Visto che ai tempi non partecipavo ancora a questo fòro, non avevo letto la discussione, ma poiché è stata aggiornata dico brevemente la mia.
Mi sono già espresso più volte, in questi lidi, in maniera fortemente negativa contro queste vezzo di cambiare le parole usate per mascherare un concetto.
L'uso spropositato (e grossolanamente fuori luogo) cioè, degli spesso odiosissimi eufemismi sociali.
In particolare sul fatto che "omosessuale" e "transessuale" sarebbero da evitare perché pongono troppo l'accento sul comportamento sessuale...
Scusate, nel caso di "omosessuale" non è proprio quello il punto?
A meno che non si vogliano sostenere le idiozie in stile cultura-gay, con articoli atti a dimostrare come un artista debba essere omosessuale, o stupidaggini eranovistiche che sostengano le diverse capacità emotive/psichiche di un omosessuale, il punto non è forse tutto lì?
Per quanto riguarda "transessuale", il termine intrinsecamente NON PUO' porre l'accento sul comportamento sessuale, visto che un
transgender non ha mica un comportamento sessuale definito.
Questo è secondo me un esempio di un banale travisamento del termine, nato da una fallace assonanza con etero/omosessuale.
Sessuale ha un significato ben più vasto. Anzi, se vogliamo, proprio il bollare un termine così innocuo di valenze tanto "orride" (:D) lascia intuire una certa fissa per il sesso.
Per il resto, ben venga tra(n)sgenere, come sinonimo di transessuale (ché altro significar non puote), ma evitiamo tutte 'ste fisime terminologiche. Soprattutto perché l'intento offensivo si vede, semmai, da altre cose che la scelta del termine, gravata peraltro da un'imbarazzante confusione.
Quanto poi all'idea dell'abisso tra "sesso" e "genere", non è questo il luogo per commentarne la scemenza (almeno, in questo contesto). E così ci risparmiamo anche un altro forestierismo inutile: gender, puntualmente e gen[d]erosamente riportato da Devoto-Oli.
Il sonno della ragione genera mostri.