Quando arrivarono lo «screening» e il «check-up»?
Moderatore: Cruscanti
Quando arrivarono lo «screening» e il «check-up»?
Mi interessa sapere se nella decade 1970-80 i termini screening e checkup fossero già “in circolo”, almeno tra la gente istruita che discorresse di faccende mediche.
Secondo la mia opinione: sì per checkup, no per screening che penso abbia dovuto aspettare il decennio successivo.
Ringrazio sentitamente chi aggiungerà il suo pensiero.
Ovviamente mi servo e invito a far tesoro della lista dei traducenti.
Secondo la mia opinione: sì per checkup, no per screening che penso abbia dovuto aspettare il decennio successivo.
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Re: Quando arrivarono lo «screening» e il «check-up»?
Amichevolmente: purtroppo la lista dei traducenti non aiuta a evitare un costrutto poco elegante come questo, che potrebbe essere meglio formulato come mi servo della lista dei traducenti e invito a farne tesoro.GFR ha scritto:Ovviamente mi servo e invito a far tesoro della lista dei traducenti.
Aggiungo che la diffusione di questo costrutto è abbastanza recente nell'italiano e che Andrea Fabbri lo fa risalire al calco di un tipico costrutto inglese, comunissimo in questa lingua - vedi il suo articolo del 1987 in Lingua Nostra "Un costrutto di recente diffusione nell'italiano: il tipo «affascinato dalla, e invischiato nella, regola»".
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Mi scusi, caro Roberto, ma non riesco a capire perché il costrutto di GFR sarebbe poco elegante:
«mi servo (di qualcosa) e invito a far tesoro (di qualcosa)» = «(mi servo e invito a far tesoro) (di qualcosa)».
Mettiamo di qualcosa..."in evidenza", come diremmo in termini matematici.
Diverso sarebbe stato, ovviamente, se nella frase originale fosse apparso «usare», o un altro verbo transitivo: «mi servo e invito a usare qualcosa». Non è cosí?
Tra l'altro, mi pare anche diverso dal tipo «affascinato dalla, e invischiato nella, regola» che lei cita (questo sí, copiato dall'inglese), perché equivarrebbe a qualcosa come
*«affascinato e invischiato nella regola».
«mi servo (di qualcosa) e invito a far tesoro (di qualcosa)» = «(mi servo e invito a far tesoro) (di qualcosa)».
Mettiamo di qualcosa..."in evidenza", come diremmo in termini matematici.
Diverso sarebbe stato, ovviamente, se nella frase originale fosse apparso «usare», o un altro verbo transitivo: «mi servo e invito a usare qualcosa». Non è cosí?
Tra l'altro, mi pare anche diverso dal tipo «affascinato dalla, e invischiato nella, regola» che lei cita (questo sí, copiato dall'inglese), perché equivarrebbe a qualcosa come
*«affascinato e invischiato nella regola».
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Ha ragione, ho letto "mi serve" come se fosse "uso", chissà a che pensavo. Mi scuso con GFR.Millermann ha scritto:Mi scusi, caro Roberto, ma non riesco a capire perché il costrutto di GFR sarebbe poco elegante…
Non mi ha mica offeso; stiamo solo parlando di Italiano.
Di già che son qui: complimenti a Millermann, ha una bella capacità di spiegare. Mi ci ero messo anch'io, poi ho lasciato perdere. La mia spiegazione, per quanto insistessi a renderla chiara, rimaneva sempre troppo contorta. Ho temuto che avrei finito per dover scrivere una spiegazione della spiegazione e ho preferito astenermi.
Di già che son qui: complimenti a Millermann, ha una bella capacità di spiegare. Mi ci ero messo anch'io, poi ho lasciato perdere. La mia spiegazione, per quanto insistessi a renderla chiara, rimaneva sempre troppo contorta. Ho temuto che avrei finito per dover scrivere una spiegazione della spiegazione e ho preferito astenermi.
- Millermann
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Grazie, GFR, lei è troppo buono! Pensi, invece, che io ho gli stessi suoi dubbi riguardo all'astrusità delle mie spiegazioni.
Questa volta, sapendo d'avere che fare con un ingegnere, ho improvvisato una spiegazione in stile piú matematico che linguistico, sicuro che l'avrebbe gradita. Mi fa piacere che l'idea abbia avuto successo!
Questa volta, sapendo d'avere che fare con un ingegnere, ho improvvisato una spiegazione in stile piú matematico che linguistico, sicuro che l'avrebbe gradita. Mi fa piacere che l'idea abbia avuto successo!
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