Io so che uno dei linguisti che lavorava al DOP, affascinato dalla gentilezza e dalla bella voce d’un bancario (o bachiere), lo pigliò, e lo mise di fronte al microfono. Mi spiace non poter essere piú preciso, ma se vuole, mi rifò raccontare tutto.valerio_vanni ha scritto:Ma il DOP come è stato fatto? Con sintetizzatori o con voci umane?
Apertura o altezza delle vocali
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- Sandro1991
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Ci sono i nomi sul sito!valerio_vanni ha scritto:Ma il DOP come è stato fatto? Con sintetizzatori o con voci umane?!
Dal sito di LuCa ho scaricato un documento (A Handbook of Pronunciation), forse tratto dal MaPI, in cui in sostanza dice quello che io ho riportato nel mio intervento iniziale. Oltre ad usare gli stessi simboli, precisa che il risultato del processo di semi-chiusura e quello del processo di semi-apertura è lo stesso:valerio_vanni ha scritto:A dire il vero non mi è chiaro se, per Canepari, i due semi-processi portano allo stesso punto "intermedio" o se ognuno corrisponde a un leggero spostamento dal punto di partenza (aperto o chiuso).
Vedendo che usa lo stesso simbolo viene da pensare la prima…
(Traduzione letterale mia perché forse l'inglese qui è proibito )Nel primo caso abbiamo la manifestazione di semi-chiusura, infatti iniziando con /ɛ, ɔ/, otteniamo [ᴇ, σ] [...]. L'altro caso riguarda la semi-apertura perché iniziando con /e, o/, otteniamo di nuovo [ᴇ, σ] [...].
Effettivamente, credo anche io che alla fine si tratti pur sempre di vocali aperte e chiuse (e non intermedie), ma meno aperte e chiuse delle toniche proprio perché si trovano in posizione atona. Né il DOP né il Canepàri mi convincono.
Il DOP infatti continua a fare la distinzione tra vocali aperte e chiuse anche quando la E e la O sono atone. Tuttavia, specifica che il simbolo della e/o chiusa atona è usato anche quando la vocale è "non chiaramente aperta". Quando? Non lo dice E perché non usare un altro simbolo?valerio_vanni ha scritto:a me però pare che lo spostamento (se c'è e quando c'è) sia minimo.
Per LuCa invece e/o aperte atone diventano intermedie, e/o chiuse atone in alcuni casi intermedie ed in altri chiuse. Sinceramente, mi convince ancora di meno del DOP
Se non fosse per quel "non chiaramente aperta", il problema sarebbe risolto (almeno, credo! )
- Infarinato
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Caro «Fiorentino», se vuol sapere come stanno veramente le cose e non la spaventano ben «otto gradi di separazione», la consiglio di leggersi il vecchio, ma sempre fondamentale saggio di Arrigo Castellani, Fonotipi e fonemi dell’italiano, «Studi di filol. it.» XIV (1956): 435–53, ora in Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza [1946–1976], Roma 1980, «Salerno Editrice», vol. I, pp. 49–69, e in particolare le pp. 55–8.
L’analisi è di tipo cinestesico-percettivo («naturale», direbbe il Canepari), non acustico, ma è molto precisa (e con riscontri in diacronia e in diatopia).
Poi le suggerisco di scaricarsi Praat, di registrarsi —o forse, meglio, di procurarsi delle registrazioni di [veri] «professionisti della voce»— e di riascoltarle poi alla rovescia cosí da poter meglio confrontare le /e ɛ o ɔ/ [e ᴇ o σ] atone con le /e ɛ o ɔ/ [e ɛ o ɔ] toniche.
(Un giorno darò un po’ di consigli bibliografici a uso di voi «giovani fonologi»: non in Canepari solo vivet phonetista. )
P.S. Lo Handbook of Pronunciation non è «tratto dal MªPI»: è un altro libro [piú recente].
L’analisi è di tipo cinestesico-percettivo («naturale», direbbe il Canepari), non acustico, ma è molto precisa (e con riscontri in diacronia e in diatopia).
Poi le suggerisco di scaricarsi Praat, di registrarsi —o forse, meglio, di procurarsi delle registrazioni di [veri] «professionisti della voce»— e di riascoltarle poi alla rovescia cosí da poter meglio confrontare le /e ɛ o ɔ/ [e ᴇ o σ] atone con le /e ɛ o ɔ/ [e ɛ o ɔ] toniche.
(Un giorno darò un po’ di consigli bibliografici a uso di voi «giovani fonologi»: non in Canepari solo vivet phonetista. )
P.S. Lo Handbook of Pronunciation non è «tratto dal MªPI»: è un altro libro [piú recente].
- SinoItaliano
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Sono anch'io vittima dell'anglofilia a quanto sembra. Non so perché vedendo la parola rider, non mi era venuto in mente il verbo ridere troncato (in cui pronuncio la e chiusa), ma l'inglese rider (che in pronuncia italianizzata dico /'raidɛr/ con e aperta).valerio_vanni ha scritto:Io "rider" lo dico con la chiusa, "ipsilon" mi spiazza perché ci sento naturale (quasi) l'aperta quanto la chiusa…
Però devo dire che in parole composte una vocale atona aperta non mi suona male, se la parola di partenza ha e/o aperta, come ad esempio perdigiorno, senzatetto, portaborse.
"Orologio" mi suona bene con la prima o sia aperta che chiusa, non so perché. Ed è un caso strano visto che ora ha la o chiusa.
Forse per analogia con oro?
