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«Piuttosto che» al posto di «o»

Inviato: gio, 30 ago 2007 9:55
di bubu7
Oltre a fornire nuovamente il collegamento alla trattazione della Crusca, riporto una citazione dalla Grammatica di riferimento dell'italiano contemporaneo (2006) di G. Patota.
Nella lingua contemporanea si è diffusa la cattiva abitudine di adoperare l'espressione comparativa piuttosto che con il valore disgiuntivo che ha la congiunzione o. [...] Questa moda è da respingere non solo perché è inutile, ma anche perché crea ambiguità e confusioni.
Dicendo: "Le città italiane sono tutte belle: vivrei volentieri a Roma piuttosto che a Firenze piuttosto che a Napoli" non possiamo intendere in alcun modo che Roma, Napoli e Firenze rappresentano tre alternative a noi ugualmente gradite; al contrario, affermiamo di preferire decisamente Roma sia a Firenze sia a Napoli!

Inviato: ven, 14 nov 2014 12:52
di Ferdinand Bardamu
Riesumo il filone per ricopiare un passo del Cappotto di Astrakan di Piero Chiara (1978), in cui compare il piuttosto che disgiuntivo che tutti odiamo:

«Se mi chiedi di un motore,» cominciò con calma Ferdinando «di un piano velico, d’un tipo di fasciame piuttosto che di un altro o di vernici, posso parlare per delle ore, ma in fatto di donne ho imparato a non dar consigli di nessun genere. […]»

Inviato: ven, 14 nov 2014 14:31
di Animo Grato
Voglio credere che, essendo inserito in un discorso diretto, sia solo la mimesi di un uso locale (e abominevole, ça va sans dire).

Inviato: ven, 14 nov 2014 15:22
di GFR
Non ho letto il libro in questione, Chiara è però associato a Luino e alla parte settentrionale della provincia di Varese, ma da queste parti l'incriminato piuttosto che non credo sia nato; mi capita di dovermelo sorbire guardando la televisione, invece che chiacchierando al bar o al mercato. A me sembra un vezzo intellettualistico nato dall'ambizione di complicare una cosa semplice come una "o". Non credo provenga da un luogo, bensì da una mentalità.

Inviato: ven, 14 nov 2014 15:23
di Zabob
L'esempio di Chiara non mi convince del tutto, per le seguenti ragioni:
  • 1) nel 1978 la moda del "piuttosto che" non aveva ancora fatto la sua comparsa; per quel che può valere la mia testimonianza, ho sentito un "piuttosto che" con valore disgiuntivo per la prima volta dalla bocca di una donzella milanese (di nome Chiara, ironia della sorte) intorno al 1998;
  • 2) mi stupirebbe che fosse inciampato nella famigerata locuzione uno scrittore;
  • 3) nella frase in esame quel "piuttosto che", non so perché, non mi disturba più di tanto.
Vorrei approfondire quel che ho appena scritto al punto 3).
Un "piuttosto che" veramente disgiuntivo si avrebbe nella frase:
«Se mi chiedi di un motore, (...) piuttosto che di un piano velico, piuttosto che d’un tipo di fasciame piuttosto che di un altro piuttosto che di vernici, posso parlare per delle ore. […]»
È chiaro che chi parla non vuole comunicare l'idea che è ferratissimo in fatto di motori, via via meno preparato sui piani velici, sui fasciami e sulle vernici.
Tuttavia l'espressione «di un tipo ... piuttosto che di un altro», come ho detto prima, mi suona molto più tollerabile, anche quando non venga comunicata l'idea di una prevalenza o di una preferenza. Riporto questi due esempi scovati su Google libri, il primo di Elio Vittorini (Il Politecnico, 30 giugno 1946), il secondo da un'interpellanza alla Camera dei Deputati dell'on. Felice Santini (seduta del 12 dicembre 1904) – sottolineature, ovviamente, mie:
Elio Vittorini ha scritto:Pensate a quello che accadrebbe se nelle arti dovesse dipendere da referendum popolari, il diritto alla vita di un tipo di pittura o di un tipo di poesia, di un tipo di musica, piuttosto che di un altro.
Felice Santini ha scritto:Se una torpedine viene sotto lo scafo di una nave, non si va certo a vedere se essa era di un tipo piuttosto che di un altro; purtroppo la nave salta in aria e via!

