Lato ha scritto: dom, 29 set 2024 22:42
[L]e
locuzioni inglesi non sono forse formate da una parola inglese e una parola latina (o va bene, un latinismo)? Sono io quello che gioca con le parole?
Purtroppo, sí. Magari inconsapevolmente e sicuramente in buona fede, ma sí. Le locuzioni appartengono [originariamente] alla lingua inglese, sono state introdotte in quella lingua per la prima volta e sono (spesso, non sempre) polirematiche [inglesi], il cui significato non è sempre desumibile da quello dei singoli costituenti, i quali peraltro sono
entrambi parole inglesi. In
social media,
social forum etc. gli anglofoni riconoscono
due parole inglesi (anche se la seconda della prima locuzione ha un singolare «un po’ strano»). Siamo noi che
a posteriori riconosciamo nel secondo elemento un latinismo, e stranamente non nel primo, sebbene [tecnicamente] un latinismo sia anche quello, benché [piú] adattato alla morfologia della lingua inglese.
Lato ha scritto: dom, 29 set 2024 22:42
Sebbene sia tutto legittimo [
ci mancherebbe!], non mi convince la tesi secondo la quale si raccomanda la pronuncia inglese ma solo «opportunamente italianizzata» cioè
parzialmente adattata (che a ben vedere non è nemmeno la tesi del
DOP, ma sua)…
In realtà, ciò si evince, a voler leggere bene, dalle varie premesse del
DOP. Ma ancor piú esplicitamente dalle stesse indicazioni ortoepiche relative a ogni singola voce. Quando il
DOP riporta la sola pronuncia nella lingua d’origine
non dice che quella è la pronuncia italianizzata, ma semplicemente registra che una pronuncia all’italiana [universalmente accettata e costantemente impiegata] per quella tale parola o locuzione [ancora] non esiste, e c’informa che la pronuncia nella lingua d’origine è quella riportata. Per cui quella parola o locuzione in un contesto italiano dovrà essere [per il momento] pronunciata
all’inglese,
alla francese,
alla spagnola etc.
prendendo come modello di partenza la pronuncia originale, ma
ovviamente usando [perlopiú] foni italiani.
Lato ha scritto: dom, 29 set 2024 22:42
Senza voler contrapporre uno all'altro mi sembra che sia il
DOP che il
DiPI siano parimenti autorevoli.
Purtroppo ciò non è vero: in àmbito accademico, l’autorità in materia è solo il
DOP. Basta vedere non solo le indicazioni ortoepiche di tutt’i dizionari d’italiano [non ortoepici], ma anche quelle di tutt’i dizionari ortoepici delle lingue straniere (per esempio, dei due maggiori per la lingua inglese) nonché gli articoli scientifici che trattano di
Standard Italian, che seguono unicamente il
DOP.