La sigaretta elettronica
Moderatore: Cruscanti
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La sigaretta elettronica
Ieri, per le solite ragioni (tasse, balzelli, "decreto del fare"...), le cronache si sono occupate delle sigarette elettroniche. L'articolo in questione mi interessa poco o punto ma, se già non è piacevole vedere in giro gente impegnata a ciucciare da una specie di grassa stilografica, si potrebbe almeno tentare di scongiurare la diffusione di un nuovo forestierismo. Che è già in agguato: Wikipedia, questa stele di Rosetta della modernità, illustra la diabolica invenzione esordendo con "La sigaretta elettronica (o e-cigarette)...", e ieri mi sono imbattuto spesso nell'abbreviazione - più maneggevole, già familiare - e-cig.
Prima che i neologismi inglesi si diffondano e mettano radici, si potrebbe provare ad affiancargli un accattivante traducente italiano: a me, per assonanza con la versione tradizionale, viene in mente sighelettra.
Ai Cruscanti l'ardua sentenza!
Prima che i neologismi inglesi si diffondano e mettano radici, si potrebbe provare ad affiancargli un accattivante traducente italiano: a me, per assonanza con la versione tradizionale, viene in mente sighelettra.
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«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Ferdinand Bardamu
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Tra i cultori del dispositivo, è diffusa anche l'abbreviazione e-siga.
La diffusione del dispositivo porta però con sé alcuni forestiersmi come hit ("colpo in gola"), cartomizer ("cartomizzatore") e primer (penso che sia una specie di liquido di protezione che viene messo nell'atomizzatore da chi le produce).
La diffusione del dispositivo porta però con sé alcuni forestiersmi come hit ("colpo in gola"), cartomizer ("cartomizzatore") e primer (penso che sia una specie di liquido di protezione che viene messo nell'atomizzatore da chi le produce).
Sigaretta elettronica, come sembra pensare anche Ferdinand Bardamu (v. sopra), ha secondo me buone probabilità di restare tale e quale nell’uso corrente, pur con le sue otto o nove sillabe contro le due o tre delle soluzioni anglizzanti suggerite. L’italiano è una lingua che sopporta con straordinaria pazienza le parole sesquipedali, ben diversamente dall’inglese il cui ideale sarebbe di ridurre tutto a monosillabo, come si sa: laboratory>lab, government>guv etc. Né mi sono accorto che i nostri studenti sentano il bisogno di abbreviare università in Uni come i loro colleghi tedeschi, o in ’varsity come gli anglosassoni. Anche i Francesi non scherzano: un prof de la fac de math… I nostri troncamenti del tipo auto, moto, foto sono incomparabilmente meno numerosi, e non veramente paragonabili. Prof e parà mi sembrano imitazioni poco spontanee, che forse devono la loro recente fortuna ai titoli di giornale, dove notoriamente si va a metraggio: piú corto è, meglio è. Imitazione è sicuramente il ridicolo ma economico info, apparso all’estero molto prima del suo trionfo in Italia. Ma l’argomento si presta a ulteriori considerazioni, magari contrastanti con queste.
- Ferdinand Bardamu
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Tutto vero, a parte che uni è già in uso tra i giovani: provi a sgugolare «vado all’uni» e sim. Il linguaggio giovanile tollera – anzi, direi incoraggia – la formazione d’abbreviazioni. In genere, però, si tratta di parole bisillabe (es. siga o sizze per sigarette o maio per maionese). I monosillabi mi sembrano rari (ma vado a impressioni): prof piú che un’imitazione dell’inglese è un’estensione scherzosa dell’abbreviazione («Prof», Treccani in linea), cosí come lo sporadico pom per pomeriggio sembra un uso tipico degli SMS esteso alla comunicazione orale.
Per sapere come i giovani definiscono questo aggeggio di cui parliamo, beh, bisognerebbe chiedere loro: ahimè, io giovane non son piú e non ho mai fumato neanche le sigarette vere. Immagino che i forestierismi citati da Carnby siano sostituiti dagli utilizzatori con parole gergali (botta per hit) o piú italiane nella forma (cartomizzatore). Pia illusione?
Per sapere come i giovani definiscono questo aggeggio di cui parliamo, beh, bisognerebbe chiedere loro: ahimè, io giovane non son piú e non ho mai fumato neanche le sigarette vere. Immagino che i forestierismi citati da Carnby siano sostituiti dagli utilizzatori con parole gergali (botta per hit) o piú italiane nella forma (cartomizzatore). Pia illusione?
Ho trovato anche big battery, per le sigarette elettroniche più potenti.Ferdinand Bardamu ha scritto:Per sapere come i giovani definiscono questo aggeggio di cui parliamo, beh, bisognerebbe chiedere loro: ahimè, io giovane non son piú e non ho mai fumato neanche le sigarette vere. Immagino che i forestierismi citati da Carnby siano sostituiti dagli utilizzatori con parole gergali (botta per hit) o piú italiane nella forma (cartomizzatore). Pia illusione?
S’impara sempre qualche cosa. Uni per università, in Italia, lo conoscevo finora solo negli indirizzi di posta elettronica. Se l’avessi sentito da uno studente, gli avrei domandato se aveva fatto un Erasmus in Germania. (Un sospetto: ma non sarà davvero cosí, non sarà un articolo di saltuaria importazione?) Ma questo è secondario; la differenza fondamentale sta nel fatto che certe abbreviazioni sono da noi classificate come gergo giovanile, con tutto quello che esso comporta di capriccioso ed effimero, mentre altrove fanno parte di un linguaggio colloquiale usato, o almeno usabile, da tutti.Ferdinand Bardamu ha scritto:uni è già in uso tra i giovani[.]
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Dalle mie parti i pom sono soltanto le mele. Mi pare che invece si abbastanza diffuso, nel gergo giovanile, ovviamente, pome.Ferdinand Bardamu ha scritto:...cosí come lo sporadico pom per pomeriggio sembra un uso tipico degli SMS esteso alla comunicazione orale.
Ai tempi dell'università, uni l'ho sentito anche sulla bocca di alcuni docenti, che però avevano meno di quarant'anni.Manutio ha scritto:S’impara sempre qualche cosa. Uni per università, in Italia, lo conoscevo finora solo negli indirizzi di posta elettronica. [...] Ma questo è secondario; la differenza fondamentale sta nel fatto che certe abbreviazioni sono da noi classificate come gergo giovanile, con tutto quello che esso comporta di capriccioso ed effimero, mentre altrove fanno parte di un linguaggio colloquiale usato, o almeno usabile, da tutti.Ferdinand Bardamu ha scritto:uni è già in uso tra i giovani[.]
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Io ricordo benissimo che si diceva: geo per geografia, ita per italiano, eco per economia, ecc. Probabilmente per ginnastica è l'accento tonico sulla a a rendere meno immediato l'uso di ginna come abbreviazione.domna charola ha scritto:Sarebbe interessante approfondire sulle abbreviazioni giovanili. Al liceo, ad esempio, dicevamo correntemente "la prof di mate", ma quelle delle altre materie rimanevano tali, anche quella di ginnastica, termine altrettanto lungo di matematica.
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Niente filo?domna charola ha scritto:Al liceo, ad esempio, dicevamo correntemente "la prof di mate", ma quelle delle altre materie rimanevano tali.
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