Quindi: Ciudad de México è endonimo e Città del Messico esonimo. Mexico City sarebbe un anglonimo.Il Treccani in linea ha scritto:endònimo s. m. [comp. di endo- e -onimo]. – Termine, coniato in contrapp. a esonimo, con cui in geografia e cartografia viene talora indicato il “nome ufficiale”, indigeno, di una località (o in genere, di una entità geografica), quello cioè con cui la località stessa viene denominata nell’area geografica in cui è situata (London, per es., è l’endonimo della città di Londra, e Londra è invece l’esonimo con cui essa è nota in Italia).
eṡònimo s. m. [dall’ingl. exonym, comp. di exo- “eso-2” e -onym “-onimo”]. – Termine con cui, in geografia e cartografia, viene indicato il nome con cui una località, o comunque una entità geografica, è denominata in una determinata lingua, in quanto differisca dalla forma con cui essa è denominata nella lingua che è ufficiale nell’area in cui è situata; per es., Parigi è l’esonimo italiano della città che in Francia è chiamata Paris; Zara è oggi l’esonimo italiano della città dalmata che in croato è chiamata Zadar, e al contrario, quando la città era italiana, Zara era il suo nome ufficiale (o endonimo) e Zadar ne era l’esonimo croato.
Toponomastica e antroponimia
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Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Trovato ieri davanti a un negozio MediaWorld:Marco1971 ha scritto:Scusate, ma cos’è questa storia di Capetown? La mia Enciclopedia Universale Garzanti, alla voce Capetown, scrive:
nome inglese di –> Città del Capo.
Stiamo regredendo, cancellando i nomi italiani per sostituirli coi corrispondenti inglesi?
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Ora in questo intervento farò una samba dei toponimi cinesi .
Prima di tutto, a me mi dà alquanto fastidio la grafia Shangai molto diffusa in Italia, c'è perfino una strada a Roma che si chiama Via Shangai!
O lo si scrive in modo corretto secondo il pinyin allora Shanghai, oppure lo si italianizza in Sciangai, che è la pronuncia piú diffusa in Italia, ed esiste anche il gioco scritto cosí.
Ed è proprio il vezzo di pronunciarlo sciangai che fa dimenticare che c'è una h di mezzo, muta in italiano.
Ovviamente la pronuncia è molto lontana dal cinese /ʂɑŋ xai/, in cui /ʂ/ è una /s/ retroflessa, pronunciata con la lingua che tocca il palato. Invece nell'ng rappresenta il suono /ŋ/, pertanto la pronuncia italiana (ed europea non inglese) con la g non viene capita dai cinesi.
Addirittura la pronuncia «sciangai» è piú simile alla pronuncia in mandarino di Hong Kong, pronunciato approssimativamente sciaŋ kaŋ.
È già capitato a mia madre di telefonare a un'agenzia viaggi cinese per prenotare un volo per Hong Kong ad un amico italiano, che dopo averla sentita parlare le ha detto: «Hong Kong! Non Shanghai!»
In inglese la pronuncia già è piú comprensibile per i cinesi: /ʃɑŋ'hɑɪ/
Siccome gli anglofoni pronunciano la ng como /ŋ/ e aspirano la h, per loro la trascrizione pinyin è la più naturale.
Per i toscani propongo Sanecài, ché la gorgia dovrebbe far aspirare la «c» e rendere la pronuncia piú simile a quella cinese.
Per le città cinesi, la tendenza inglese attuale è di mantenere la grafia del pinyin, quindi ora non si dice piú Peking (da cui deriva Pechino) ma Beijing e non si dice piú Nanking (da cui deriva Nanchino) ma Nanjing.
In italiano ancora resistono le forme italianizzate Pechino e Nanchino.
Io personalmente preferisco la forma italianizzata quando esiste ed è diffusa storicamente.
Invece scrivo in pinyin i toponimi che non hanno forma italianizzata attestata, visto che il sistema Wade-Gildes è ormai obsoleto in Cina, e di cui non conosco tutte le traslitterazioni.
Per esempio Xinjiang invece di Sinkiang, Tianjin invece di Tientsin.
