«VeryBello!»

Spazio di discussione su questioni che non rientrano nelle altre categorie, o che ne coinvolgono piú d’una

Moderatore: Cruscanti

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Animo Grato
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«VeryBello!»

Intervento di Animo Grato »

L'Esposizione Universale milanese è ormai alle porte (forse) e nel turbinio dell'indotto non poteva mancare il portale informatico, imprescindibile araldo moderno di cotanto splendore. E quale potrà mai essere il nome adatto per il sito di rappresentanza di quest'eccezionale evento dedicato al food, declinato in tutti i suoi aspects (dai cooking shows allo street food, in un allestimento smart che comprenderà dei cluster (bombe a grappolo? non ne ho idea...) piuttosto che ... [completate voi la frase con qualche altra parola inglese a caso]?
Ma è ovvio: VeryBello.it! Lì troverete l'elenco (scusate, la list) di tutti i cultural events che faranno da corollario all'abbuffata mazzettara (questo non è un commento strettamente linguistico, ma è tanto per capire di cosa stiamo parlando). Una volta tanto, lo sgomento e l'indignazione non sono esclusivo appannaggio del solito manipolo di parrucconi che, arroccati nel patetico bastione di questo foro, tanto ostinatamente quanto vanamente s'oppongono al cammino del Progresso levando al cielo le loro incomprensibili geremiadi. No: pare che anche la stragrande maggioranza dei ben più smaliziati internauti abbia reagito con sdegno, e nelle reti sociali è tutto un dilagare di contumelie all'indirizzo della "lodevole" iniziativa. Per fortuna, tutto ciò non turba l'olimpica serenità del più entusiasta sostenitore di questa baracconata, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali [i cultural events di cui sopra, ndr] e del Turismo (e chi, sennò?) Dario Franceschini che, fedele al principio per cui «basta che se ne parli» (lo stesso ubertoso terreno da cui sono germogliati i più floridi virgulti della tv spazzatura, dal Grande Bordello all'Isola dei morti di fama), cinguetta giulivo: «Verygrazie!».
A dire il vero, alcune di queste critiche stigmatizzano il fatto che il portale sia, per il momento, disponibile solo in "italiano" (evidentemente in un'accezione mooooooooooooolto larga), ma non disperate perché - come si legge nella pagina principale del finora italianissimo sito - la versione inglese è coming soon. Possibile nome: MoltoBeautiful!
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Potevan cogliere l’occasione e farlo solo inglese, visto che va di moda mostrare disprezzo per il nostro marginale dialetto. Ma in inglese vero però, non nella lingua auanaghena kansassiti dezzolràit sfoggiata senza vergogna da tanti nostri governanti.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mar, 27 gen 2015 14:13, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Verybrutto o moltougly, come vi pare. :)
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Infarinato
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Re: «VeryBello!»

Intervento di Infarinato »

Avatara utente
SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

https://www.youtube.com/watch?v=Wr2YJoQeYsE

From Bello to biutiful: what’s going on with the Italian Language? | Annamaria Testa
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie davvero di questo filmato. A parte un piccolo inciampo («oltre un italiano su due non spiaccica una parola d’inglese»), la Testa è come sempre molto brava, e imposta l’argomentazione a favore dell’italiano alla perfezione.

La carrellata di orrori itanglesi, poi, è impietosa, ma parole non ci appulcro: ne abbiamo già parlato fino alla nausea.
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

SinoItaliano ha scritto:https://www.youtube.com/watch?v=Wr2YJoQeYsE

From Bello to biutiful: what’s going on with the Italian Language? | Annamaria Testa
Mi chiedevo come fosse la situazione in Cina. Qui in Giappone quando i politici vogliono mascherare - quindi ingroppare il popolo- con le parole le loro reali intenzioni (tutto il mondo è paese) invece di usare gli ideogrammi, cioè la base essenziale della loro lingua, tirano invece fuori oscuri miscugli di inglese-giapponese. La mancata comprensione è assicurata.

Anche voi in Cina vi fate mettere linguisticamente e culturalmente sotto i piedi, e buttate al macero diciamo sei, settemila anni di cultura?

:)
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:e buttate al macero diciamo sei, settemila anni di cultura?
Epperò...
Avatara utente
SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

sempervirens ha scritto:Mi chiedevo come fosse la situazione in Cina. Qui in Giappone quando i politici vogliono mascherare - quindi ingroppare il popolo- con le parole le loro reali intenzioni (tutto il mondo è paese) invece di usare gli ideogrammi, cioè la base essenziale della loro lingua, tirano invece fuori oscuri miscugli di inglese-giapponese. La mancata comprensione è assicurata.

Anche voi in Cina vi fate mettere linguisticamente e culturalmente sotto i piedi, e buttate al macero diciamo sei, settemila anni di cultura?

:)
In Cina per fortuna di prestiti linguistici se ne usano pochi, quasi tutto viene tradotto in base al significato, oppure si ricorre a calchi linguistici, e solo raramente si adatta foneticamente.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Interessante! Ho sempre immaginato che da voi ci fosse una "Crusca" più severa e con più voce in capitolo. Si tratta di saggezza e amor proprio o c'è dell'altro?
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Siamo quasi completamente «fuori fòro», ma paragonare una lingua agglutinante (fra l’altro dotata di due sillabari) come il giapponese a una lingua analitica tonale [sostanzialmente mono/disillabica] quale il cinese non ha molto senso, anche in relazione ai prestiti.

Ci sono, cioè, delle ostruzioni tipologiche che impediscono al cinese d’incamerare grandi quantità di forestierismi senza il ricorso ai calchi semantici (e molto piú occasionalmente agli adattamenti fonetici).

Il cantonese di Hong Kong fa un po’ eccezione, ma lí i prestiti [integrali] sono dei veri e propri «corpi estranei» sia nella scrittura sia nella lingua parlata, dove vengono adattati alla fonetica locale.
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Sì, siamo un po' fuori tema, forse. La Sua osservazione sulla struttura del cinese è pure giusta. No, vede, sapendo che in Cina ci sono gli ideogrammi mi chiedevo se per caso loro usassero nel parlato (non nello scritto) parole di lingue straniere, dell'inglese o dell'italiano, o di altre lingue ancora. Magari si viene a sapere che le parole inglesi vengono sistematicamente usate a sproposito, e storpiate pure, anche in Cina.

Convengo sul fatto che questo è un forum di lingua italiana, e quindi lascio decadere la domanda sulla situazione della Cina.
Io nella mia lingua ci credo.
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