Nomi di persona negli scritti
Moderatore: Cruscanti
-
- Interventi: 56
- Iscritto in data: gio, 05 gen 2012 14:51
- Località: dove più stretto è lo Stivale
Nomi di persona negli scritti
Buongiorno a tutti.
Forse non è la sezione giusta, in tal caso potreste spostare il filone, per favore?
In uno scritto in cui occorre ripetere più volte il nome di una persona, senza titoli, è più corretto indicare solo il cognome o il prenome seguito dal cognome? Se non c'è una regola precisa, qual è secondo voi la forma più elegante, Mario Rossi o Rossi?
Escludo ovviamente la pur comune forma il Rossi, perché mi sembrerebbe di riferirmi ad un oggetto.
Saluti
perasperaadastra
Forse non è la sezione giusta, in tal caso potreste spostare il filone, per favore?
In uno scritto in cui occorre ripetere più volte il nome di una persona, senza titoli, è più corretto indicare solo il cognome o il prenome seguito dal cognome? Se non c'è una regola precisa, qual è secondo voi la forma più elegante, Mario Rossi o Rossi?
Escludo ovviamente la pur comune forma il Rossi, perché mi sembrerebbe di riferirmi ad un oggetto.
Saluti
perasperaadastra
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Non saprei darle una risposta precisa, ma le posso comunque riportare quello che dice Serianni (IV.25.I.):
«Cognomi di persone contemporanee non illustri, ma note soltanto agli interlocutori [...]. Diverso l'uso scritto, dove possiamo trovare l'articolo anche in narratori non toscani [...]».
Nel parlato si tratta invece d'un tratto tipicamente toscano.
In ogni modo, io opterei per () il Rossi (o anche Rossi se preferisce, ma comunque non col nome di battesimo anteposto). Se deve esser ripetuto più volte userei anche apposizioni quali il professore (o qualunque sia il suo mestiere o la sua qualifica). Però è meglio aspettare qualcuno più esperto.
«Cognomi di persone contemporanee non illustri, ma note soltanto agli interlocutori [...]. Diverso l'uso scritto, dove possiamo trovare l'articolo anche in narratori non toscani [...]».
Nel parlato si tratta invece d'un tratto tipicamente toscano.
In ogni modo, io opterei per () il Rossi (o anche Rossi se preferisce, ma comunque non col nome di battesimo anteposto). Se deve esser ripetuto più volte userei anche apposizioni quali il professore (o qualunque sia il suo mestiere o la sua qualifica). Però è meglio aspettare qualcuno più esperto.
- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
Si può, anche, denotare la persona tramite il luogo di nascita (per evitare monotonie): Lo Stagirìta (nativo di Stagìra), il Partenopeo... o perifrasi [piú o meno simpatiche] del tipo: il filosofo di Efeso (Eraclito), il «bibliotecario» di Königsberg (Kant lavorò in una biblioteca per un lungo periodo).
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5093
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
A mio modesto avviso, e per via d'una certa personale esperienza di scrittura, le descrizioni definite – cioè i «giri di parole» citati da Sandro – sarebbero da evitare, perché appesantiscono il discorso e segnalano troppo enfaticamente la ricerca d'un sinonimo.
Se non c'è il rischio di confusione con un'altra persona, suggerisco di non mettere alcun soggetto; altrimenti, io sceglierei il solo cognome (per me è meglio senza l'articolo anteposto).
Se non c'è il rischio di confusione con un'altra persona, suggerisco di non mettere alcun soggetto; altrimenti, io sceglierei il solo cognome (per me è meglio senza l'articolo anteposto).
- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
Uhm..., non sono pienamente d'accordo, caro Ferdinand; se l'uso di perifrasi è moderato e ragionato non ci vedo nulla di pesante... beninteso, non suggerisco di far traboccare il testo di giri e giretti di parole; ho suggerito una possibilità, che, se usata con giudizio, concorre, a parer mio, a fuggire la monotonia lessicale (tutto entro i termini della cara e saggia μεσότης (mesòtes, il giusto mezzo).
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5093
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Sì, hai ragione: la mia era una frase un po' troppo categorica e frutto d'una idiosincrasia personale.
È che m'infastidisce l'uso di epiteti come, ad esempio, «il Cavaliere» o «il Professore» al posto di «Berlusconi» o «Prodi» (oppure, adesso, Monti) nella cronaca giornalistica, perché ci vedo un modo per banalizzare certi argomenti, avvicinando con nomignoli latamente affettivi gli stessi personaggi che il giornalista dovrebbe con distacco seguire (sui mali linguistici del giornalismo italiano cfr. Michele Loporcaro, Cattive notizie. La retorica senza lumi dei mass media italiani, Milano, Feltrinelli, 2006).
È che m'infastidisce l'uso di epiteti come, ad esempio, «il Cavaliere» o «il Professore» al posto di «Berlusconi» o «Prodi» (oppure, adesso, Monti) nella cronaca giornalistica, perché ci vedo un modo per banalizzare certi argomenti, avvicinando con nomignoli latamente affettivi gli stessi personaggi che il giornalista dovrebbe con distacco seguire (sui mali linguistici del giornalismo italiano cfr. Michele Loporcaro, Cattive notizie. La retorica senza lumi dei mass media italiani, Milano, Feltrinelli, 2006).
- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5093
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
-
- Interventi: 56
- Iscritto in data: gio, 05 gen 2012 14:51
- Località: dove più stretto è lo Stivale
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Perdonatemi, non mi trovo d'accordo con alcune opinioni.
In merito alla modalità con cui riferirsi ad una persona, in uno scritto, la cosa dipende dal tipo di scritto: in un romanzo ci si può tranquillamente riferire al personaggio chiamandolo per nome; in un articolo giornalistico sarebbe più opportuno utilizzare il cognome.
Per quanto riguarda l'utilizzo dei titoli, specie nel linguaggio giornalistico, non li bandirei del tutto, solo però se gli stessi sono nel tempo diventati, di fatto, un "sinonimo" più o meno affermato, raggiungiendo quasi il livello di "soprannome".
Alcuni esempi potrebbero essere "Il Cavaliere" per Silvio Berlusconi, "l'Avvocato" per Gianni Agnelli, ecc.
In merito alla modalità con cui riferirsi ad una persona, in uno scritto, la cosa dipende dal tipo di scritto: in un romanzo ci si può tranquillamente riferire al personaggio chiamandolo per nome; in un articolo giornalistico sarebbe più opportuno utilizzare il cognome.
Per quanto riguarda l'utilizzo dei titoli, specie nel linguaggio giornalistico, non li bandirei del tutto, solo però se gli stessi sono nel tempo diventati, di fatto, un "sinonimo" più o meno affermato, raggiungiendo quasi il livello di "soprannome".
Alcuni esempi potrebbero essere "Il Cavaliere" per Silvio Berlusconi, "l'Avvocato" per Gianni Agnelli, ecc.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 1 ospite