forse lei si è perso il fatto che la discussione su questo argomento, per una buona parte dei partecipanti, sta andando avanti da anni, prima sul forum dell'Accademia della Crusca e poi qui. Le posizioni che lei ha così elegantemente e dottamente espresso sono già state espresse e riespresse così come le obiezioni alle suddette posizioni.
Che si sta discutendo
lo so benissimo, e le ripeto che di questo si sta discutendo (tra le stesse persone) da anni, senza che alcuno dei discutenti si sposti di un millimetro nelle sue posizioni.se le parole guò e wok siano, e perché, adatte al sistema linguistico italiano, e piú in generale se è ancora giusto oppure no italianizzare i vocaboli stranieri anziché introdurli in italiano nella loro veste originale.
Io, che non parlo latino quotidianamente e non ho alcuna autorità in materia linguistica, sono dell'opinione che gli adattamenti fonomorfologici (o come diavolo si chiamano, ogni volta cambio l'aggettivo) siano anacronistici e improponibili oggi, per vari motivi che ho espresso più volte, tra i quali - come ci ha giustamente ricordato bubu - il fatto fondamentale che oggi le parole si apprendono "con gli occhi anziché con gli orecchi" (Migliorini).
Quanto al seguire le mode: tutte le lingue parlate si sono evolute principalmente perché i parlanti hanno "seguito mode" di qualche genere.
Usare forestierismi è una moda o un vezzo, come lo era un tempo usare francesismi, come lo è per molti usare latinismi o locuzioni latine (la differenza sta forse nella scala del fenomeno, un tempo riservato alle élite - pardon, ho usato un forestierismo - perdindirindina, un altro! - oggi invece caratteristica delle masse, principalmente a causa delle mutate condizioni sociali tecnologiche e culturali).
Come ho già argomentato nel corso di questa annosa discussione, a mio avviso il motivo per cui la ragazzina dice bye è in ultima analisi lo stesso per cui lei o altri usa ipso facto e altri latinismi crudi, e cioè quello di "darsi un tono", di cercare di rendere la propria loquela più "sexy" (in senso lato, e secondo i propri personali criteri e quelli del proprio milieu - [aridaje!]).