Quale misterioso strumento utilizzo per lavare i pavimenti?

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Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
V4V
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Quale misterioso strumento utilizzo per lavare i pavimenti?

Intervento di V4V »

Un dubbio m'assilla: ma il Mocio (tipo quello della Vileda) ha un nome comune?

In altre parole, esiste un nome che indichi quel particolare tipo di scopa?

Mocio è il nome proprio di un prodotto, non il nome comune dell'oggetto, giusto?

Vero che anche scotch e clinex erano marchi commerciali ed ora, credo, siano parole di uso comune presenti nel dizionario, ma varrà lo stesso anche per il Mocio?

Grazie
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non basta cencio? Noi si dice comunemente dare un cencio in Toscana, per lavare il pavimento. Poi sicuramente molti nomi registrati passano nell’uso comune.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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V4V
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Intervento di V4V »

:D Si, basta e avanza :D , però il dubbio resta.

Tramite web ho appena trovato la parola "mop", ma non sono sicuro che faccia parte della lingua italiana.

In verità, non so nemmeno se faccia riferimento soltanto alla parte terminale del Mocio, oppure allo strumento per intero (mazza inclusa).

:?:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

‘Mop’ è esattamente ‘cencio’. Ma vedo nel mio bilingue (Collins-Mondadori) che viene tradotto con mocio Vileda®.

Comunque, francamente, non abbiamo bisogno di mop.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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V4V
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Restiamo intesi per "mocio"?

Intervento di V4V »

Premesso che domani acquisterò una bella scorta di prugne secche in modo da evitare lunghe sedute sulla tazza che facciano sorgere nella mia testa inutili interrogativi :D

Premesso, pure, che apprezzo immensamente l'aiuto che mi state offrendo.

Premesso ciò, mi sembra di capire che:
- mop, sia una parola inglese;
- mocio, sia una parola ormai largamente accettata (utilizzata anche nei dizionari, a quanto pare).

Adesso, considerando che cencio indica in maniera meno specifica il tipo di scopa al quale faccio riferimento, posso utilizzare il termine mocio in tutta tranquillità, evitando corsivi, virgolette e cose così?

P.S. In riferimento a quello che sembrerebbe un problema di traduzione dall'inglese all'italiano, ho trovato una discussione attinente al tema:
http://www.proz.com/kudoz/english_to_it ... ml#5116331

Grazie ancora.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Adottiamo ‘mocio’. Ma con ‘o’ chiusa o aperta? Forse aperta…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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V4V
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La "o"

Intervento di V4V »

Dovessi scommettere, punterei sulla "o" aperta.

Per un curioso gioco di associazioni, m'è sorto un altro dubbio.

In questa frase:
V4V ha scritto:Adesso, considerando che cencio indica in maniera meno specifica il tipo di scopa al quale faccio riferimento, posso utilizzare il termine mocio in tutta tranquillità, evitando corsivi, virgolette e cose così?
avrei fatto meglio ad utilizzare la "o" e non la "e": "evitando corsivi, virgolette o cose così?"

Ipotizzando che il corsivo e le virgolette non si possano mai utilizzare insieme (non sono sicuro sia così), l'uso della "e" sarebbe un errore, giusto?

Accidenti, l'italiano è troppo complicato. Più cose si comprendono e più ci si sente ignoranti come muli.

Domani ho una levataccia. Vado a ninna.


Scoprire l'esistenza di questo forum è stata la cosa più bella che mi sia capitata oggi, e su questo, per quanto possa contare, non c'è dubbio alcuno.

Buonanotte a tutti.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Adottiamo ‘mocio’. Ma con ‘o’ chiusa o aperta? Forse aperta…
Il DiPI dà /'mOtSo/. :)
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Credo che ciò che comunemente si chiama – col suo nome commerciale, che, se non ricordo male, è l’adattamento dello spagnolo mocho – «mocio» corrisponda all’italiano redazza (incollo la definizione del Treccani in linea):

Specie di grosso pennello o fascio di filacce di canapa o di cotone, con o senza manico, usato in marina per asciugare i ponti delle navi e le pareti metalliche o per lavarle con poca acqua.

