Un uomo che uccide la moglie diventa «vedovo»?

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Ferdinand Bardamu
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Un uomo che uccide la moglie diventa «vedovo»?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Un uomo che abbia ucciso la moglie diventa ussoricida e anche vedovo? Ho avuto una discussione in proposito e la mia risposta è no: un vedovo, cioè un uomo a cui è morta la moglie, subisce il decesso della coniuge, non ne è la causa. Pertanto è solo un ussoricida e non può esser detto vedovo. Che ne pensate?
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Per me è anche vedovo.

Il fatto di subire il decesso è una connotazione aggiuntiva. Di base, è vedovo perché la moglie è morta.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

È proprio questo che mi lascia perplesso. Una persona che volontariamente uccida il coniuge ne subisce il decesso o agisce attivamente affinché esso avvenga? Lo stesso vale per chi tolga la vita ai genitori: è parricida ma anche orfano?

La questione attiene dunque alla definizione di vedovo. Se è vedovo qualunque uomo la cui moglie non sia piú in vita, indipendentemente dal suo coinvolgimento nella morte della coniuge, allora un ussoricida è anche vedovo. Ma io credo sia implicita nella definizione («uomo a cui è morta la moglie») l’estraneità del vedovo alla morte: «Mi è morto il gatto» comprende anche la fattispecie «Ho ammazzato il gatto»?

Temo però che la domanda sia oziosa, banale, e piú filosofica che linguistica… :?
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Temo però che la domanda sia oziosa, banale, e piú filosofica che linguistica… :?
Probabilmente sì, ma è divertente.
La mia opinione è che, nonostante lo sfacciato intento di minimizzare i fatti ( :lol: ), vedovo possa essere un attributo dell'uxoricida.
Idem per il parricida (in relazione a orfano).
Credo che i compilatori del Treccani, quando hanno scritto quella definizione in cui Lei ha visto uno spiraglio per estromettere la categoria dell'uxoricidio da quella della vedovanza, l'abbiano fatto ingenuamente, senza pensare che qualcuno sarebbe andato alla ricerca di macabri cavilli. :wink:
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Mi avete quasi convinto. «Quasi», perché tutti i vocabolari che si trovano in Rete — quello della Crusca, il Tommaseo-Bellini, li De Mauro in linea, la versione in linea del Sabatini-Coletti — danno la stessa identica definizione per vedova: «donna a cui/alla quale è morto il marito». Ora, sto cavillando, me ne rendo conto, ma, parlando di una donna che ha ucciso il marito, si può dire «Le è morto il marito»? Questo è il mio ultimo dubbio.

Mi sembra però che se, da un punto di vista strettamente logico, un ussoricida rende sé stesso vedovo, difficilmente qualcuno direbbe che chi ha ammazzato la moglie è un vedovo, perché in genere si associa la vedovanza alla morte del coniuge provocata da fattori esterni (un incidente, una malattia, un omicidio perpetrato da qualcuno esterno alla famiglia, ecc.). O mi sbaglio? :?
domna charola
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Intervento di domna charola »

Intanto, sino a che non viene dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che la moglie è morta per causa del marito, ovvero sino a che non è accertato colpevole, esso è "vedovo".
A questo punto, c'è da chiedersi se un vedovo può cessare di esserlo...

Secondo me, si intrecciano piani diversi. Dal punto di vista legale, dello stato civile, si tratta sempre di un ex-sposato, non separato e non divorziato, che però non ha più la moglie; questa mancanza deriva dal fatto che essa è defunta. Sino a qui, la questione resta legata strettamente al fatto che il signore in questione non è più sposato, e basta; questo conta per tutta una serie di azioni, prima fra tutte il risposarsi. Un vedovo è libero di contrarre nuovamente matrimonio, sia civile sia religioso. Se poi ha procurato personalmente di rimanere vedovo, non credo che faccia differenza... al massimo, dal punto di vista religioso cattolico, si potrebbe dichiarare nullo il precedente matrimonio, per manifeste cause di non validità (mancanza dei presupposti che lo definiscono)?

dal punto di vista invece della logica e delle valutazioni comportamentali, in effetti c'è differenza fra subire una vedovanza e eliminare la moglie. Però credo attenga alla sfera delle percezioni individuali, e che non abbia ricadute effettive sullo stato civile.
Al limite, espiata la colpa in seguito a condanna, dovrebbe tornare "vedovo" in quanto a quel punto entra in gioco il "diritto all'oblio"... mica possiamo mettere sulla carta d'identità "stato civile: ussoricida"...
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Lo stesso vale per chi tolga la vita ai genitori: è parricida ma anche orfano?

