'ingleso* medio.
Da notare che la romanizzazione è invece l'atto di traslitterare in caratteri latini, mentre italic è il nome più comune inglese per indicare il corsivo. Non c'è comunque confusione, tranne che nei casi in cui si dovesse usare un traduttore automatico.
Pareri?
A livello d'immagine nelle reti sociali e in ambienti non specialistici, specialmente quando si parla di neopurismo —e anche purismo è un termine che non sempre è visto di buon occhio— non è particolarmente conveniente parlare d'italianizzazione. Nel privato, io ho iniziato a usare da un annetto il più banale adattamento, ma vorrei valutare con voi altre alternative.
L'unica che mi viene in mente è quella di formare di nuovo la parola ma partendo, piuttosto che dall'italiano, dal latino. L'idea è che se abbiamo un neutrale latinizzazione (così come Latīnē), potremmo avere anche italicizzazione (basandoci su Ītalicē). Facendo una ricerca velocissima, questo termine si trova già in rete e in alcuni libri, ma al contrario dell'altro non ha la connotazione delle camicie nere —o non così tanto— nella mente dell'ingleso* medio.
Fuori tema
* Non era voluto, ma sono finito per coniare involontariamente un termine [scherzosamente] offensivo per chi abusa di anglicismi, ingleso /ingle̍zo/, unendo inglese /ingle̍se/ e leso /le̍zo/, a riprova di quanto sia produttiva in realtà la nostra lingua. 

Pareri?