«Entrambi» / «gli» e «loro»
Moderatore: Cruscanti
Semplificare per amor d’uniformità mi sembra un impoverimento delle possibilità espressive: gli e loro hanno, ora come ora, connotazioni diverse, che costituiscono una ricchezza stilistica.bubu7 ha scritto:Penso che su questo punto potremmo incoraggiare l'evoluzione della lingua invece di adeguarci a un'inutile complicazione sintattica seppur tradizionale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- rossella messina
- Interventi: 51
- Iscritto in data: mer, 09 apr 2008 11:25
Grazie a tutti, ora mi è perfettamente chiaro il concetto (su tutti e due gli argomenti)
Ora che vi ho trovato non vi lascio più.
Per me è importante sciogliere questi dubbi, perché quando traduco copioni di telefilm devo usare un linguaggio corretto ma non falso, parlato ma non "sgarrato". In sala doppiaggio su questioni sintattiche si accapigliano tutti: attori, direttore del doppiaggio, il povero dialoghista se è presente... non si può dire che non prendiamo questo lavoro sul serio!
Ora che vi ho trovato non vi lascio più.
Per me è importante sciogliere questi dubbi, perché quando traduco copioni di telefilm devo usare un linguaggio corretto ma non falso, parlato ma non "sgarrato". In sala doppiaggio su questioni sintattiche si accapigliano tutti: attori, direttore del doppiaggio, il povero dialoghista se è presente... non si può dire che non prendiamo questo lavoro sul serio!
Saremo tutti felici di potere sciogliere qualsiasi dubbio riguardante la lingua.
In effetti in certi doppiaggi si sentono cose strane, tipo «Come ti piace?» (falsa traduzione di «How do you like it?», che sarebbe semplicemente «Ti piace?», almeno nel contesto a cui mi riferisco).
In effetti in certi doppiaggi si sentono cose strane, tipo «Come ti piace?» (falsa traduzione di «How do you like it?», che sarebbe semplicemente «Ti piace?», almeno nel contesto a cui mi riferisco).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- rossella messina
- Interventi: 51
- Iscritto in data: mer, 09 apr 2008 11:25
Siete veramente molto gentili... a proposito, domanda che esula forse un po' da questo forum, ma a cui forse vorrete rispondere: potreste consigliarmi qualche scrittore italiano contemporaneo che scrive in buon italiano? (per copiare modi di dire, vocaboli, costruzioni di frasi, eccetera, andando sul sicuro) A me piace Baricco. Ne avete altri in mente?
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- Interventi: 94
- Iscritto in data: lun, 07 apr 2008 23:30
Consiglierei la lettura di Luigi Meneghello, ahinoi purtroppo scomparso lo scorso anno. Egli ben rappresentò lo spirito libero di un "dispatriato" che mai accettò la ristrettezza culturale del nostro misero paese. Ha descritto sessant'anni della nostra società civile attraverso una lingua raffinata, ricercata, mai artificiosa, insegnandoci sia ad amare la lingua italiana sia il dialetto, che per molti di noi è il primo codice comunicativo. Egli sì che si lasciava andare ogni tanto all'uso di qualche forestierismo, ma sempre a ragion veduta, mai a casaccio. Un grand'uomo!
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- Interventi: 136
- Iscritto in data: lun, 11 lug 2005 18:19
Grazie della segnalazione, caro Gino Zernani. La Donna della domenica e alcuni libri successivi mi erano piaciuti di più, ma nella memoria non m'era rimasta un'impressione negativa di A che punto è la notte. L'estate si avvicina: lo rileggerò. E prenderò in mano anche Jahier, che, ahimè, conosco davvero pochissimo.
Ma quanto a minori, vorrei rilanciare con un altro dimenticato: Vittorio G. Rossi. I racconti storici (Cristina e lo Spirito Santo; Miserere coi fichi) si fanno sempre leggere.
E dimenticavo un autore che personalmente amo molto ed è a sua volta caduto nel dimenticatoio: Luciano Bianciardi: non solo i romanzi ma anche gli articoli di giornale.
Beninteso che cito scrittori di approccio non arduo. Gadda è un gigante; ma non so se risponde ai criteri che ci ha chiesto rossella messina.
Ma quanto a minori, vorrei rilanciare con un altro dimenticato: Vittorio G. Rossi. I racconti storici (Cristina e lo Spirito Santo; Miserere coi fichi) si fanno sempre leggere.
E dimenticavo un autore che personalmente amo molto ed è a sua volta caduto nel dimenticatoio: Luciano Bianciardi: non solo i romanzi ma anche gli articoli di giornale.
Beninteso che cito scrittori di approccio non arduo. Gadda è un gigante; ma non so se risponde ai criteri che ci ha chiesto rossella messina.
- rossella messina
- Interventi: 51
- Iscritto in data: mer, 09 apr 2008 11:25
Ringrazio tutti voi per le vostre segnalazioni-autore (quest'estate avrò da leggere....) Di qualunque calibro siano gli autori va benissimo; vanno bene Fruttero e Lucentini accanto a Eco; l'importante è che ognuno, a modo suo, scriva bene. Era esattamente quello che vi chiedevo e quindi grazie ancora. E' importante perché quando uno legge un libro, magari sette o otto volte se gli piace, poi gli rimangono in testa intere frasi e se non sono corrette da un punto di vista sintattico, gli errori rimangono lì per tutta la vita...
Sto preparando un'altra serie di domande; armatevi di pazienza...
Sto preparando un'altra serie di domande; armatevi di pazienza...
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5478
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
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Fuori tempo massimo (:oops:) aggiungerei alla lista la tersissima prosa d’Indro Montanelli, che ha il duplice vantaggio di essere di tipo giornalistico (e quindi non troppo lontana dalla lingua parlata, o almeno da un parlato non troppo sciatto) e d’essere sintatticamente ineccepibile (…devo ancora trovare un esempio in cui la scelta di modi e tempi verbali mi trovi in disaccordo: sarà perché è toscano? ).rossella messina ha scritto:…a proposito, domanda che esula forse un po' da questo forum, ma a cui forse vorrete rispondere: potreste consigliarmi qualche scrittore italiano contemporaneo che scrive in buon italiano?
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- Interventi: 1303
- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
Le per loro
Se gli si può usare come pronome proclitico di terza persona plurale posto di loro, è possibile usare le riferito a un collettivo solo femminile nel medesimo contesto?
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