Ferdinand Bardamu ha scritto:La ringrazio: seguirò il suo consiglio. Non mi vengono in mente coppie minime al momento, perciò non so se si possa parlare di opposizione fonologica. La /ʦ/ — che, nella resa concreta, è pronunciata con il tratto dentale indebolito rispetto al corrispettivo fonema italiano — conguaglia l’esito del [k] latino davanti a [e] e [i
] (
zercare, ‘cercare’, da
CIRCARE) e di -
TJ- (
spazaóra, ‘scopa’, der. di
spazare, lat.
SPATIARI)
Il conguaglio è lo stesso della Romagna. Lì, però, il tratto dentale è proprio assente: non c'è un'affricata ma una fricativa che somiglia un po' ai "th" inglesi [θ] [ð].
Se ne può sentire un esempio qui:
http://www2.hu-berlin.de/vivaldi/index. ... 54&lang=it (sia il primo (trascritto male con una "s") che il terzo)
Ho provato a guardare la stessa parola per il Veneto:
http://www2.hu-berlin.de/vivaldi/index. ... 54&lang=it
C'è in parecchi casi la fricativa come in Romagna, in altri delle /s/.
Nella variante di cortina sento una sequenza più che un'affricata, è a questa che si riferisce con "elemento dentale indebolito"?
A proposito di opposizioni: nei dialetti di cui parla, non fanno coppia minima le due parole dell'altro filone? («mazza» / «massa»)
Altre su cui indagare possono essere: «ammazzare» / «ammassare», «sera» / «cera», «sent-» / «cent-», «pass-» / «pazz-», «cass-» / «cazz-».
In ogni caso, non legherei tutta la questione alla presenza di coppie minime.
Le coppie minime sono un caso eclatante di fonematicità, ma in loro assenza si deve valutare la distribuzione. In particolare bisogna capire se la distribuzione è vincolata alla struttura delle parole (il fono
1 è presente davanti o dietro alcune consanti, il fono
2 solo con altre, oppure i foni si alternano a seconda della sillaba chiusa o aperta etc).
È il caso degli italiani [ɱ] [n] [ŋ], riconducibili a /n/ perché la loro distribuzione è interamente deducibile dal fono che segue.
Se invece la distribuzione è libera, si può parlare di fonemi.
In pratica, se (in sincronia) in quella parola c'è il fono
1 e in quell'altra il fono
2 "perché sì" siamo di fronte a due fonemi.
Almeno, secondo me, non siamo in un caso simile a [ɱ] [n] [ŋ] = /n/.
Se abbiamo (invento
) «passorre» e «nazzorri» e confrontiamo /s/ e /ʦ/, quei "p ~ n" e "e ~ i" non alterano il contesto di /s/ e /ʦ/, l'assenza di coppie minime è puramente incidentale.