Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

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Latinella
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Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Latinella »

Salve a tutti!
Vi sottopongo un dubbio nato da una traduzione di un passo di
Cicerone. Mi chiedo quale modo si debba utilizzare in una oggettiva retta dall'apodosi di un periodo ipotetico.
Vado subito al dunque, sottoponendovi la frase in questione.
"Se i servi mi temessero, riterrei di dover lasciare la mia casa".
Se utilizzo la forma implicita con l'infinito, tutto fila liscio.
Che cosa accadrebbe, se provassi ad utilizzare la forma esplicita?
Si potrebbero formulare diverse ipotesi:
1) se mi temessero, riterrei che la casa deve essere lasciata;
2) se mi temessero, riterrei che la casa debba essere lasciata;
3) se mi temessero, riterrei che si dovrebbe lasciare la casa.

Scarterei una quarta ipotesi, ovverosia l'uso del congiuntivo imperfetto.
Noto anche che, se provo a volgere l'oggettiva in forma attiva, mi "suona male" una frase come "se mi temessero, riterrei che io dovrei lasciare la casa".
Si tenga presente, inoltre, che nel testo latino l'oggettiva è retta da un periodo ipotetico dell'irrealtà nel presente.

Un caro saluto!
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Infarinato
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Re: Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Infarinato »

Latinella ha scritto:Noto anche che, se provo a volgere l'oggettiva in forma attiva, mi "suona male" una frase come "se mi temessero, riterrei che io dovrei lasciare la casa".
Questo è ovvio perché, quando il soggetto dell’oggettiva è lo stesso della reggente, in italiano [moderno] è obbligatorio il costrutto implicito.
Latinella ha scritto:Vado subito al dunque, sottoponendovi la frase in questione.
"Se i servi mi temessero, riterrei di dover lasciare la mia casa".
Se utilizzo la forma implicita con l'infinito, tutto fila liscio.
Che cosa accadrebbe, se provassi ad utilizzare la forma esplicita?
Si potrebbero formulare diverse ipotesi:
1) se mi temessero, riterrei che la casa deve essere lasciata;
2) se mi temessero, riterrei che la casa debba essere lasciata;
3) se mi temessero, riterrei che si dovrebbe lasciare la casa.
Allora, la (1) è da scartarsi perché in [buon] italiano ritenere regge il congiuntivo (nonostante le «belle prove» dei nostri politici, che, usando l’indicativo con credere, pensare, ritenere, credono di conferire maggiore autorevolezza alle loro scempiaggini).

La (2) è formalmente corretta e [teoricamente] rappresenta l’esatto corrispondente del costrutto implicito.

La (3) ha in piú una sfumatura potenziale, che risente dell’attrazione modale della reggente, comune in questi casi.

Ma attendiamo altri pareri…

P.S. Benvenuta! :D
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sono dello stesso parere d’Infarinato: la (1) è solo del parlato molto colloquiale; la (2) è la soluzione «normale»; la (3) modalizza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Latinella
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Re: Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Latinella »

Infarinato ha scritto:P.S. Benvenuta! :D
Grazie per il benvenuto!
Per quanto riguarda la (1) è sì colloquiale, ma la ritengo efficace!

***
So che quando c'è coincidenza di soggetto della principale e dell'oggettiva occorre usare la forma implicita; tuttavia, una frase come "se mi temessero, riterrei che io debba lasciare la casa" suona meno sbagliata della frase "se mi temessero, riterrei che io dovrei lasciare la casa". Devo pensare che è solo il mio Sprachgefühl che fa cilecca?

A presto!
Avatara utente
Marco1971
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Re: Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Marco1971 »

Latinella ha scritto:...tuttavia, una frase come "se mi temessero, riterrei che io debba lasciare la casa" suona meno sbagliata della frase "se mi temessero, riterrei che io dovrei lasciare la casa". Devo pensare che è solo il mio Sprachgefühl che fa cilecca?
Ambo le frasi suonano anormali...

A proposito di Sprachgefühl, avrebbe qualcosa in piú o in meno di senso/sentimento della lingua?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Latinella
Interventi: 21
Iscritto in data: mar, 12 gen 2010 19:31

Re: Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Latinella »

Marco1971 ha scritto:A proposito di Sprachgefühl, avrebbe qualcosa in piú o in meno di senso/sentimento della lingua?
Caro Marco,
ringrazio lei e Infarinato per la solerzia.

Il significato è il medesimo, ovviamente. Adoro la parola tedesca per via del "potere" della composizione.
Non mi bacchetterete se uso qualche parola straniera, vero?

A risentirci,
L.
Avatara utente
Marco1971
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Re: Oggettiva retta dalla apodosi di un periodo ipotetico

Intervento di Marco1971 »

Latinella ha scritto:Non mi bacchetterete se uso qualche parola straniera, vero?
Se le usa, no, saremo clementi; ma se le utilizza allora ci scateneremo! :evil: :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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