La questione attiene dunque alla definizione di vedovo. Se è vedovo qualunque uomo la cui moglie non sia piú in vita, indipendentemente dal suo coinvolgimento nella morte della coniuge, allora un ussoricida è anche vedovo. Ma io credo sia implicita nella definizione («uomo a cui è morta la moglie») l’estraneità del vedovo alla morte…
Non mi pare così implicito il passaggio, più alla base penso che lo stato sia determinato dal fatto che la moglie non è più in vita. Si potrebbe anche dire la cui moglie è morta e la definizione calzerebbe uguale.
Non credo che sarebbe errata per l'assenza del dativo di [s]vantaggio.
Ferdinand Bardamu ha scritto:«Mi è morto il gatto» comprende anche la fattispecie «Ho ammazzato il gatto»?
È un po' diverso, qui c'è un dativo esplicito.

Anche a proposito degli orfani, c'è da distinguere il significato nudo e crudo da quello comunemente usato.

La maggior parte degli ultrasessantenni sono tecnicamente orfani, ma difficilmente si definiscono o vengono definiti in quella maniera.
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Intervento di PersOnLine »

Vedova nera non si dice di donna che ammazza il marito?
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Intervento di Freelancer »

valerio_vanni ha scritto:La maggior parte degli ultrasessantenni sono tecnicamente orfani, ma difficilmente si definiscono o vengono definiti in quella maniera.
Veramente la definizione di orfano del Devoto-Oli è Il minorenne che ha perduto uno o entrambi i genitori.
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Intervento di GFR »

Uno che uccide la moglie può dichiararsi vedovo solo se ha una bella faccia di tolla.

Sono uscito a passeggiare col cane e ho ripensato alla bizzarra questione. L'assassino della moglie per me è definibile un separato illegale; dopo una lunga condanna continui pure a espiare: la morte si sconta vivendo.
La poesia è sfuggente al comando/ma so che esiste in ciò che mi circonda/timida basta la cresta di un'onda/per dir che l'attimo si sta annunciando/ A volte il lago mi si apre allorquando/nei suoni colgo il suo canto alla sponda/
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Freelancer ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:La maggior parte degli ultrasessantenni sono tecnicamente orfani, ma difficilmente si definiscono o vengono definiti in quella maniera.
Veramente la definizione di orfano del Devoto-Oli è Il minorenne che ha perduto uno o entrambi i genitori.
Il Treccani è meno netto nella definizione, dice (detto per lo più soltanto di minorenni).

Lo stato giuridico di orfano di guerra, per esempio, non decade col raggiungimento della maggiore età.
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Intervento di Carnby »

Mantide (però solo per le donne).
Ultima modifica di Carnby in data sab, 24 mar 2018 18:22, modificato 1 volta in totale.
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Intervento di Infarinato »

valerio_vanni ha scritto:Il Treccani è meno netto nella definizione, dice (detto per lo piú soltanto di minorenni).

Lo stato giuridico di orfano di guerra, per esempio, non decade col raggiungimento della maggiore età.
Ma infatti la definizione corretta di orfano dovrebbe piuttosto essere «colui che ha perduto uno o entrambi i genitori da minorenne (se non addirittura «durante l’infanzia») o prima della nascita».
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marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Nei documenti, alla voce "stato civile", cosa si dovrebbe scrivere?
Vedovo, uxoricida, o autovedovo?
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Intervento di Freelancer »

Vedovo, direi. Uxoricida potrebbe forse comparire nel certificato penale, ci vorrebbe qualcuno esperto di diritto penale per dirlo. *Autovedovo è, ovviamente, una simpatica invenzione che non trova riscontro nell'uso.
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