Invece Xiamen era chiamata anticamente in inglese Amoy, secondo la pronuncia del dialetto locale.*
Mentre Canton è il nome improprio datto alla città Guangzhou, siccome foneticamente deriva da Guangdong che non è il nome della città, ma della provincia.
Per evitare equivoci su città o provincia, preferisco evitare la forma Canton.
Chissà se via Canton a Roma si riferisce alla città o alla provincia?
Invece l'altro nome di Taiwan, Formosa, è l'antico nome dato dai coloni portoghesi. Nome che personalmente non uso mai.
Il monte piú alto del mondo, conosciuto come Everest dal nome dell'esploratore inglese, preferirei chiamarlo col nome locale tibetano Chomo Langma, ma purtroppo in Italia nessuno lo conosce con quel nome.
Il fiume Huang He, trascritto anche come Huang Ho (Wade-Giles?) può essere italianizzato tranquillamente come Fiume Giallo visto che è la traduzione letterale.
L'altro grande fiume Chang Jiang viene italianizzato come Fiume Azzurro, anche se il nome significa in realtà Fiume Lungo. Forse Azzurro per contrapporlo a Giallo?
Il nome piú diffuso in Italia e in Occidente, cioè Yang-tze Kiang (traslitterazione Wade-Giles, in pinyin è Yangzi Jiang), è improprio ché quel nome indica in cinese soltanto la parte terminale del fiume, quella che attraversa le province costiere di Zhejiang e Jiangsu, e la città di Sciangai (:D).
Il terzo fiume Zhu Jiang è italianizzato in Fiume delle Perle, sempre per traduzione letterale.
Infine il fiume al confine tra Cina e Russia è chiamato con il nome russo Amur, probabilmente perché di piú facile pronuncia rispetto al cinese Heilongjiang.
*Scherzosamente scrivo la città in cui sono cresciuto Yujou secondo la pronuncia del dialetto locale (Wenzhou in pinyin mandarino).
Invece la cittadina d'origine della mia famiglia la scrivo come Cindia secondo il nostro dialetto, ciò è perfetto in Italiano, visto che è più facile da pronunciare del mandarino Qingtian /tɕʰiŋ tʰjɛn/.
E si potrebbe derivare l'aggettivo Cindiese, anche se noi nel parlato quotidiano diciamo perlopiú Cindianese o Cintianese, forse per assonanza con il nostro patronimino Cintianen, con sordizzazione (?) della d in t.
Ovviamente non è consigliabile usare queste forme in un contesto non scherzoso, visto che non sono attestati in Occidente, essendo i due dialetti, purtroppo per noi, rustici, checché ciascun d'essi è parlato solo nella rispettiva città o paese e in nessun altro luogo della Cina. Per cui si usa sempre il mandarino per le traslitterazioni.
Un po' di tempo fa, avevo letto su Wikipedia che alcune opere di Shakespeare furono effettivamente pubblicate in Italia a firma di Guglielmo Scotilancia. Tuttavia nella voce di adesso non c'è più questa affermazione. Forse l'hanno cancellata perché non affidabile.
Secondo Wikipedia, vi è addirittura l'ipotesi che in realtà Shakespeare era un siciliano emigrato a Londra per sfuggire alle persecuzioni. Sua madre si chiamava Guglielma Crollalanza perciò lui anglicizzò (e masculinizzò) il nome e cognome materno, traducendo Guglielma con William e il siciliano Crollalanza con Shakespeare.
Prima di tutto, a me mi dà alquanto fastidio la grafia Shangai molto diffusa in Italia, c'è perfino una strada a Roma che si chiama Via Shangai!
O lo si scrive in modo corretto secondo il pinyin allora Shanghai, oppure lo si italianizza in Sciangai, che è la pronuncia piú diffusa in Italia, ed esiste anche il gioco scritto cosí.
Ed è proprio il vezzo di pronunciarlo sciangai che fa dimenticare che c'è una h di mezzo, muta in italiano.
