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«Speakeraggio» & «speakerare»
Inviato: sab, 03 set 2005 22:10
di Marco1971
Abbiate pazienza, ma io coniazioni ibride come queste le considero davvero nefande. Comincio col riportare le definizioni del Devoto-Oli-Serianni:
speakeraggio 1. L’attività di chi si rivolge a un pubblico occasionale mediante impianti di amplificazione volante, spec. nel corso di campagne pubblicitarie, manifestazioni politiche o sindacali e simili.
2. In televisione, la preparazione del parlato da sovrapporre alle immagini.
speakerare Leggere un testo giornalistico alla radio o alla televisione: s. i risultati delle partite di serie A.
Per la prima accezione non sarebbe plausibile
proclamazione? E per la seconda
(tele)redazione? Quanto al verbo... non ne vedo l’utilità, basta
leggere!
Finissimo il Garzanti, che scrive, per promuovere la nuova edizione in CD del dizionario: «- lo
speakeraggio dei lemmi, per ascoltare l’esatta pronuncia delle parole».
Pronuncia nobil a bastanza non era?
Critiche? Suggerimenti? Grazie!

Inviato: mar, 13 set 2005 17:46
di atticus
In compenso (ma c'è davvero un compenso?) il termine speakerina/e quasi nessuno lo rammenta piú, anche se i vocabolari continuano a registrarlo.
Inviato: mer, 14 set 2005 10:28
di fabbe
A mio avviso "speakerare" equivale (a seconda dei casi) a "recitare", "leggere" o "annunciare".
Inviato: gio, 03 nov 2005 16:11
di Gino Zernani
Segnalo che in questi giorni ho sentito, per radio (emittenti nazionali), questa campagna pubblicitaria di una famosa marca di stampanti:
"Perché il direttore generale della XXY ha accettato di
spicherare uno spot radio?". Azzardo io: forse perché le sue capacità professionali sono seriamente compromesse (quand'anche le avesse mai avute

)
Poteva benissimo accettare di
annunciare una pubblicità per radio, o qualcosa di simile. Ma se lo chiedi ad un redattore pubblicitario (copywriter) ti dirà che qualunque altra soluzione non aveva la stessa forza comunicativa.
P.S. Spot non è presente nella lista.
Re: «Speakeraggio» & «speakerare»
Inviato: mer, 04 ott 2006 10:21
di bubu7
Marco1971 ha scritto: ...Pronuncia nobil a bastanza non era?...
La risposta della Garzanti...
Re: «Speakeraggio» & «speakerare»
Inviato: mer, 04 ott 2006 11:57
di Uri Burton
In che cantonata sono incappati alla Oxford University Press: pensate, l’
Oxford Advanced Learner’s Dictionary Text and Sound Version reca l’indicazione
pronounce. Roba da pazzi: dovremo metterli in contatto con la Garzanti, nella speranza che finalmente speakerino anche loro.
Re: «Speakeraggio» & «speakerare»
Inviato: mer, 04 ott 2006 13:06
di fabbe
Uri Burton ha scritto:
In che cantonata sono incappati alla Oxford University Press: pensate, l’
Oxford Advanced Learner’s Dictionary Text and Sound Version reca l’indicazione
pronounce. Roba da pazzi: dovremo metterli in contatto con la Garzanti, nella speranza che finalmente speakerino anche loro.
Si, “pronuncia” è il termine esatto.
Ci sono due errori, a mio umile parere, nella risposta dell'editore:
1. Lo speakeraggio (anche nella definizione che ne danno loro) indica una modalità di realizzazione fonica e di comunicazione, non il “prodotto” di tale realizzazione che in questo caso è la "pronuncia". Il prodotto potrebbe essere, infatti, anche una lettura, una recitazione ecc.
2. Come conseguenza del primo punto “speakeraggio” è troppo generico perchè indica prodotti vari e non necessariamente la “pronuncia”.
Ci sarebbe quasi da rispondere all'editore.
Inviato: mer, 04 ott 2006 14:20
di arianna
Quello che piú trovo assurdo, leggendo la risposta del Garzanti, è questo:
il nostro Dizionario si propone di registrare l’evoluzione e le novità della lingua viva e ha quindi il dovere di aggiornare e di informare il lettore sull’utilizzo di parole ormai così diffuse in giornali, libri e trasmissioni televisive. Questi termini circolano nell'italiano attuale, e un buon dizionario ha il dovere di registrarli.
Fatemi capire, adesso un dizionario deve aggiornarsi ascoltando bene quel che viene detto in tivvù e leggendo i giornali (un buon dizionario!)?! Anche se si tratta d'una lingua storpiata chi se ne frega: s'è detto in tivvù! Allucinante
Lingua viva?
Ma allora perché si studia ancora la lingua e la letteratura a scuola?
Basta seguire la tivvù...

