*«Quisquiglia»

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

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Fausto Raso
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*«Quisquiglia»

Intervento di Fausto Raso »

Uno dei piú autorevoli vocabolari italiani, il "Treccani", attesta *quisquiglia come variante di quisquilia. Il DOP è categorico: non quisquiglia. Fanno buona compagnia al Treccani, il GRADIT e lo Zingarelli.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Di questo aveva parlato anche qui. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Andrea Russo
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Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37

Intervento di Andrea Russo »

Probabilmente si tratta d'una forma popolare modellata su un altro trisillabo parossitono: famiglia. Ma è solo un'ipotesi che m'è venuta al volo.
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Ma in italiano -glia- non è l'esito naturale del latino -lia-?

Mi pare che siano poche le parole con -lia- atono, o perlomeno non me ne vengono in mente ora.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

SinoItaliano ha scritto:Ma in italiano -glia- non è l'esito naturale del latino -lia-?
La risposta dovrebbe darla un fonetista. :D
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Cito da G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1966, I p. 396 [ho adottato una notazione fonetica piú tradizionale rispetto al testo originale per questioni di comodità e comprensione]:

Il nesso lj. Il risultato normale toscano si presenta in figlia, paglia, moglie, foglia, ciglio, meglio, soglia: la l palatale di queste forme ha il valore di una consonante doppia (fiʎʎa, paʎʎa), tant'è vero che gli antichi manoscritti recano la grafia filgli, elgli, volglio. Già in latino, nella lingua volgare, alla base pare vi fosse un fillia, pallia, in ogni caso nello sviluppo neolatino non c'è alcuna differenza in confronto a ALLIUMaglio, MALLEUSmaglio.

Ne consegue, dunque, che parole come quisquilia, visibilio, mobilia (o mobilio) sono di origine dotta, perché non presentano il normale esito del nesso laterale alveolare + approssimante palatale [lj].
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