Ovviamente la pronuncia è molto lontana dal cinese /ʂɑŋ xai/, in cui /ʂ/ è una /s/ retroflessa, pronunciata con la lingua che tocca il palato. Invece nell'ng rappresenta il suono /ŋ/, pertanto la pronuncia italiana (ed europea non inglese) con la g non viene capita dai cinesi.
Addirittura la pronuncia «sciangai» è piú simile alla pronuncia in mandarino di Hong Kong, pronunciato approssimativamente sciaŋ kaŋ.
È già capitato a mia madre di telefonare a un'agenzia viaggi cinese per prenotare un volo per Hong Kong ad un amico italiano, che dopo averla sentita parlare le ha detto: «Hong Kong! Non Shanghai!»
In inglese la pronuncia già è piú comprensibile per i cinesi: /ʃɑŋ'hɑɪ/
Siccome gli anglofoni pronunciano la ng como /ŋ/ e aspirano la h, per loro la trascrizione pinyin è la più naturale.
Per i toscani propongo Sanecài, ché la gorgia dovrebbe far aspirare la «c» e rendere la pronuncia piú simile a quella cinese.
Per le città cinesi, la tendenza inglese attuale è di mantenere la grafia del pinyin, quindi ora non si dice piú Peking (da cui deriva Pechino) ma Beijing e non si dice piú Nanking (da cui deriva Nanchino) ma Nanjing.
In italiano ancora resistono le forme italianizzate Pechino e Nanchino.
Io personalmente preferisco la forma italianizzata quando esiste ed è diffusa storicamente.
Invece scrivo in pinyin i toponimi che non hanno forma italianizzata attestata, visto che il sistema Wade-Gildes è ormai obsoleto in Cina, e di cui non conosco tutte le traslitterazioni.
Per esempio Xinjiang invece di Sinkiang, Tianjin invece di Tientsin.
Invece Xiamen era chiamata anticamente in inglese Amoy, secondo la pronuncia del dialetto locale.*
Mentre Canton è il nome improprio datto alla città Guangzhou, siccome foneticamente deriva da Guangdong che non è il nome della città, ma della provincia.
Per evitare equivoci su città o provincia, preferisco evitare la forma Canton.
Chissà se via Canton a Roma si riferisce alla città o alla provincia?
Invece l'altro nome di Taiwan, Formosa, è l'antico nome dato dai coloni portoghesi. Nome che personalmente non uso mai.
Il monte piú alto del mondo, conosciuto come Everest dal nome dell'esploratore inglese, preferirei chiamarlo col nome locale tibetano Chomo Langma, ma purtroppo in Italia nessuno lo conosce con quel nome.
Il fiume Huang He, trascritto anche come Huang Ho (Wade-Giles?) può essere italianizzato tranquillamente come Fiume Giallo visto che è la traduzione letterale.
L'altro grande fiume Chang Jiang viene italianizzato come Fiume Azzurro, anche se il nome significa in realtà Fiume Lungo. Forse Azzurro per contrapporlo a Giallo?
Il nome piú diffuso in Italia e in Occidente, cioè Yang-tze Kiang (traslitterazione Wade-Giles, in pinyin è Yangzi Jiang), è improprio ché quel nome indica in cinese soltanto la parte terminale del fiume, quella che attraversa le province costiere di Zhejiang e Jiangsu, e la città di Sciangai (:D).
Il terzo fiume Zhu Jiang è italianizzato in Fiume delle Perle, sempre per traduzione letterale.
Infine il fiume al confine tra Cina e Russia è chiamato con il nome russo Amur, probabilmente perché di piú facile pronuncia rispetto al cinese Heilongjiang.
*Scherzosamente scrivo la città in cui sono cresciuto Yujou secondo la pronuncia del dialetto locale (Wenzhou in pinyin mandarino).
Invece la cittadina d'origine della mia famiglia la scrivo come Cindia secondo il nostro dialetto, ciò è perfetto in Italiano, visto che è più facile da pronunciare del mandarino Qingtian /tɕʰiŋ tʰjɛn/.
E si potrebbe derivare l'aggettivo Cindiese, anche se noi nel parlato quotidiano diciamo perlopiú Cindianese o Cintianese, forse per assonanza con il nostro patronimino Cintianen, con sordizzazione (?) della d in t.
