domna charola ha scritto:... nel tempo l'apparato fonatorio si è strutturato in maniera tale...
Forse ho capito quello che intendeva dire. Ma io forse invertirei causa ed effetto. È il particolare apparato fonatorio di un tipo umano, adattatosi alle condizioni ambientali, che è predisposto per alcuni suoni e meno per altri.
Ad una persona che vive ai tropici e che ha le narici particolarmente allargate e le labbra carnose, impuntarsi per fargli imparare e pronunciare alla perfezione una lingua parlata nelle zone fredde della Terra mi sembra un controsenso. Non parlo dell'Italia e dei Paesi dirimpetto, ma più in generale.
Ultima modifica di sempervirens in data mer, 23 set 2015 15:52, modificato 2 volte in totale.
Sì, più o meno... stiamo girando in tondo.
per un qualche motivo, i gruppi umani hanno sviluppato determinate lingue, con determinate sonorità, e continuano a tramandaresi una particolare abilità in esse. Un qualche motivo perché ciò avvenga deve pure esserci, e forse è anche ambientale. Poi si mantiene per l'ambiente, per l'uso appreso da piccoli o anche per una sorta di selezione genetica? Credo che sia molto difficile separare le varie componenti. Il risultato finale comunque è che l'adulto trova enorme difficoltà a riprodurre suoni alieni.
Nella prima infanzia probabilmente i giochi si possono cambiare, come sembrano mostrare tutti i casi citati di extraeuropei che parlano bene le nostre lingue locali.
Il problema è che
"Le posizioni articolatorie si imparano molto bene nei primi anni di vita. Il cervello si allena intensamente a riconoscere e a riprodurre i suoni che producono le persone vicine. " (valerio_vanni)
e nei primi anni di vita il bambino è circondato soprattutto da familiari, che parlano l'idioma di origine. L'immissione per un numero ridotto di ore, e comunque man mano che il bambino cresce, in un ambiente italofono, come osservato già più sopra, a quel punto non è più sufficiente.
domna charola ha scritto:...per un qualche motivo, i gruppi umani hanno sviluppato determinate lingue, con determinate sonorità...
Siamo in sintonia. Beh, dimenticavo quasi di dire - riguardo a quanto prima scritto, "narici e labbra..."- che la mia è una convinzione, e non un fatto scientificamente provato.
Grazie, Infarinato! È sempre meglio specificare le proprie posizioni. Rileggendomi, in verità per controllare se avessi commesso qualche sbaglio ortografico, ho avuto l'impressione di essere stato perentorio nel mio dire, quando invece il mio è solo un pensiero personale. Tanto era dovuto alla comunità.
valerio_vanni ha scritto:Il punto su cui si sta discutendo è se ci siano differenze anatomiche su base genetica in correlazione ai parlanti delle diverse lingue.
Tempo fa ci furono alcuni studi sulle differenze anatomiche del tratto vocale di vari gruppi etnici e sulla possibile azione di queste sulle caratteristiche fonetiche e fonologiche. Siccome tutto questo è tacciabile (sebbene ingiustamente) di razzismo, è difficile trovare materiale recente. Guardo un po' se scovo qualcosa.