Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

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Alinghi
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Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Alinghi »

buonasera,
mi sto prendendo la briga di riscrivere modi e tempi di alcuni passi del "Nome della rosa" di Umberto Eco. Fra parentesi quadre si può vedere il verbo sostituito all'originale. C'è qualcuno tra di voi che possa verificare la correttezza delle mie interpolazioni sul testo?
grazie


Vespro Verso le 4.30, al tramonto (la regola prescrive di far
cena quando ancora non è scesa [non sia scesa] la tenebra).

Siano rese grazie a Dio che io a quei tempi acquisii dal mio maestro la
voglia di apprendere e il senso della retta via, che si
conserva anche quando il sentiero è [sia] tortuoso.

...come erano segni dell'idea di cavallo le impronte sulla neve: e si usano segni e segni di segni solo quando ci fanno [facciano] difetto le cose."

...e chiese come mai egli aveva saputo [avesse saputo] dar notizie tanto sicure di una bestia che non aveva [avesse] mai vista.

"Per questo," continuò l'Abate, "ritengo che ogni caso che riguardi il fallo di un pastore non possa essere affidato che a uomini come voi, che non solo sanno distinguere il bene dal male, ma anche ciò che è [sia] opportuno da ciò che non lo è [sia].


E solo quando sarai [sarai stato] alla giusta distanza tu vedrai che è Brunello (ovvero quel cavallo e non un altro, comunque tu decidi [decida] di chiamarlo)

così come il trivio era disposto, il sentiero non poteva [non avrebbe potuto] che condurre in quella direzione."

Mi piace pensare che voi abbiate condannato
solo quando..."
"...gli accusati erano [siano stati/fossero stati] colpevoli di atti delittuosi, di
venefici, di corruzione di fanciulli innocenti e di altre
nefandezze che la mia bocca non osa [oserebbe - ci può stare?] pronunziare..."


Usando il congiuntivo, come si potrebbe riscrivere il periodo seguente?
"Benvenuto signore," disse, "e non vi stupite se immagino chi siete, perché siamo stati avvertiti della
vostra visita.

grazie anticipatamente
Avatara utente
Marco1971
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Marco1971 »

Salve, e benvenuto. :)

Non so cosa ne pensino gli altri, ma io non capisco bene il senso del suo procedimento: a che scopo cambiare il tempo dei verbi dell’originale in un testo già pubblicato, e opera di un noto scrittore?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Alinghi
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Alinghi »

Si tratta solo di un esercizio, tutto mio, personale, per ripassare gli usi dei modi dei verbi secondo i puristi (Gabrielli, Fornaciari, ecc...).
Grazie

P.S. L' ultimo periodo come lo riscriveresti usando il congiuntivo?
(Perdonami, ma sui forum non riesco a dare del lei)
:D
Avatara utente
Infarinato
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Infarinato »

 ! Messaggio da: Infarinato
Alinghi ha scritto: lun, 25 nov 2019 1:29 (Perdonami, ma sui forum non riesco a dare del lei)
:D
E allora può anche togliere il disturbo: la cosa non è negoziabile. Grazie.
Avatara utente
lorenzos
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di lorenzos »

Alinghi ha scritto: ven, 22 nov 2019 18:16Usando il congiuntivo, come si potrebbe riscrivere il periodo seguente?
"Benvenuto signore," disse, "e non vi stupite se immagino chi siete, perché siamo stati avvertiti della
vostra visita.
Buondì Alinghi, provo a rispondere alla tua* richiesta: forse "e non abbiate a stupirvi se immagino chi siate".
--
* Profittando di un (tacito) accordo contemplato dal pur ferreo regolamento.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Alinghi
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Alinghi »

Un grazie a lei, Lorenzo, per la sua risposta; un grazie anche a lei, Infarinato, per avermi rivelato i "dieci comandamenti" che regolano il forum. Farò del mio meglio per seguirli.