Ovviamente non è consigliabile usare queste forme in un contesto non scherzoso, visto che non sono attestati in Occidente, essendo i due dialetti, purtroppo per noi, rustici, checché ciascun d'essi è parlato solo nella rispettiva città o paese e in nessun altro luogo della Cina. Per cui si usa sempre il mandarino per le traslitterazioni.
Su Google si trovano tante occorenze di Scuotilancia e poche di Scotilancia. Segno che poca gente conosce il dittongo mobile.Marco1971 ha scritto:E, scherzosamente, Shakespeare in Scotilancia.
Un po' di tempo fa, avevo letto su Wikipedia che alcune opere di Shakespeare furono effettivamente pubblicate in Italia a firma di Guglielmo Scotilancia. Tuttavia nella voce di adesso non c'è più questa affermazione. Forse l'hanno cancellata perché non affidabile.
Secondo Wikipedia, vi è addirittura l'ipotesi che in realtà Shakespeare era un siciliano emigrato a Londra per sfuggire alle persecuzioni. Sua madre si chiamava Guglielma Crollalanza perciò lui anglicizzò (e masculinizzò) il nome e cognome materno, traducendo Guglielma con William e il siciliano Crollalanza con Shakespeare.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Ma samba non è maschile?SinoItaliano ha scritto:Ora in questo intervento farò una samba
Non solo a Roma, in altre città d'Italia c'erano dei quartieri che si chiamavano proprio Sciangai (e simili), forse perché molto trafficati, come la città orientale.SinoItaliano ha scritto:Prima di tutto, a me mi dà alquanto fastidio la grafia Shangai molto diffusa in Italia, c'è perfino una strada a Roma che si chiama Via Shangai!
Nell'italiano settentrionale n in fine di sillaba è comunque velare ([ŋ] o simile).SinoItaliano ha scritto:Invece nell'ng rappresenta il suono /ŋ/, pertanto la pronuncia italiana (ed europea non inglese) con la g non viene capita dai cinesi.
Eh, vien fuori qualcosa come [sane'hai] o [sane'ai], che non so quanto sia meglio a un orecchio nativo di [ʃan'gai].SinoItaliano ha scritto:Per i toscani propongo Sanecài, ché la gorgia dovrebbe far aspirare la «c» e rendere la pronuncia piú simile a quella cinese.
Sì, è un buon criterio.SinoItaliano ha scritto:Io personalmente preferisco la forma italianizzata quando esiste ed è diffusa storicamente.
Su alcuni testi e atlanti veniva fatta una distinzione: Formosa per l'isola, Taiwan per l'entità amministrativa. In modo analogo, Ceylon e Sri Lanka.SinoItaliano ha scritto:Invece l'altro nome di Taiwan, Formosa, è l'antico nome dato dai coloni portoghesi. Nome che personalmente non uso mai.
Avevo letto la forma Qomolangma, dev'essere un altro sistema di trascrizione del tibetano.SinoItaliano ha scritto:Il monte piú alto del mondo, conosciuto come Everest dal nome dell'esploratore inglese, preferirei chiamarlo col nome locale tibetano Chomo Langma, ma purtroppo in Italia nessuno lo conosce con quel nome.
Boh! Anche in francese (Fleuve Bleu) esiste qusto nome. In ispagnolo l'esonimo Río Azul sembra che sia obsoleto, in compenso...SinoItaliano ha scritto:Il fiume Huang He, trascritto anche come Huang Ho (Wade-Giles?) può essere italianizzato tranquillamente come Fiume Giallo visto che è la traduzione letterale.
L'altro grande fiume Chang Jiang viene italianizzato come Fiume Azzurro, anche se il nome significa in realtà Fiume Lungo. Forse Azzurro per contrapporlo a Giallo?
Quindi sarebbe un nome inventato dagli occidentali solo per distinguerlo dall'altro fiume.La Wikipedia spagnola ha scritto:Además, en los países hispanohablantes, lo mismo que en Francia e Italia, se le llamó en algunos atlas antiguos río Azul, nombre sin justificación histórica, probablemente inventado en Francia por analogía con el nombre del otro gran río de China, el río Amarillo.
