«La parolata»
Moderatore: Cruscanti
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«La parolata»
Buongiorno! Segnalo questo sito che mi pare utile e interessante.
Prima di inserirlo in questa lista ho cercato se c'era già ma non l'ho trovato.
Ora, dopo quanto esposto metto qui il collegamento, poi se qualcuno si accorge che è un doppione, perché il sito era stato a suo tempo già segnalato, allora pazienza! Tutto questo non lo faccio per i punti della Mira Lanza, ma per la comunità. Come tutti voi.
http://www.parolata.it/Utili/Etimologie ... econdo.htm
P.S. Vero o no, è interessante sapere che diospiro significa Frutto degli Dei. Almeno stando a quanto si dice nel sito.
Prima di inserirlo in questa lista ho cercato se c'era già ma non l'ho trovato.
Ora, dopo quanto esposto metto qui il collegamento, poi se qualcuno si accorge che è un doppione, perché il sito era stato a suo tempo già segnalato, allora pazienza! Tutto questo non lo faccio per i punti della Mira Lanza, ma per la comunità. Come tutti voi.
http://www.parolata.it/Utili/Etimologie ... econdo.htm
P.S. Vero o no, è interessante sapere che diospiro significa Frutto degli Dei. Almeno stando a quanto si dice nel sito.
Io nella mia lingua ci credo.
Diòsperi credo che sia il nome forse solo fiorentino di quelli che qui chiamiamo loti e che in italiano sono i cachi. DiospIri, con la i non mi è mai capitato di sentirlo, potrebbe essere un refuso. Quanto all'etimo non lo conosco e al massimo posso azzardare un qualche legame con 'spera' (specchio o piccola zona illuminata), legata alla semitrasparenza del frutto, ma forse è fantasia.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Ferdinand Bardamu
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- Località: Legnago (Verona)
Non solo non è un refuso, ma è la forma normale: veda il Treccani s.v. «Diospiro». Diospero è una variante.Scilens ha scritto:Diòsperi credo che sia il nome forse solo fiorentino di quelli che qui chiamiamo loti e che in italiano sono i cachi. DiospIri, con la i non mi è mai capitato di sentirlo, potrebbe essere un refuso.
...e che qui si chiamano pomi. Credo che sia uno dei frutti con più nomi locali (anche nella stessa Toscana).Scilens ha scritto:Diòsperi credo che sia il nome forse solo fiorentino di quelli che qui chiamiamo loti e che in italiano sono i cachi...
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Si veda anche qui.Ferdinand Bardamu ha scritto:Non solo non è un refuso, ma è la forma normale: veda il Treccani s.v. «Diospiro». Diospero è una variante.Scilens ha scritto:Diòsperi credo che sia il nome forse solo fiorentino di quelli che qui chiamiamo loti e che in italiano sono i cachi. DiospIri, con la i non mi è mai capitato di sentirlo, potrebbe essere un refuso.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
E questo denuncerebbe un'introduzione recente del frutto. Infatti, dalla lettura del collegamento di Fausto, che riporto:Carnby ha scritto:Credo che sia uno dei frutti con più nomi locali (anche nella stessa Toscana).
"significa letteralmente frumento di Giove o frumento divino (dal greco Dios genitivo di Zeus , Giove , e pyros , frumento), indica Teofrasto un frutto della forma e grandezza d' una ciriegia."
sarei portato a credere che non fosse la stessa pianta oggi detta cachi.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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- Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14
Ha ragione. L'esistenza materiale del frutto in Italia risale a tempi relativamente recenti. La "Mela d'Oriente!, altro nome del diospiro, o diospero, sembra aver fatto la prima comparsa nel Giardino di Boboli nel 1871.
http://blog.selvanova.com/2012/11/17/st ... del-cachi/
Comunque questa discussione mi ha fatto capire che il collegamento "La parolata" si è rivelato utile, e che non era un doppione. Bene. Mi autoringrazio.
P.S Anche io lo chiamo pomo. In Giappone il diospiro è duro e dev'essere tagliato col coltello.
Io nella mia lingua ci credo.
Davvero in Giappone si mangiano i cachi duri?
E come fanno - non è allappante, non gli si allegano i denti?
Non amo il cachi e i suoi frutti, direi quasi per niente, nemmeno quando è maturo e si può mangiare col cucchiaio.
Da noi è molto comune, ogni corte di campagna ne ha uno o più, però ho come una sensazione che non sia molto gradito o per lo meno non alla stregua di altri frutti tradizionali : gli armellini, le mele, le pere, le noci, i fichi...
e se il diòspero indicasse, oltre al cachi, anche la mela cotogna?
Si assomigliano anche, almeno fin quando la buccia non assume quel bel colore arancione. In quanto a durezza e alleganza, siamo lì.
E come fanno - non è allappante, non gli si allegano i denti?
Non amo il cachi e i suoi frutti, direi quasi per niente, nemmeno quando è maturo e si può mangiare col cucchiaio.
Da noi è molto comune, ogni corte di campagna ne ha uno o più, però ho come una sensazione che non sia molto gradito o per lo meno non alla stregua di altri frutti tradizionali : gli armellini, le mele, le pere, le noci, i fichi...
e se il diòspero indicasse, oltre al cachi, anche la mela cotogna?
Si assomigliano anche, almeno fin quando la buccia non assume quel bel colore arancione. In quanto a durezza e alleganza, siamo lì.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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- Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
- Località: Marradi (FI)
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- Interventi: 599
- Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14
È così. Cambia la consistenza ma il sapore è praticamente lo stesso. È ugualmente maturo anche se mantiene una certa durezza come quelli nostri quando sono ancora acerbi.Sixie ha scritto:Davvero in Giappone si mangiano i cachi duri?
Io nella mia lingua ci credo.
- Millermann
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- Località: Riviera dei Cedri
Anche in Calabria, per quel che ne so, si chiamano cachi, e sono quelli rosso aranciato, morbidi e quasi fondenti.
Quelli "duri" credo siano invece i cachi vaniglia, o cachi mela, dal colore più chiaro, che pare siano coltivati tradizionalmente in Campania. Si tratta di una varietà differente, meno dolce, ma non per questo astringente come i frutti acerbi, che può essere consumata sbucciata e tagliata a fette come una mela.
Quelli "duri" credo siano invece i cachi vaniglia, o cachi mela, dal colore più chiaro, che pare siano coltivati tradizionalmente in Campania. Si tratta di una varietà differente, meno dolce, ma non per questo astringente come i frutti acerbi, che può essere consumata sbucciata e tagliata a fette come una mela.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- u merlu rucà
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