Perché privare il lettore d’una scoperta lessicale? Chi non conosce un termine se lo va a cercare nel vocabolario.Andrea Russo ha scritto:Il problema è che dovendola usare in una traduzione, che dovrebbe (nel mondo reale, la mia è un'esercitazione universitaria) raggiungere il grande pubblico, non so quanti avrebbero difficoltà a capire il significato d'incignare.
«Incignare», «rinnovare» e «inaugurare»
Moderatore: Cruscanti
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Certamente, infatti l'ho scritto anch'io. Inoltre dal contesto si capisce anche senza andare a tirar fuori il dizionario. Però, purtroppo, il 99,9% dei revisori correggerebbe incignare con il più neutro inaugurare. Ma dopo che m'hanno detto che correggono tutti i partitivi e tutte le concordanze a senso (in testi molto colloquiali) non mi sorprendo di nulla.
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A proposito d'inaugurare e di estrenar: si può usare in italiano il verbo inaugurare intendendo «esserci la prima», come riporta il dizionario di Laura Tam in linea?
Qui infatti leggo: «Il 17 settembre del 1954 si inaugurò La Mordaza», che mi sa molto di traduzione automatica o molto ingenua.
Qui infatti leggo: «Il 17 settembre del 1954 si inaugurò La Mordaza», che mi sa molto di traduzione automatica o molto ingenua.
Approfitto della reviviscenza di questo filone per segnalare che incignare, beninteso nella forma 'ncignà è presente e vivo nel napoletano.
Anzi confesso che lo credevo verbo solo dialettale, ignorando la bella forma italiana che non mi sarà difficile usare perché presente nella mia mente e comprensibilissimo dalla maggior parte di chi mi ascolta (rischio solo che qualcuno pensi che sto usando un dialettalismo).
Anzi confesso che lo credevo verbo solo dialettale, ignorando la bella forma italiana che non mi sarà difficile usare perché presente nella mia mente e comprensibilissimo dalla maggior parte di chi mi ascolta (rischio solo che qualcuno pensi che sto usando un dialettalismo).
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Tornando alla domanda…
Il punto fondamentale da tener presente, credo, è che incignare non ha [in toscano] il significato d’«inaugurare ufficialmente», ma solo quello piú modesto di «usare per la prima volta». Quindi, sí, si può anche incignare un motorino (nel senso, appunto, di usare per la prima volta un motorino che si era magari comprato qualche giorno prima), e possiamo anche incignare un locale, ma non nel senso d’inaugurarlo ufficialmente, bensí in quello, poniamo, di visitarlo per la prima volta.
Insomma, delle varie accezioni d’inaugurare, incignare ha solo la 2c, per la quale trovo di gran lunga preferibile usare, appunto, incignare.
Nell’uso comune [toscano] direi di no: come del resto ci conferma il Treccani, si può incignare solo un alimento, un contenitore [di alimenti], un indumento e sim.Ivan92 ha scritto:Si può dire incignare un negozio, un locale etc.?
Il punto fondamentale da tener presente, credo, è che incignare non ha [in toscano] il significato d’«inaugurare ufficialmente», ma solo quello piú modesto di «usare per la prima volta». Quindi, sí, si può anche incignare un motorino (nel senso, appunto, di usare per la prima volta un motorino che si era magari comprato qualche giorno prima), e possiamo anche incignare un locale, ma non nel senso d’inaugurarlo ufficialmente, bensí in quello, poniamo, di visitarlo per la prima volta.
Insomma, delle varie accezioni d’inaugurare, incignare ha solo la 2c, per la quale trovo di gran lunga preferibile usare, appunto, incignare.
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Insomma, ha un'area d'impiego appena più vasta di marimettere*, che esclude gli ultimi due ambiti (il vestiario e la scheda del telefonino ).Infarinato ha scritto:[S]i può incignare solo un alimento, un contenitore [di alimenti], un indumento e sim.
*Preferisco questa variante popolare alla più corretta "manimettere".
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Qui si dice sempre smarimettere.Animo Grato ha scritto: Insomma, ha un'area d'impiego appena più vasta di marimettere
E qui "smarrimettere".
Si rinnova un'auto, un vestito, le scarpe, quando si usano per la prima volta, o anche una stanza quando si riabita dopo averla imbiancata.
S'incigna la botte, il salame o il prosciutto, che è un avvenimento (bisogna aspettare che siano maturi e 'fatti' e si aspettava l'occasione d'avere un ospite), mentre si smarrimettono le patate o un sapone. Non s'incigna il pane (si smarrimette), ma s'incigna un dolce. Ma se si vuole, per scherzo, si può incignare di tutto.
Si rinnova un'auto, un vestito, le scarpe, quando si usano per la prima volta, o anche una stanza quando si riabita dopo averla imbiancata.
S'incigna la botte, il salame o il prosciutto, che è un avvenimento (bisogna aspettare che siano maturi e 'fatti' e si aspettava l'occasione d'avere un ospite), mentre si smarrimettono le patate o un sapone. Non s'incigna il pane (si smarrimette), ma s'incigna un dolce. Ma se si vuole, per scherzo, si può incignare di tutto.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Animo Grato
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Quindi, caro Scilens, se ho capito bene tra [s]mar[r]imettere e incignare c'è una differenza di "solennità", con il primo usato nelle occasioni quotidiane o comunque di poco conto, e il secondo nei casi avvertiti come eccezionali. È una schematizzazione corretta?
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È una riflessione che non avevo mai fatto, però se faccio attenzione alle occasioni d'uso tradizionale e spontaneo che ho ascoltato di persona e adoprato vien fuori che è come dice lei, il verbo incignare fa parte di quelle piccole eccezionalità che rendono un giorno meno quotidiano. All'origine doveva esserci davvero una sacralità nell'uso di una parola che poteva essere accompagnata da piccoli sacrifici, come il sorso alla Terra da versarsi all'aperto (col cielo sulla testa) ma all'ombra, in ringraziamento. Mi sembra che l'incignare qualcosa sia preceduto da un desiderio più o meno lungo e da un'attesa del momento giusto, com'è l'occasione di una visita, o la luna giusta, o una ricorrenza.
Si può incignare anche un fiasco di vino, ma è più comune smarrimetterlo. (Nota: quando si deve riempire la botte, che non deve mai restare vuota sennò si guasta, il vino si metteva dalla botte in damigiane, coperto d'olio. Dalla damigiana veniva infiascato e i fiaschi erano tappati a mano dopo aver versato poco olio, perché il vino è meglio che non prenda aria. L'olio andava tolto con la stoppa. Le bottiglie per invecchiamento venivano tappate a forza, con la tappatrice. Per questo si stappa, col cavatappi, una bottiglia ma si smarrimette il fiasco.)
Si può incignare anche un fiasco di vino, ma è più comune smarrimetterlo. (Nota: quando si deve riempire la botte, che non deve mai restare vuota sennò si guasta, il vino si metteva dalla botte in damigiane, coperto d'olio. Dalla damigiana veniva infiascato e i fiaschi erano tappati a mano dopo aver versato poco olio, perché il vino è meglio che non prenda aria. L'olio andava tolto con la stoppa. Le bottiglie per invecchiamento venivano tappate a forza, con la tappatrice. Per questo si stappa, col cavatappi, una bottiglia ma si smarrimette il fiasco.)
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Ho l'impressione che la frequenza bassissima di incignare nella mia zona sia dovuta all'associazione con accincincignare che vuol dire «comprimere con violenza, sfracellare con un urto».Scilens ha scritto:Ma se si vuole, per scherzo, si può incignare di tutto.
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