Si tratta di teorie non confermate, che piacciono tanto ai cacciatori di misteri.SinoItaliano ha scritto:Secondo Wikipedia, vi è addirittura l'ipotesi che in realtà Shakespeare era un siciliano emigrato a Londra per sfuggire alle persecuzioni. Sua madre si chiamava Guglielma Crollalanza perciò lui anglicizzò (e masculinizzò) il nome e cognome materno, traducendo Guglielma con William e il siciliano Crollalanza con Shakespeare.
- GianDeiBrughi
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A questo punto non posso esimermi dal citare il caso di Copenaghen.
Che in inglese si dice Copenhagen e in tante tante altre lingue si scrive con la H davanti alla G e non viceversa come in italiano.
Che in inglese si dice Copenhagen e in tante tante altre lingue si scrive con la H davanti alla G e non viceversa come in italiano.
- SinoItaliano
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Ops... non lo sapevo.Carnby ha scritto:Ma samba non è maschile?
E meno male che ho imparato il portoghese brasiliano...
Infatti io non mi lamento della grafia Sciangai che sarebbe l'adattamento piú ovvio secondo la pronuncia italiana corrente.Carnby ha scritto:Non solo a Roma, in altre città d'Italia c'erano dei quartieri che si chiamavano proprio Sciangai (e simili), forse perché molto trafficati, come la città orientale.
Ciò che mi dà fastidio è Shangai senz'h che è palesemente un errore di spelling (va bene ortografia qui?).
A meno che in futuro qualcuno non mi dica che sh sarà la scrittura italiana standard per il fonema /ʃ/... allora mi rassegnerò e lo considererò come adattamento.
Quel quartiere di Roma è nuovo, costruito verso la metà degli anni '80 credo, e hanno deciso di omaggiare la Cina con tanto d'inaugurazione con l'ambasciatatore della Repubblica Popolare Cinese, denominando tutte le strade con toponimi cinesi.
Quindi via Pechino, via Shangai, via Canton, via della Muraglia Cinese, ecc.
Trattandosi di toponimi ufficiali mi sarei aspettato un'ortografia piú rigorosa di Shangai...
Infatti penso che anche nell'italiano centro-meridionale Shangai sia pronunciata con la velare [ʃaŋ'gai] siccome precede una /g/, giusto?Carnby ha scritto:Nell'italiano settentrionale n in fine di sillaba è comunque velare ([ŋ] o simile).
Il problema quindi non è la velare, ma il fatto che gli italiani non percepiscono il grafema "ng" come rappresentante del suono /ŋ/, ma pensano che vada pronunciata anche la "g". Che dovrebbe essere muta, essendo parte dell'espediente grafico "ng".
Come dicevo prima, non dovrebbe essere [ʃaŋ'gai] con la velare?Carnby ha scritto:Eh, vien fuori qualcosa come [sane'hai] o [sane'ai], che non so quanto sia meglio a un orecchio nativo di [ʃan'gai].
La pronuncia cinese meridionale (e quella mia nel parlato trascurato) è [san hai] o [saŋ hai], con de-retroflessione (?) della /ʂ/ in [s], e neutralizzazione di /n/ e /ŋ/, pronunciabile in tutt'e due i modi senza distinzione.
Quindi già si avvicinerebbe un pochino
Magari non facendo troppo sentire la "e" dopo la "n".
Oppure sannecai? la doppia n potrebbe far sentire di meno la vocale "e"?
In ogni caso andrebbe bene solo la gorgia con [h], ma non quella che elimina completamente la consonante,
L'isola si chiama Taiwan Dao (Isola di Taiwan) in cinese.Carnby ha scritto:Su alcuni testi e atlanti veniva fatta una distinzione: Formosa per l'isola, Taiwan per l'entità amministrativa. In modo analogo, Ceylon e Sri Lanka.
Mentre nella RPC l'entità amministrativa è chiamata Taiwan Sheng (Provincia di Taiwan), considerata ufficialmente una provincia integrante della RPC.
Invece a Taiwan si autodefiniscono Zhonghua Minguo (Repubblica Cinese, contrapposta alla Repubblica Popolare Cinese).
