La 'presidenta' argentina
Moderatore: Cruscanti
La 'presidenta' argentina
In un articolo riguardo alle recenti accuse della presidente argentina Cristina Kirchner al segretario del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, la Kirchner viene piú volte chiamata 'presidenta'. In calce, l'autore ne spiega il motivo. Qualcuno di voi, magari Brazilian dude, forse saprà confermare se quel neologismo fu davvero causa di tante polemiche.
P.S. Precisazione: ho chiamato la Kirchner “presidenta”, a differenza di Christine Lagarde che viene chiamata “presidente”. C’è una ragione specifica, di natura antropologico-politico-culturale. Cinque anni fa, a Buenos Aires esplose un divertente “scandalo” che coinvolse gli accademici della lingua spagnola. In tutta l’Argentina e in gran parte del Sud America si svolsero diverse conferenze davvero gustose relative all’uso del termine “presidenta”, considerato un gravissimo errore grammaticale dato che il termine è un participio presente del verbo presiedere e non ha genere: colui che presiede è alla pari di colei che presiede. La Kirchner insistette sostenendo che la sua elezione dava inizio “all’irruzione sullo scenario pubblico di una modalità dell’interpretazione politica che è tutta femminile, perché basata sulla cura delle persone, sull’accudimento sociale, sulla ricerca dell’armonia, su una nuova estetica” e quindi impose il neologismo. Finì in un furibondo scontro. Alla fine, gli accademici spagnoli se ne ritornarono in patria con la coda tra le gambe e nei testi ufficiali viene spiegato che in Sudamerica “il dialetto castigliano locale rispetta l’uso della desinenza femminile di genere per convenzione sociale riconosciuta dal 2007, da cui il termine “presidenta” che indica, nello specifico, l’esercizio del potere esecutivo da parte di una femmina."
P.S. Precisazione: ho chiamato la Kirchner “presidenta”, a differenza di Christine Lagarde che viene chiamata “presidente”. C’è una ragione specifica, di natura antropologico-politico-culturale. Cinque anni fa, a Buenos Aires esplose un divertente “scandalo” che coinvolse gli accademici della lingua spagnola. In tutta l’Argentina e in gran parte del Sud America si svolsero diverse conferenze davvero gustose relative all’uso del termine “presidenta”, considerato un gravissimo errore grammaticale dato che il termine è un participio presente del verbo presiedere e non ha genere: colui che presiede è alla pari di colei che presiede. La Kirchner insistette sostenendo che la sua elezione dava inizio “all’irruzione sullo scenario pubblico di una modalità dell’interpretazione politica che è tutta femminile, perché basata sulla cura delle persone, sull’accudimento sociale, sulla ricerca dell’armonia, su una nuova estetica” e quindi impose il neologismo. Finì in un furibondo scontro. Alla fine, gli accademici spagnoli se ne ritornarono in patria con la coda tra le gambe e nei testi ufficiali viene spiegato che in Sudamerica “il dialetto castigliano locale rispetta l’uso della desinenza femminile di genere per convenzione sociale riconosciuta dal 2007, da cui il termine “presidenta” che indica, nello specifico, l’esercizio del potere esecutivo da parte di una femmina."
Ultima modifica di Jonathan in data mar, 05 feb 2013 11:29, modificato 1 volta in totale.
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- Moderatore «Dialetti»
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- Animo Grato
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- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Il dibattito è interessante, o almeno indicativo della follia a cui possono portare la "correttezza politica" e un certo femminismo militante (lo stesso discorso varrebbe, beninteso, per molti altri ismi).
Quello che mi domando è perché un articolo scritto in italiano debba tener conto delle nevrosi di un'altra lingua.
Quello che mi domando è perché un articolo scritto in italiano debba tener conto delle nevrosi di un'altra lingua.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5093
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Il dizionario della RAE mette a lemma presidenta, quindi presumo che l’uso si sia oramai stabilizzato.
Personalmente, sono favorevole alla femminilizzazione dei nomi di carica o professione (laddove possibile: magistrata, avvocata, architetta, prefetta, ecc.), ma non alle violazioni della grammatica. Il participio presente, in italiano come in spagnolo, è ambigenere, quindi: il presidente, la presidente. Qui abbiamo una medesima terminazione non chiaramente associabile a nessuno dei due sessi: direi che non c’è proprio alcuna discriminazione. E, d’altra parte, la stessa Alma Sabatini suggerí questa soluzione.
Personalmente, sono favorevole alla femminilizzazione dei nomi di carica o professione (laddove possibile: magistrata, avvocata, architetta, prefetta, ecc.), ma non alle violazioni della grammatica. Il participio presente, in italiano come in spagnolo, è ambigenere, quindi: il presidente, la presidente. Qui abbiamo una medesima terminazione non chiaramente associabile a nessuno dei due sessi: direi che non c’è proprio alcuna discriminazione. E, d’altra parte, la stessa Alma Sabatini suggerí questa soluzione.
- Souchou-sama
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- Località: Persico Dosimo
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
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- SinoItaliano
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- Iscritto in data: mer, 04 gen 2012 8:27
- Località: Pechino
Ricordo che alcuni anni fa tradussi in italiano lo statuto dell'Associazione delle Donne Cinesi di Roma, in cui ovviamente tutte le cariche sono femminili, di cui la più alta è la presidentessa. Il notaio lo corresse in [la] presidente.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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