Inviato: ven, 14 nov 2014 16:12
di Animo Grato
GFR ha scritto:Chiara è però associato a Luino e alla parte settentrionale della provincia di Varese, ma da queste parti l'incriminato piuttosto che non credo sia nato
Mi basavo su un vecchio intervento in cui si parlava, genericamente, di "eleganze ambrosiane". :wink:
Zabob ha scritto:
Elio Vittorini ha scritto:Pensate a quello che accadrebbe se nelle arti dovesse dipendere da referendum popolari, il diritto alla vita di un tipo di pittura o di un tipo di poesia, di un tipo di musica, piuttosto che di un altro.
Felice Santini ha scritto:Se una torpedine viene sotto lo scafo di una nave, non si va certo a vedere se essa era di un tipo piuttosto che di un altro; purtroppo la nave salta in aria e via!
Ignoro chi sia Felice Santini e, almeno temporaneamente, mi prendo la licenza di non considerarlo un autore canonico. L'esempio di Vittorini è più interessante: quel piuttosto che è legittimo, perché il significato della frase è compatibile con il senso di esclusione dell'autentico piuttosto che. Si può verificare con una semplice sostituzione: "pensate a quello che accadrebbe se nelle arti dovesse dipendere da referendum popolari, il diritto alla vita di un tipo di pittura o di un tipo di poesia, di un tipo di musica, a scapito di un altro". Il senso è quello.
Ci sono "tre gradi di separazione" che portano da un o (equivalente al latino vel, "inclusivo" e usato per esprimere indifferenza) a un altro o (lat. aut, "esclusivo" ma senza esprimere una preferenza) e infine a piuttosto che (esclusivo e con preferenza). Ma in molte frasi il contesto fa sì che i confini tra queste distinzioni tendano a farsi sfumati, ed è così - secondo me - che il piuttosto che ha potuto mettere un piede nell'uscio di aut, e da lì allargarsi fino a vel. Qualche tempo fa mi era venuta in mente una frase in cui i tre significati possono convivere senza comprometterne il senso generale, ma non ho voluto aprire un filone apposito e ora, ovviamente, non la ricordo più. :(

Inviato: sab, 15 nov 2014 13:14
di Ferdinand Bardamu
Piero Chiara ha un modo narrare piacevolissimo, ma, leggendo l’opera, ho notato qua e là qualche difettuccio.

Non ho al momento cercato altre edizioni del Cappotto di astrakan (la copia del libro che ho tra le mani reca la data del 1978, e fu pubblicata per i tipi del Club degli Editori). Può darsi che l’autore, nelle ristampe successive, abbia rivisto il romanzo; tuttavia vi ho trovato un «nessun strumento», con una scelta molto «nordica» dell’allomorfo di nessuno, e una «aureola» riferito alla regione della mammella, malapropismo molto comune per «areola».

Nonostante abbia un’ottima opinione del Chiara romanziere e narratore, nutro qualche dubbio sulla sua possibilità di assurgere a modello stilistico.

Inviato: gio, 08 gen 2015 7:35
di Lizard
Trovato in rete questa mattina.

Inviato: mer, 06 gen 2016 14:40
di valerio_vanni
Uno studio sul piuttosto che: «“Piuttosto che”: dalla preferenza all’esemplificazione di alternative».

Ne viene riportato un terzo uso, a fine di frase, che però non mi è mai capitato di sentire né di leggere.

Esempio riportato: «Spesso c'è il problema di dire “dove si va”, magari per un giro pomeridiano, piuttosto che».

Re: «Piuttosto che» al posto di «o»

Inviato: lun, 10 giu 2019 21:59
di Lato
Ancora su piuttosto che.
Vorrei ringraziare Valerio Vanni per la segnalazione qui sopra e aggiungere un tassello.
Vi prego di osservare le seguenti frasi:

Allo stato attuale delle indagini, propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra è prematuro.

Se erano neri piuttosto che asiatici piuttosto che ispanici non ha importanza.


In entrambe piuttosto che potrebbe essere sostituito in tre modi diversi senza che il senso della frase cambi in modo significativo: da una parte con invece che se si volesse indicare una preferenza per il primo termine, da un’altra parte con o piuttosto se si volesse indicare una preferenza per il secondo o terzo termine e da un’altra parte ancora con oppure volendo indicare un piano di parità tra i termini.
Credo che in frasi di questo tipo vada ricercata la genesi del suo uso disgiuntivo, tanto deprecato quanto dilagante.

Eh sì, è probabile che, come per ovvero e ancor più per affatto il cui significato originario è addirittura contrario a quello oggi inteso dai più, il nuovo sopravanzerà l’antico.