Per quando riguarda le parole straniere, o apparentemente straniere, mi viene spontaneo pronunciare le vocali aperte in sillaba chiusa, cioè quando seguite da consonante.
Oltre al sovraccitato rider (inglese) mi viene in mente Inter, super che pronuncio con la e aperta.
Un mio amico friuliano che ha come cognome Moret, viene chiamato /'mɔrɛt/ da noi.
Per Internet mi suonano normali sia /'internɛt/ che /'intɛrnɛt/.
Infine ringrazio Infarinato per aver fornito la dispensa.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Io la dico con la chiusa: easy rider = /'izi 'raider/.SinoItaliano ha scritto:Sono anch'io vittima dell'anglofilia a quanto sembra. Non so perché vedendo la parola rider, non mi era venuto in mente il verbo ridere troncato (in cui pronuncio la e chiusa), ma l'inglese rider (che in pronuncia italianizzata dico /'raidɛr/ con e aperta).
Io su queste ho la sensazione di usare un'aperta standard, così come se fossero staccate.SinoItaliano ha scritto:Però devo dire che in parole composte una vocale atona aperta non mi suona male, se la parola di partenza ha e/o aperta, come ad esempio perdigiorno, senzatetto, portaborse.
Penso che non sia trascurabile il fattore individuale di sentire un composto come parola unica o come due parole.
Non saprei, io questa la sento come parola unica e quindi tutte chiuse a parte la tonica.SinoItaliano ha scritto:"Orologio" mi suona bene con la prima o sia aperta che chiusa, non so perché. Ed è un caso strano visto che ora ha la o chiusa.
Forse per analogia con oro?
Io, per quanto mi riguarda, non riesco a trovare una regolarità sotto questo aspetto.SinoItaliano ha scritto:Per quando riguarda le parole straniere, o apparentemente straniere, mi viene spontaneo pronunciare le vocali aperte in sillaba chiusa, cioè quando seguite da consonante.
Oltre al sovraccitato rider (inglese) mi viene in mente Inter, super che pronuncio con la e aperta.
Un mio amico friuliano che ha come cognome Moret, viene chiamato /'mɔrɛt/ da noi.
Per Internet mi suonano normali sia /'internɛt/ che /'intɛrnɛt/.
Inter e Super le dico con la chiusa, Internet effettivamente mi suona bene in tutte e due le maniere (ma è una parola composta, quindi può valere quanto detto sopra).
Mi pare che comunque, nelle parole importate con finale "-er" (che in originale avevano una sceva) io senta più naturale mettere una chiusa che un'aperta.
Lo ringrazio anch'io (ne approfitto per dire che per spaventarmi basta anche molto meno di otto gradi di separazione ).SinoItaliano ha scritto:Infine ringrazio Infarinato per aver fornito la dispensa.
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No, mi spaventano i testi vaghi ed imprecisi!Infarinato ha scritto:Caro «Fiorentino», se vuol sapere come stanno veramente le cose e non la spaventano ben «otto gradi di separazione»
Grazie mille!Infarinato ha scritto:(Un giorno darò un po’ di consigli bibliografici a uso di voi «giovani fonologi»: non in Canepari solo vivet phonetista. :D)
Infarinato ha già consigliato un ottimo testo da consultare, ma ho per caso trovato questa discussione in cui si fa riferimento a Luca Serianni:valerio_vanni ha scritto:a me però pare che lo spostamento (se c'è e quando c'è) sia minimo.
Non mi è chiarissimo il dubbio... Nelle parole composte le vocali mantengono il grado di apertura che hanno nella parola semplice, quindi se si dice sèmpre si dirà sèmprevérde.
A me risulta che la e atona sia abitualmente chiusa, ma non che vi sia una regola che lo prescrive. Dice infatti Serianni nella sua Grammatica [I,19]: "La [e] e la [o] atone hanno un grado di apertura variabile a seconda dei suoni contigui, [...] ma si avvicinano piuttosto a /e/, /o/ che non a /ɛ/, /ɔ/". E non a caso il DOP riporta i simboli fonetici per la e e la o aperte atone e per la e e la o chiuse atone.
( http://forum.wordreference.com/showthre ... &langid=14 )
- SinoItaliano
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Dal DOP apprendo che le vocali atone aperte occorrono solo nelle parole composte.
Mentre in quelle terminanti per consonante prescrive la vocale chiusa.
Perciò in quest'aspetto la mia pronuncia è diversa da quella neutra.
Mentre in quelle terminanti per consonante prescrive la vocale chiusa.
Perciò in quest'aspetto la mia pronuncia è diversa da quella neutra.
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Grazie Infarinato!
A forza di leggere testi lingusitici prevalenmente in inglese ho finito per usare occorrere, come calco dall'inglese occur.
Quindi foneticamente non si esclude che possano essere aperte, vero?
A proposito, qual è la differenza tra fonemico e fonematico?
A forza di leggere testi lingusitici prevalenmente in inglese ho finito per usare occorrere, come calco dall'inglese occur.
Quindi foneticamente non si esclude che possano essere aperte, vero?
A proposito, qual è la differenza tra fonemico e fonematico?
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La sola differenza è che il secondo è un vocabolo piú aderente alla morfologia greca (come dovrebbe essere ), e il primo piú a quella… inglese!SinoItaliano ha scritto:…qual è la differenza tra fonemico e fonematico?
Sí, ma solo in alcuni contesti: se non ha a portata di mano il MªPI, qui trova un’utile sintesi (pp. 125–6).SinoItaliano ha scritto:Quindi foneticamente non si esclude che possano essere aperte, vero?
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