Concludo il mio intervento chiedendovi la cortesia di consigliarmi qualche scrittore (sia di saggistica sia di narrativa, e al limite anche manierista) che sia solito scrivere in un italiano denso di periodi ipotetici, congiuntivi, periodi lunghi e magari composti da numerose proposizioni secondarie
Volendo diventare scrittore, ma non essendo laureato in letteratura, anzi essendomici avvicinato solo qualche anno fa, sono continuamente assalito da dubbi, che mi propongo di eliminare con esercizi come, ad esempio, quello d'inizio conversazione.
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Marco1971 »

Può rileggersi tutto Manzoni e Leopardi. Per il Novecento, Pirandello, Elsa Morante e Landolfi. E qui subito una preghiera: non faccia quel tipo di esercizio proposto in apertura. L’autore ha già operato le giuste scelte linguistiche, che sono sempre un fatto di senso e di stile; proporre un’alternativa significa invece distruggere non solo l’intento dello scrittore, ma anche la sua arte. (Tra parentesi, che io sappia, nessun purista ha mai prescritto l’uso sistematico del congiuntivo dopo quando, che regge normalmente l’indicativo; la rimando per questo e altro sia alla Sintassi del Fornaciari, sia alla Grammatica di Luca Serianni.)

Migliorare il proprio stile richiede un lungo lavoro di maturazione sulle buone letture per formarsi un orecchio addestrato alle piú impercettibili vibrazioni, fremiti e sfumature che prendono forma e consistenza nel tessuto stesso della lingua. Si tratta quindi d’immergersi nei testi scritti da grandi penne della letteratura e di capirne le scelte in base ai molti parametri che fanno da guida in questo campo.

L’esercizio utile sarebbe, appunto, di domandarsi: perché qui l’autore ha usato l’indicativo al posto del congiuntivo (o viceversa)? Per quale motivo ha optato per il futuro semplice invece che per il composto (o l’anteriore)? In tal modo, a lungo andare, vedrà che molti dubbi si dissolveranno da sé e che, quasi per miracolo, le frasi le fluiranno dalla penna in modo giusto, scorrevole e sicuro.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Alinghi
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Alinghi »

La ringrazio tantio.
Sicuramente rileggerò Leopardi e leggerò Manzoni. Il problema, caro Marco, è che trovo la prosa di Balzac e di Proust infinitamente superiore a quella di un Leopardi (sempre e solo parlando di stile), anche a prescindere dal leggerli tradotti in italiano. "Il capolavoro sconosciuto" di Balzac, per esempio, possiede una "fluidità" sconosciuta agli autori italiani suoi contemporanei. Sicché mi viene da pensare che sia proprio la struttura del periodo a renderlo così eccezionale (oltre alle magnifiche tecniche descrittive che Balzac usa per presentare personaggi e ambienti). A me piace particolarmente quello stile lì, ma non riesco ad imbattermi in autori italiani che lo pratichino. Forse potrei provare con Roberto Longhi? Lei lo conosce?
Grazie Marco

P.S. mi scusi se salto di palo in frasca, ma io non ho una cultura accademica. Sono autodidatta, e possiedo una misera maturità artistica.
Avatara utente
Marco1971
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Marco1971 »

Ogni lingua ha il proprio genio (nel senso proprio e specifico del termine). In francese, nessuno scrive come Balzac e nessuno scrive come Proust (che non sono propriamente dello stesso periodo storico); in italiano nessuno scrive come Leopardi o come Verga.

Io credo che, forse, una maggiore dimestichezza coi nostri classici le prospetterebbe, vasta piú della volta del cielo, la quiddità dell’italiano nel suo empireo, in cui vivono e si moltiplicano inattingibili iridescenze fra colonne eburnee e aurei palmizi! ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Alinghi
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Re: Umberto Eco - riscrittura/interpolazione di alcuni modi dei verbi

Intervento di Alinghi »

Davvero simpatico! Non so il perché, ma mi ha fatto subito venire in mente l'ingegnere milanese.
Seguirò i suoi consigli di lettura riguardo a Leopardi e a Manzoni (ma per la sola prosa).
Conto di rincontrarla sul forum.
Buonanotte Marco
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