Pronuncia leccese

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Zabob
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Pronuncia leccese

Intervento di Zabob »

Non so se anche qualcuno di voi l'abbia udito, ma più volte mi è successo di sentir taluno asserire che la più corretta pronuncia dell'italiano, dopo naturalmente i fiorentini, l'hanno i leccesi.
Ha un riscontro e una giustificazione tale affermazione?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Re: Pronuncia leccese

Intervento di Carnby »

Zabob ha scritto:Non so se anche qualcuno di voi l'abbia udito, ma più volte mi è successo di sentir taluno asserire che la più corretta pronuncia dell'italiano, dopo naturalmente i fiorentini, l'hanno i leccesi.
Ha un riscontro e una giustificazione tale affermazione?
Si tratta per caso di questa immagine?

Immagine

Si trova in fondo ad Avviamento all'etimologia italiana di Giacomo Devoto e rappresenta l'Italia immediatamente anteriore alla diffusione del latino. La fonte è Baratta, Fraccaro, Visintin, Atlante storico, p. 15.
Da qui a dire che i salentini abbiano la seconda «miglior» pronuncia dell'italiano dopo la Toscana (qualsiasi cosa voglia dire questa affermazione: per esempio un fiorentino che parla rusticamente non ha certo una «buona pronuncia italiana») ce ne corre...
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Si tratterebbe dell'Etrusco (Toscana) e del Messapico (Salento), lingue decisamente diverse dal latino. Mi chiedo allora come il latino si sia mescolato con il celtico dell'Italia settentrionale...
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Carnby
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Intervento di Carnby »

u merlu rucà ha scritto:SMi chiedo allora come il latino si sia mescolato con il celtico dell'Italia settentrionale...
Ob(b)iezione legittima: probabilmente la posizione tradizionale era di considerare impossibile la contaminazione soltanto con gli idiomi non indoeuropei.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Ma il messapico era una lingua indoeuropea… :?
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Infarinato ha scritto:Ma il messapico era una lingua indoeuropea…
Forse la ritenevano più lontana strutturalmente dal latino del gallico e degli altri idiomi indoeuropei.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Scusate l'ignoranza, ma qual è il nesso tra la questione sollevata da Zabob (la correttezza della pronuncia leccese dell'italiano) e la deriva che la discussione ha preso fin dalla prima risposta, con cartine sul quadro linguistico in Italia prima della diffusione del latino(!), e l'etrusco, e il messapico?
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Animo Grato ha scritto:Scusate l'ignoranza, ma qual è il nesso tra la questione sollevata da Zabob (la correttezza della pronuncia leccese dell'italiano) e la deriva che la discussione ha preso fin dalla prima risposta, con cartine sul quadro linguistico in Italia prima della diffusione del latino(!), e l'etrusco, e il messapico?
Era una mia ipotesi (probabilmente del tutto erronea). Mi ricordavo solo di quella cartina in proposito alla domanda posta.
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Marco1971
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Re: Pronuncia leccese

Intervento di Marco1971 »

Zabob ha scritto:Ha un riscontro e una giustificazione tale affermazione?
Non è neanche un mito. È una follia. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Zabob
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Re: Pronuncia leccese

Intervento di Zabob »

Ecco che cosa si legge a proposito di Lecce e dei leccesi nel Viaggio in Italia di Guido Piovene (scritto fra il 1953 e il 1956). Sarà di qui che è nato il "mito"?:
Guido Piovene ha scritto:È una popolazione poco meridionale, nel fisico, perché a Lecce ed in tutto il Salento sono frequenti le persone bionde di pelle asciutta e chiara, e anche nella parlata. La lingua è poco dialettale, senza accenti spiccati. Venendo da una delle terre limitrofe, con le loro parlate fortemente caratteristiche, si è improvvisamente tuffati nell'italiano puro: è come imbattersi nel mare in una polla d'acqua dolce.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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u merlu rucà
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Re: Pronuncia leccese

Intervento di u merlu rucà »

Zabob ha scritto:Ecco che cosa si legge a proposito di Lecce e dei leccesi nel Viaggio in Italia di Guido Piovene (scritto fra il 1953 e il 1956). Sarà di qui che è nato il "mito"?:
Guido Piovene ha scritto:È una popolazione poco meridionale, nel fisico, perché a Lecce ed in tutto il Salento sono frequenti le persone bionde di pelle asciutta e chiara, e anche nella parlata. La lingua è poco dialettale, senza accenti spiccati. Venendo da una delle terre limitrofe, con le loro parlate fortemente caratteristiche, si è improvvisamente tuffati nell'italiano puro: è come imbattersi nel mare in una polla d'acqua dolce.
Sicuramente i dialetti salentini, con la pronuncia chiara delle vocali, possono aver dato quest'impressione a Piovene, dopo aver sentito quelli pugliesi che sono il regno dei frangimenti vocalici e delle dittongazioni più incredibili. Parlare di italiano puro, però, mi sembra un'esagerazione. Tra parentesi mi chiedo cosa intenda Piovene con lingua poco dialettale...
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Carnby
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Re: Pronuncia leccese

Intervento di Carnby »

u merlu rucà ha scritto:Tra parentesi mi chiedo cosa intenda Piovene con lingua poco dialettale...
Nell'insieme posso dire di condividere poco o nulla di tutto quel discorso. Mi suona come «leghismo salentino».
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

E poi, sinceramente, mi chiedo quanto possa esser affidabile un orecchio vicentino nel giudicar il grado di «neutralità» d’una pronuncia (con tutto il rispetto per i vicentini).
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Souchou-sama ha scritto:E poi, sinceramente, mi chiedo quanto possa esser affidabile un orecchio vicentino nel giudicar il grado di «neutralità» d’una pronuncia (con tutto il rispetto per i vicentini).
Vorrei dire una cosa su questo punto: generalmente si ha difficoltà nel sentire le particolarità della propria zona mentre è facile sentire quelle delle zone molto distanti. Un vicentino dovrebbe quindi notare al volo caratteristiche meridionali.

Sull'argomento principale comunque concordo con chi dice che la cosa non abbia senso. Solo il fatto di essere una zona "a cinque vocali" non mi pare un buon punto di partenza.
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