Mentre è usato di rado Furmosa (trascritta con gli ideogrammi 福尔摩沙) nei testi letterari e poetici (che verrebbe capito da ben pochi cinesi)... ma anche dagli indipendentisti di Taiwan.
Facendo una ricerca, leggo che i portoghesi la chiamarono Ilha Formosa (Isola Formosa nel senso di bella) rimasti incantati dalla bellezza del paesaggio dell'isola, ma vi s'erano recati solo di passaggio, senza mai colonizzarla. In seguito gli Olandesi e la compagnia delle Indie Orientali hanno continuato a usare il nome di Formosa.
Però vi sono tante altre località al mondo, soprattutto ex colonie portoghesi che hanno Formosa nel toponimo.
Si vede che i portoghesi davano molta importanza ai paesaggi.
Mentre al denominazione Taiwan ha meno di 300 anni.
Le lingue minoritarie in Cina (tibetano, mongolo, uighuro) hanno sempre una trascrizione anglicizzante (in questo caso con ch) e una cinesizzante ispirata al pinyin (con q, che nel pinyin rappresenta un suono simile al ch inglese).Carnby ha scritto:Avevo letto la forma Qomolangma, dev'essere un altro sistema di trascrizione del tibetano.
Cosí come anche il coreano e il giapponese hanno ciascuno due sistemi di romanizzazione...
O forse per constatazione sul campoCarnby ha scritto:Boh! Anche in francese (Fleuve Bleu) esiste qusto nome. In ispagnolo l'esonimo Río Azul sembra che sia obsoleto, in compenso...
Quindi sarebbe un nome inventato dagli occidentali solo per distinguerlo dall'altro fiume.
Il Fiume Giallo è un fiume pieno di terra e di melma che lo rendono giallognolo. Ciò ha reso le terre molto fertili diventano la culla della civiltà cinese.
Invece il Fiume Azzuro è un fiume piú limpido, quindi azzurro, diventando la culla della civiltà cinese meridionale solo in un secondo tempo, dopo l'immigrazione dal nord.
Tra l'altro adesso anche a Roma c'è il Biondo Tevere.
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L'ortografia italiana è molto piú logica .GianDeiBrughi ha scritto:A questo punto non posso esimermi dal citare il caso di Copenaghen.
Che in inglese si dice Copenhagen e in tante tante altre lingue si scrive con la H davanti alla G e non viceversa come in italiano.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Non piú di quella inglese [almeno in questo caso!].
Certo, «errore ortografico»...SinoItaliano ha scritto:Ciò che mi dà fastidio è Shangai senz'h che è palesemente un errore di spelling (va bene ortografia qui?).
Per quelli che considerano «erroneo» sciampo e pretendono che si scriva shampoo forse sì.SinoItaliano ha scritto:A meno che in futuro qualcuno non mi dica che sh sarà la scrittura italiana standard per il fonema /ʃ/...
Certamente.SinoItaliano ha scritto:Infatti penso che anche nell'italiano centro-meridionale Shangai sia pronunciata con la velare [ʃaŋ'gai] siccome precede una /g/, giusto?
RiformuloSinoItaliano ha scritto:Come dicevo prima, non dovrebbe essere [ʃaŋ'gai] con la velare?
«[...] vien fuori qualcosa come [sane'hai] o [sane'ai], che non so quanto sia meglio a un orecchio nativo di [ʃaŋ'gai].»
Il motivo del mio errore è che ho usato le parentesi quadre (trascrizione fonetica); se avessi scritto /ʃan'gai/ (trascrizione fonematica) sarebbe stato corretto dato che [ŋ] in italiano (e in toscano) è un allofono del fonema /n/.
Per inciso, la /ʃ/ iniziale, nella pronuncia italiana migliore, è sempre rafforzata (anche se Canepari non ci crede) quindi andrebbe trascritto [ʃʃaŋ'gai] o qualcosa del genere)...
Forse con /nn/ il timbro della e successiva potrebbe sembrare un po' più attenuato.SinoItaliano ha scritto:Oppure sannecai? la doppia n potrebbe far sentire di meno la vocale "e"?
