«Sbarcare il lunario» o «sbancare il lunario»?

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Andrea Russo
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«Sbarcare il lunario» o «sbancare il lunario»?

Intervento di Andrea Russo »

Personalmente ho sempre sentito e letto «sbarcare il lunario», e una rapida scorsa ai dizionari in linea mi ha dato ragione. Eppure cercando l'espressione «sbancare il lunario» il motore di ricerca mi dà 36200 risultati (mentre con «sbarcare» ne dà 520000), un numero notevole.

Ecco un esempio recentissimo tratto da «La Nazione»:
«Un’ultima moda per sbancare il lunario è quella del riciclaggio del biglietto usato» (sottolineatura mia).

Si tratta semplicemente di un errore dettato dalla confusione tra i due verbi (che differiscono solo per una consonante, r/n) , è una forma (etimologicamente) accettabile o è proprio da condannare?
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

A mio avviso è una forma da condannare.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Concordo con Fausto: tale espressione mi ricorda un po' quel «*recitare la parte del leone» sciaguratamente detto da un giornalista e citato da Michele Loporcaro in Cattive notizie. La retorica senza lumi dei mass media italiani (purtroppo non posso riportarne il passo in questione, non essendo il libro a mia disposizione ora).

Inutile dire che la sostituzione di sbancare con sbarcare, oltre a far perdere di significato l'intera espressione, indica l'incomprensione della sua origine, che è quella di arrivare alla fine dell'anno (il «lunario» è il calendario) per mezzo di espedienti, quasi attraversando cattive acque con un'imbarcazione inadeguata.

Il Treccani in linea, nella sezione «Domande e risposte», riporta l'origine dell'espressione «sbarcare il lunario», corredandola di attestazioni letterarie.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Ringrazio moltissimo sia Fausto che Berdinand per le loro risposte. :wink:
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Concordo con Fausto: tale espressione mi ricorda un po' quel «*recitare la parte del leone»…
…o l’altrettanto stupendo «non *spiaccicare una parola»… :lol:
CarloB
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Intervento di CarloB »

E vogliamo dimenticare «a sirene spietate»?
Andrea Russo
Interventi: 763
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Intervento di Andrea Russo »

CarloB ha scritto:E vogliamo dimenticare «a sirene spietate»?
:shock: Questa mi mancava! Quella d'Infarinato l'avevo, ahimè, già sentita.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Infarinato ha scritto:…o l’altrettanto stupendo «non *spiaccicare una parola»… :lol:
Questo spiaccicare, ahimè, è immortalato in molti libri. :oops:
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

E vogliamo ignorare "comandare a battecca"? Anche battecca è immortalata qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Infarinato ha scritto:…o l’altrettanto stupendo «non *spiaccicare una parola»… :lol:
Chi scrive una cosa simile di certo le parole le spiaccica. :lol:

Tacciamo poi di quel bunnus per vulnus
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