Un esempio da Google Libri del suo impiego al di fuori dell’àmbito marinaresco (ma se ne trova un’occorrenza – se la mente non m’inganna – anche nella traduzione italiana di Fernanda Pivano del Grande Gatsby):

[U]na donna in grembiule rosa stava scendendo, con prudenza, le scale di cemento che portavano al corridoio del primo piano con in mano un secchio e una redazza. [Rosie Carpe – Di Marie NDiaye]
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Di solito i nomi commerciali andrebbero evitati, quantomeno nel "lessico ufficiale" di una lingua.
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Quando un prodotto commerciale diventa famoso, il suo nome viene adattato a qualsiasi altro prodotto abbia le stesse funzioni.
Quanti dicono "devo comprare lo Scottex" intendendo la carta da cucina? O "passami un kleenex" intendendo un fazzolettino, sempre di carta?
A suo tempo, si chiedeva all'alimentarista una scatola di "Idrolitina", ma ti potevano capitare bustine di qualsiasi marca; facevano diventare anche quelle l'acqua frizzante, e tanto bastava...
Il mocho Vileda di chiara origine spagnola, ha dato il nome a tuttii i cenci da passare sui pavimenti.
lo dice anche mia madre novantenne quando entro in casa: - fai attenzione che ho appena dato il mocho - (Una volta era: ho dato il cencio in terra)
Cordialità.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Fabio48 ha scritto:Il mocho Vileda di chiara origine spagnola, ha dato il nome a tuttii i cenci da passare sui pavimenti.
Il nome mocio è in effetti d'origine spagnola (mocho), anche se Vileda è una marca tedesca che trae il suo nome dalla sacerdotessa Velleda.
Da notare che, se il mocio indica quella specie di spazzolone (così si chiama da noi l'attrezzo per pulire il pavimento) con i trucioli, col termine inglese mop si indica anche un tipo differente di spazzola, che gli spagnoli hanno adattato con mopa seca.
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Deh! Allora a casa nostra siamo rimasti parecchio indietro! Il cencio è rimasto tale e quale, nella forma e nella parola. Mocio mi rammenta moccio, che è chiaramente un'altra cosa. :)
Io nella mia lingua ci credo.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto:Da notare che, se il mocio indica quella specie di spazzolone (così si chiama da noi l'attrezzo per pulire il pavimento)…
Da me è spazetòn, quel che s’usa assieme allo straccio.

Redazza è stato inserito (con non molto criterio a dire il vero: la pagina è costruita male) nella voce di Wikipedia intitolata Mocio. In effetti tra i due strumenti la differenza è poca e consiste soltanto nella composizione dell’estremità che s’imbeve d’acqua: filacce di canapa per la redazza, strisce di panno per il mocio.

È interessante digitare mocio su Google e dare un’occhiata alle immagini: la popolarità del nome commerciale ha finito coll’assorbire anche il piú antico e italiano redazza, visto che la maggior parte delle foto non raffigura il celebre strumento della Vileda ma quello col fascio di filacce.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Spazzolone/spazetòn e "mocio" sono due concetti diversi, per chi pulisce i pavimenti (e il progresso tecnologico è notevole).

Il primo è una sorta di scopa, più o meno a spazzola, che si appoggia a terra per trascinare un panno (cencio; da me sacco da pavimenti) bagnato

Il secondo è un oggetto che integra i due elementi suddetti: il sacco è direttamente inserito nella scopa, e la testa di quest'ultima da allargata lateralmente - come nella norma delle scope a spazzola - è diventata tonda, cosicché si può, con un apposito secchio strizzare direttamente lo straccio con un movimento rotatorio impresso sul manico.

Il salto tecnologico è notevole, poiché si risparmia di chinarsi a tirare su il sacco, bagnarsi le mani per sciacquarlo e strizzarlo, riporlo sulla scopa.

Sarebbe da indagare se anche la redazza prevedeva accorgimenti di forma di questo tipo, o se comunque permetteva la strizzatura automatica (e quindi sarebbe un sinonimo). Mi vien da pensare però, che nell'originario ambiente marinaresco,in cui l'acqua viene gettata sul ponte col bugliolo, e viene spazzata via direttamente a mare, tutti i problemi che affliggevano le casalinghe non siano mai sussistiti...
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