Comincio dal basso: sarà perché traduco spesso materiale di marketing, ma casserei la parola rivoluzione nel 99,99 percento dei casi. La invito a leggere il divertente commento di Sebastiano Vassali in Il neoitaliano - L'italiano degli anni ottanta sull'abuso di questa parola. Ma se lei vuole fare una vera rivoluzione in fatto di lingua, allora dovrebbe tagliare - letteralmente - teste, e a milioni. O scrivere un'altra Divina Commedia.Marco1971 ha scritto:Ma, caro Roberto, donde viene codesta teoria del rifiuto? I parlanti coi quali ho parlato non rifiutano un bel nulla. Semplicemente prendono per buone le cose che gli si propina e ci si abituano (nella maggioranza dei casi). E allora propiniamogli delle belle parole di fattura italiana.
La cosa che piú mi fa rabbrividire è che lei sembra difendere una tendenza (di cui non nego l’esistenza in certi ambienti, ma che riprovo) e che trovi naturale la terminazione uni- o biconsonantica. Sarà dovuto al fatto che lei parla perfettamente inglese piú che alle sue origini.
(Competenza intrinseca non vuol dir nulla: esiste forse una competenza estrinseca?)
Macché italiano fiorentino del Trecento! Tautologia! A ogni modo, solo negli ultimi cinquant’anni s’è cominciato piano piano a adottare (e oggi a un ritmo folle!) termini marziani. E cinquant’anni, sulla scala della storia, sono picciol cosa.
Non v’è alcuna irrealtà nella mia visione delle cose; è solo diversa dalla sua: io credo nelle rivoluzioni, lei nell’irreversibilità.
La prospettiva si può facilmente capovolgere: io credo nell'evoluzione ma non penso la posso imporre, lei crede nella staticità - ossia le strutture italiane di 700 anni fa - e la vuole imporre.
Competenza intrinseca è forse definizione un po' criptica, ha bisogno di un chiarimento. Più che altro avevo in mente la competenza acquisita secondo un normale percorso di crescita e istruzione liceale o magari anche universitaria, ma non allargata da letture approfondite che permettano di riconoscere i meccanismi che vengono applicati incosciamente.
Ad esempio, un parlante nativo dice automaticamente È successa una disgrazia grazie alla propria competenza intrinseca - mentre uno straniero che impari la lingua non saprebbe cosa scegliere tra È successa una disgrazia e *Una disgrazia è successa finché non capisce che tutti usano la prima espressione e allora, almeno in questo caso, ha acquisito competenza pari a quella di un parlante nativo ma dall'esterno per così dire. Infine un parlante nativo con competenza non solo intrinseca ma anche linguistica sa non solo che la prima espressione è quella giusta ma anche perché.