*«Settimana prossima»
Moderatore: Cruscanti
*«Settimana prossima»
Sull’omissione dell’articolo in espressioni consimili s’era spesa qualche parola, se mal non rammento, nel forum della Crusca (ma non ritrovo dove). Ripropongo qui l’argomento perché ho sentito dire ieri al telegiornale Settimana prossima sapremo se... (o qualcosa di analogo).
Quando sarà generalizzata, dovremo accettarla come buona. Per ora non mi sembra panitaliana e vorrei qualche lume sulla sua origine (escluderei l’influsso di next week). In qualche dialetto s’usa senza l’articolo?
Quando sarà generalizzata, dovremo accettarla come buona. Per ora non mi sembra panitaliana e vorrei qualche lume sulla sua origine (escluderei l’influsso di next week). In qualche dialetto s’usa senza l’articolo?
Ultima modifica di Marco1971 in data lun, 17 lug 2006 0:00, modificato 1 volta in totale.
Era nelle canute stanze...
La questione l'avevo posta (anch') io, perché è una cosa che mi fa rabbrividire... mi sembra una moda milanese come il "piuttosto che", così a orecchio, e anche molto recente. Io nella mia infanzia e adolescenza lombarda non l'avevo proprio mai sentita.
Non so come si dica nei dialetti veneti: in mantovano, che sta nel mezzo tra lombardo, veneto ed emiliano si dice la smana quén.
Nota 1: quén è la contrazione di ch'a végn ("che viene").
Nota 2: "L'anno prossimo" si dice invece st'àn quén ("quest'anno che viene")
Non so come si dica nei dialetti veneti: in mantovano, che sta nel mezzo tra lombardo, veneto ed emiliano si dice la smana quén.
Nota 1: quén è la contrazione di ch'a végn ("che viene").
Nota 2: "L'anno prossimo" si dice invece st'àn quén ("quest'anno che viene")
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- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Ecco una risposta della Crusca su «settimana prossima/scorsa» (senz’articolo). Dovremo dunque rassegnarci e accettare questa semplificazione? Quando scrissi il messaggio d’apertura di questo filone avevo escluso l’influenza di next week, che invece la redattrice prende in considerazione (non si diffida mai troppo dell’influsso anglosassone coi tempi che corrono ).
M’ha fatto piacere che si sia ricordato il toscano «anno» assoluto per «l’anno scorso»; aggiungerei anche «anno di là», che vale «l’altr’anno».
Ma, tornando all’assenza dell’articolo in (la) settimana prossima/scorsa, vi chiedo:
1) è una tendenza estesa a tutte le regioni (o, come sospetto, soprattutto settentrionale)?
2) quest’assenza d’articolo vale anche per mese e anno (mese prossimo, anno scorso)?
Grazie in anticipo.
M’ha fatto piacere che si sia ricordato il toscano «anno» assoluto per «l’anno scorso»; aggiungerei anche «anno di là», che vale «l’altr’anno».
Ma, tornando all’assenza dell’articolo in (la) settimana prossima/scorsa, vi chiedo:
1) è una tendenza estesa a tutte le regioni (o, come sospetto, soprattutto settentrionale)?
2) quest’assenza d’articolo vale anche per mese e anno (mese prossimo, anno scorso)?
Grazie in anticipo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Caso ci faccia, mi sembra pervadente, se l’ho udito perfino al telegiornale delle vénti di Raiuno.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Parere della Crusca fresco fresco: era un po' che eran fermi a mica e manco.
Comunque, basandomi sulla mia esperienza diretta, nell'Italia settentrionale l'uso esisteva da tempo, solo che recentemente s'è intensificato sensibilmente, sicuramente anche a causa di certi programmi televisivi a cadenza settimanale che chiudono piú o meno tutti rinnovando l'apputamento a settimana prossima. Stride come il gesso sulla lavagna.
Comunque, basandomi sulla mia esperienza diretta, nell'Italia settentrionale l'uso esisteva da tempo, solo che recentemente s'è intensificato sensibilmente, sicuramente anche a causa di certi programmi televisivi a cadenza settimanale che chiudono piú o meno tutti rinnovando l'apputamento a settimana prossima. Stride come il gesso sulla lavagna.
Se non ricordo male, avevo scritto anch'io a suo tempo, perché, soprattutto al nord, mi sembra sia molto ricorrente usare la frase "tutta notte".
- Sono stato tutta notte a guardare le regate - mentre invece non sono sicuro che si usi dire anche "tutto giorno".
Anni fa, ho lavorato per un periodo in provincia di Modena ed ho avuto un impiegato che ogni mattina, da quando era divenuto padre, arrivava in cartiera e diceva. - Che due palle! (scusate il francesismo) Mattia non mi ha fatto dormire tutta notte.
Questa frase mi faceva impazzire e non solo per il modo di dire incriminato ,ma anche per quel "due" assurdo ed inutile.