Inviato: mer, 04 ott 2006 14:33
di fabbe
arianna ha scritto:Quello che piú trovo assurdo, leggendo la risposta del Garzanti, è questo:
il nostro Dizionario si propone di registrare l’evoluzione e le novità della lingua viva e ha quindi il dovere di aggiornare e di informare il lettore sull’utilizzo di parole ormai così diffuse in giornali, libri e trasmissioni televisive. Questi termini circolano nell'italiano attuale, e un buon dizionario ha il dovere di registrarli.
Fatemi capire, adesso un dizionario deve aggiornarsi ascoltando bene quel che viene detto in tivvù e leggendo i giornali (un buon dizionario!)?! Anche se si tratta d'una lingua storpiata chi se ne frega: s'è detto in tivvù! Allucinante
Lingua viva?
Ma allora perché si studia ancora la lingua e la letteratura a scuola?
Basta seguire la tivvù...

Concordo.
Inviato: mer, 04 ott 2006 14:50
di bubu7
Non facciamo dire alla Garzanti quello che non dice.
La sua linea editoriale in materia lessicografica è quella di tutti i più importanti dizionari (e che io condivido): se un termine viene utilizzato con una certa frequenza dai mezzi di comunicazione è giusto che un dizionario ne riporti il significato. E nessun dizionario moderno vi aggiunge giudizi estetici.
Diversa cosa è la scelta di utilizzare un termine al posto di un suo sinonimo in una pagina che pubblicizza un proprio dizionario.
Questa è stata in parte la mia contestazione alla quale la Garzanti ha risposto (indirettamente) che, secondo loro, il termine
speakeraggio è più indicato di
pronuncia perché più specifico.
Inviato: dom, 30 ago 2009 0:22
di Marco1971
bubu7 ha scritto:Questa è stata in parte la mia contestazione alla quale la Garzanti ha risposto (indirettamente) che, secondo loro, il termine speakeraggio è più indicato di pronuncia perché più specifico.
Si potrebbe ribattere (alla Garzanti) che, invece d’una parola che contravviene alle norme della nostra ortografia (
spicheraggio sarebbe graficamente accettabile), esiste almeno una parola italiana in grado di competere semanticamente con quest’infausto neologismo:
proferimento, «l’atto di proferire»:
proferire 1. Pronunciare, cioè emettere uno o più suoni vocali, con riguardo sia al modo di articolarli, sia alla formazione di parole o di frasi: p. bene, male, correttamente una consonante; p. piano, sottovoce; proferì distintamente il suo «sì»; alla mia obiezione non proferì sillaba; non ha proferito parola in tutta la sera; (Treccani)
E nello stesso Garzanti:
proferire [...] articolare: proferire un suono; proferire distintamente un termine, un nome.
Il sostantivo
proferimento, termine registrato, non è comune, certo (però è inappariscente); ma non ci si venga a dire che «non esiste» parola italiana che possa essere al contempo precisa e tecnica per rendere
speakerare e
speakeraggio, che sono un ennesimo esempio di parole inutili dovute a mera superficialità di conoscenza, prassi e coscienza linguistica.