Il volume raccoglie «quasi duemila» termini proscritti con relative sostituzioni, e permette quindi di avere un quadro piuttosto ampio per capire le idee linguistiche che determinano le scelte.
L'interesse è in gran parte storico: parecchi dei forestierismi proscritti oggi sono caduti in disuso perché sono caduti in disuso gli oggetti o i concetti da essi indicati, e quindi molte sostituzioni semplicemente non servirebbero più o servirebbero poco. Alcune idee invece potrebbero essere utili anche oggi, e sono comunque "gustose" per chi ha interesse per la lingua. Non pochi forestierismi sono specialistici, di àmbiti e discipline che non conosco, quindi non so se oggi siano ancora in uso o no.
Per me è interessante notare in particolare le differenze fra questo tipo d'italianizzazioni e il purismo strutturale castellaniano. Ci sono almeno due differenze vistose.
La prima è che all'Accademia sembra non importare l'effettiva conformità delle parole alla nostra fonotassi, ma solo alla nostra ortografia. Un purismo, insomma, non «strutturale» ma «esclusivamente ortografico». È una posizione —come sappiamo e come io stesso ho avuto modo di verificare tante volte— molto diffusa anche oggi tra chi simpatizza per l'italiano contro l'itanglese ma ha una conoscenza dell'argomento piuttosto superficiale (con qualche eccezione: l'ha sostenuta più volte anche Zoppetti, che invece all'argomento ha dedicato ampi studi). (Come sapete, è una posizione che io considero sbagliata, e in un certo senso "pericolosa"). Per quanto ora mi sembri assurdo, io stesso, nei primissimi momenti del mio "risveglio", e presa di coscienza linguistica, ritenevo che per molti termini bastasse italianizzare graficamente (...ma mi sono ulteriormente svegliato presto, per fortuna ).
Alcuni esempi di sostituzioni e non-sostituzioni che mostrano questo:
- bazar > bazar;
- camion: anche se «in Toscana si hanno adattamenti: camióne, càmio», «è voce che può essere mantenuta, accentata sul radicale (càmion) e invariabile al plurale, accanto al termine che ne è quasi sinonimo, autocarro [...]».
- chow chow > ciàuciàu (sic);
- ciak > ciàc;
- cognac > cognac;
- film > pellicola, film;
- golf > golf;
- gong > gong;
- Grand-Guignol > Gran-Chignol;
- grès > gres;
- jazz > giàz;
- kapoc (bambagia malese) > capòc;
- Kipfel > cornetto, chifel;
- lawn-tennis > tènnis;
- pique-nique > picnic;
- rhum > rum;
- seltz > selz;
- setter (cane) > sètter;
- slivowitz > slivoviz;
- sport > sport;
- teak > tec;
- wafer > vàfer;
- vermouth > vèrmut;
- Walzer > vàlzer;
- yoghourt > iogùrt (prima femminile, poi maschile), latte bulgaro.
- alcool > àlcole;
- bidet > bidè;
- caoutchouk > caucciù;
- curaçao (liquore) > curassò;
- festival > festivale;
- grisou > grisù;
- kimono > chimono;
- mazurka > mazurca;
- polka > polca;
- punch > ponce;
- pyjamas > pigiama;
- ragoût > ragù, stufato;
- roundeau > rondò;
- salmis > salmì, stufato;
- schimmy (sic) > scìmmi.
- bâbord (babordo) > sinistra;
- bétonnière (betoniera) > impastatrice di calcestruzzo;
- bijouterie (bigiotteria) > conteria;
- bobine (bobina) > rocchetto;
- camma > eccentrico;
- côtolette (cotoletta) > costoletta;
- début (debutto) > esordio, la prima;
- dérapage (derapata) > slittata;
- flacon (flacone) > boccetta, bottiglietta, fiala;
- grille, grill, gril (griglia) > graticola, gratella;
- lingerie (lingeria) > biancheria;
- mansarde (mansarda) > soffitta;
- photomontage (fotomontaggio) > fotocomposizione;
- pitch pine (pispàino) > pino americano;
- poutrelle (putrella) > longarina;
- scuna > goletta (invece schooner e scuner > brigantino-goletta, brigoletta);
- salon (salone, «nelle esposizioni automobilistiche, ecc.») > mostra;
- trench-coat (trence «nell'uso di sartoria») > impermeabile, impermeabile sportivo;