Gli chiedevo se quando ha conosciuto sua moglie le ha fatto dei complimenti dicendole magari: - che bei due occhi o che belle due gambe - ma non ha mai afferrato il concetto.
Scusatemi per la lunghezza del post e gradite i miei migliori saluti.
- Sono stato tutta notte a guardare le regate - mentre invece non sono sicuro che si usi dire anche "tutto giorno".
Anni fa, ho lavorato per un periodo in provincia di Modena ed ho avuto un impiegato che ogni mattina, da quando era divenuto padre, arrivava in cartiera e diceva. - Che due palle! (scusate il francesismo) Mattia non mi ha fatto dormire tutta notte.
Questa frase mi faceva impazzire e non solo per il modo di dire incriminato ,ma anche per quel "due" assurdo ed inutile.
Gli chiedevo se quando ha conosciuto sua moglie le ha fatto dei complimenti dicendole magari: - che bei due occhi o che belle due gambe - ma non ha mai afferrato il concetto.
Scusatemi per la lunghezza del post e gradite i miei migliori saluti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Ora non piú!Incarcato ha scritto:Ohibò, post mancava alla nostra lista…
Strano davvero che mancasse, visto che è uno dei forestierismi che abbiamo discusso per primi (…e intervento è proprio il traducente che abbiamo adottato nella traduzione di questo forum).
Commento fuori luogo, caro Incarcato!Incarcato ha scritto:Fabio48 dixit:Ohibò, post mancava alla nostra lista: in prima istanza, propongo intervento.Scusatemi per la lunghezza del post
Apra una discussione nella sezione Forestierismi.
Non così assurdo, caro Fabio, perché quel due ha valore elativo.Fabio48 ha scritto:...per quel "due" assurdo ed inutile.
Si dice: "Quella ragazza ha due / un paio di gambe..." volendo significare 'due gambe molto belle'.
Nel caso specifico abbiamo la fusione di due espressioni: 'che palle!' e '(mi ha fatto) due palle!' in un'unica frase al limite, lo riconosco, della grammaticalità, ma accettabile nel (basso) parlato colloquiale.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Scusate ma ora vi mettete a sindacare anche sulla grammaticalita` dei modi di dire regionali? Ma che due maroni! Va bene cosi`?
Piu` seriamente: nei dialetti del nord si dice cosi` e basta (es: "che dò bale!" "che dü marón!", lo dicono anche gli ultraottantenni da una vita) non si può sindacare. Ed e` ovvio che il collega in questione non stava parlando in maniera "sorvegliata" ma popolare.
(E mi pare che anche in romanesco esistano espressioni colorite come "sto par di palle", dove il "par" e` - apparentemente - pleonastico. Volendo fare il cavilloso, infatti, potrei anche argomentare che se uno dice un generico "che palle" , potrebbe non essere chiaro a quale tipo di palla si riferisca. Specificando che sono due, il ventaglio di possibilita` semantiche si restringe abbastanza.)
Quando mi sono trasferito in Toscana erano innumeri gli idiotismi che mi irritavano, ma non mi permett(ev)o di sostenere che fossero illeciti.
Invece e` ben diverso - a mio avviso - il discorso su "settimana prossima". Questa e` secondo me una moda recentissima che oltre a non avere una base dialettale viene usata in contesti in cui si dovrebbero evitare i regionalismi e i colloquialismi - vedi TG1.
P.S.
A me da piccolo le mie prozie dicevano esattamente "Che due occhi che hai" (sia in dialetto sia in italiano) e frasi come "ha due gran begli occhi" o "ha due gran belle gambe" si sentono quotidianamente, dalle mie parti.
Piu` seriamente: nei dialetti del nord si dice cosi` e basta (es: "che dò bale!" "che dü marón!", lo dicono anche gli ultraottantenni da una vita) non si può sindacare. Ed e` ovvio che il collega in questione non stava parlando in maniera "sorvegliata" ma popolare.
(E mi pare che anche in romanesco esistano espressioni colorite come "sto par di palle", dove il "par" e` - apparentemente - pleonastico. Volendo fare il cavilloso, infatti, potrei anche argomentare che se uno dice un generico "che palle" , potrebbe non essere chiaro a quale tipo di palla si riferisca. Specificando che sono due, il ventaglio di possibilita` semantiche si restringe abbastanza.)
Quando mi sono trasferito in Toscana erano innumeri gli idiotismi che mi irritavano, ma non mi permett(ev)o di sostenere che fossero illeciti.
Invece e` ben diverso - a mio avviso - il discorso su "settimana prossima". Questa e` secondo me una moda recentissima che oltre a non avere una base dialettale viene usata in contesti in cui si dovrebbero evitare i regionalismi e i colloquialismi - vedi TG1.
P.S.
A me da piccolo le mie prozie dicevano esattamente "Che due occhi che hai" (sia in dialetto sia in italiano) e frasi come "ha due gran begli occhi" o "ha due gran belle gambe" si sentono quotidianamente, dalle mie parti.
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