Se possiamo fidarci del dizionario
Gabrielli in Rete, alla voce
entro è spiegato in modo chiaro che
d'entro può avere due distinti significati:
1) Come preposizione, vale
da dentro;
2) Con valore aggettivale (invariabile) significa
interno (quindi, letteralmente,
di dentro).
Maggiori approfondimenti potrà trovare nella
voce dell'
Enciclopedia dantesca Treccani. A mio parere, si può concludere che
d'entro (come preposizione) può valere indifferentemente
di/da dentro, ma sempre con valore di moto da luogo (che in italiano moderno si costruisce preferibilmente col «da», ma non cosí ai tempi di Dante).
Ora, giusto per completezza, invento un paio di frasi (piú verosimili di quelle dantesche) con le due accezioni:
1) Quando mi sono avvicinato ho sentito un rumore che proveniva d'entro la stanza.
2) Il cellulare lo tengo sempre nella tasca d'entro del giaccone.
Le frasi suonano comunque arcaizzanti, e le userei unicamente nello scritto, ché essendo
d'entro e
dentro omofoni, a volerle pronunciare si rischia d'apparire, anziché eruditi, sgrammaticati!