Carnby ha scritto:Tra l'altro adesso anche a Roma c'è il Biondo Tevere.
Non ne sono a conoscenza... può spiegarsi meglio?
Mi sembra che nalla letteratura italiana ci sia qualche attestazione della grafia Copenhaghen. Comunque sarebbe stato meglio italianizzarlo in Copenaga o Copegnaga (seguendo la forma tedesca e inglese) o anche Coppenavia secondo la pronuncia dell'originale danese Kjøbenhavn (moderno København).GianDeiBrughi ha scritto:A questo punto non posso esimermi dal citare il caso di Copenaghen.
Che in inglese si dice Copenhagen e in tante tante altre lingue si scrive con la H davanti alla G e non viceversa come in italiano.
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In portoghese samba è maschile. Il Treccani dice che in italiano può essere maschile o femminile.Ops... non lo sapevo. Che vergogna! / Embarassed
E meno male che ho imparato il portoghese brasiliano...
- SinoItaliano
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La ringrazio, Brazilian Dude, per la precisazione sul portoghese e per il collegamento al Treccani!Brazilian Dude ha scritto:In portoghese samba è maschile. Il Treccani dice che in italiano può essere maschile o femminile.
O samba è l'errore che faccio piú spesso in portoghese...
Grazie per il collegamento, Infarinato!Infarinato ha scritto:Non piú di quella inglese [almeno in questo caso!].
Non sapevo che gli inglesi pronunciassero effettivamente l'h.
Ho ascoltato l'audio del danese... questa lingua non fa per me, suoni troppo difficili.Carnby ha scritto:Coppenavia secondo la pronuncia dell'originale danese Kjøbenhavn (moderno København).
Anch'io non amo molto che un toponimo straniero giunga attraverso l'inglese.
Come non apprezzo molto che tante città italiane siano adattate in cinese tramite l'inglese, e non tramite l'italiano.
Allora Sannecài siaCarnby ha scritto:Forse con /nn/ il timbro della e successiva potrebbe sembrare un po' più attenuato.
Tra l'altro noto che anche lei ha raddoppiato la p in Coppenavia
La ringrazio della precisazione, mi ero dimenticato della doppia ʃ !Carnby ha scritto:[ʃʃaŋ'gai]
Magari in un'ipotetica frase "Sono di Ciangai" pronunciata da un toscano o romano suonerebbe [ʃaŋ'gai], con la città di fantasia Ciangai.
Mi scusi, avevo detto una cosa imprecisa.Carnby ha scritto:Non ne sono a conoscenza... può spiegarsi meglio?
Riformulo la frase:
Tra l'altro anche a Roma c'è il Biondo Tevere, e adesso lo è piú che mai.
Il Tevere è sempre stato definito biondo fin dall'Eneide:
Non conosco il latino, ma dovrei aver citato la frase originale latina giusta.Virgilio nell'Eneide ha scritto:Hunc inter fluvio Tiberinus amoeno
verticibus rapidis et multa flavus harena
in mare prorumpit.
In mezzo ad esso con corso ameno il Tevere
con salti rapidi e biondo di molto limo
si getta in mare.
A Roma il Tevere, fiume portatore di limo e di colore giallastro, è sempre stato chiamato il Biondo Tevere poeticamente e affettivamente dai Romani.
Praticamente è la controparte romana del Fiume Giallo (che nell'intervento sopra ho definito portatore di "terra e melma"... chiedo venia, avrei dovuto scrivere "limo").
Invece attualmente è esageratamente biondo per l'inquinamento e la sporcizia, anzi è verdognolo.
Dovremmo chiamarlo lo Smeraldo Tevere?
Ultima modifica di SinoItaliano in data gio, 22 mar 2012 10:18, modificato 1 volta in totale.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
- Ferdinand Bardamu
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Meglio smeraldino.SinoItaliano ha scritto:Invece attualmente è esageratamente biondo per l'inquinamento e la sporcizia, anzi è verdognolo.
Dovremmo chiamarlo lo Smeraldo Tevere?
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- Moderatore «Dialetti»
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- u merlu rucà
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