Uso delle virgolette nelle citazioni

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
malapartiano
Interventi: 89
Iscritto in data: gio, 12 dic 2013 19:34
Località: Firenze

Uso delle virgolette nelle citazioni

Intervento di malapartiano »

Se io voglio riportare una frase di un autore, dicendo "per dirla con Tizio"... e poi la frase che voglio riportare, devo usare le virgolette?

Es: per dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti", oppure anche senza le virgolette?
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Re: virgolette o no?

Intervento di Zabob »

Le virgolette per citare una frase scritta o (soprattutto) detta da qualcuno mi paiono imprescindibili. Se proprio dovessi immaginare una situazione in cui farne a meno, potrebbe essere per brevi motti, ma mettendoli comunque in evidenza per es. con il corsivo: es: «Alea iacta est, come avrebbe detto Cesare in questo caso» (N.B.: le virgolette che ho usato qui sono per isolare l'esempio, non la citazione).
malapartiano ha scritto:[P]er dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti"
"Fatti non foste a viver come bruti" (altrimenti diventa un dodecasillabo).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
PersOnLine
Interventi: 1303
Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

Intervento di PersOnLine »

La preposizione a in questo verso mi ha sempre lasciato perplesso: essere fatti a" è un licenza poetica? è un uso dell'italiano antico?
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

È toscano antico e presente: "che ll'ha'fatt'affare?"= che l'hai fatto a fare, cioè "perché l'hai fatto?"
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5085
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Scilens ha scritto:È toscano antico e presente: "che ll'ha'fatt'affare?"= che l'hai fatto a fare, cioè "perché l'hai fatto?"
Quest’esempio non è pertinente. Si tratta di un costrutto esclusivamente interrogativo, di registro colloquiale, nel quale il pronome interrogativo assume un valore avverbiale, affine a perché. E, in realtà, a me pare che sia piú tipico del Settentrione, in cui, per ovvie ragioni, che è sostituito da cosa: es. «Cosa parli a fare?», «Cosa vieni a seccarmi?». (Si veda al riguardo il paragrafo § II.2.2.4. del vol. III della Grande Grammatica Italiana di Consultazione.) Non mi è ben chiaro donde abbia ricavato l’informazione sulla sua antichità.

Quanto al passo dantesco, l’uso della preposizione a coll’infinito è conforme al valore finale ch’essa può assumere. In merito, si vedano gli esempi della voce «A» del Treccani, accezione 5, tra i quali figura proprio il verso dell’Inferno.
Avatara utente
Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Serve a fare.
Non è italiano? Imparzialità encomiabile.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5256
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Intervento di Infarinato »

Scilens ha scritto:Serve a fare.
Non è italiano? Imparzialità encomiabile.
O cosa c’entra l’«imparzialità», caro Scilens? :shock: …Ma soprattutto cosa c’entra un’espressione quale serve a fare, dove la a dipende ovviamente dal verbo servire, costituendone la normale reggenza (servire a qlcu./qlco. / a fare qlco.)?
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Credo di ravvisare un uso simile in Leopardi: «Nascemmo al pianto» (Ultimo canto di Saffo e Il sogno); «Nascere al pianto» (Inno ai Patriarchi).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5085
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Re: Uso delle virgolette nelle citazioni

Intervento di Ferdinand Bardamu »

malapartiano ha scritto:Se io voglio riportare una frase di un autore, dicendo "per dirla con Tizio"... e poi la frase che voglio riportare, devo usare le virgolette?

Es: per dirla con Dante "Fatti non foste per viver come bruti", oppure anche senza le virgolette?
La funzione delle virgolette è proprio segnalare una citazione, che si tratti di un discorso diretto oppure delle parole di uno scrittore o di un personaggio famoso. Al riguardo, veda questa scheda nel sito della Treccani.

Mi pare però che, per citazioni tanto famose da esser diventate ormai modi di dire, si possano talvolta omettere le virgolette, in ispecie se la citazione è adattata alla frase in cui è inserita. Per esempio: «Questa è un’impresa da far tremar le vene e i polsi, per dirla con Dante» (la citazione esatta sarebbe «[ch’ella mi] fa tremar le vene e i polsi»).
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data ven, 19 dic 2014 12:49, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Un autore che non usa le virgolette è Luca Goldoni. Per es.: «A mezzanotte mia moglie mi ha svegliato: deve essere successo qualcosa di spaventoso, mi ha detto» (Ma poi sparano).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Google [Bot] e 41 ospiti