Vocali 'e' e 'o': pronuncia fiorentina e pronuncia romana

Spazio di discussione su questioni di fonetica, fonologia e ortoepia

Moderatore: Cruscanti

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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Può anche darsi, ma, se può sicuramente valere da giustificazione a posteriori, linguisticamente mi pare una motivazione un po’ deboluccia… :?
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Zabob
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Intervento di Zabob »

È ancora in auge la posizione di chi sostiene che esiste una pronuncia "di teatro", ideale, che non è né quella toscana né quella romana, dalle quali (per ragioni che mi sono oscure) talvolta diverge?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Zabob ha scritto:È ancora in auge la posizione di chi sostiene che esiste una pronuncia "di teatro", ideale, che non è né quella toscana né quella romana, dalle quali (per ragioni che mi sono oscure) talvolta diverge?
Che io sappia, l'unico che sostiene (con convinzione e motivazioni almeno in parte convincenti) una pronuncia né toscana né romana è Luciano Canepari con il suo «italiano neutro».
C'è poi Gaetano Berruto, ma le sue teorie su questa presunta «nuova lingua comune» mi lasciano alquanto perplesso (mi pare che sostenga che «ormai» prevalga la pronuncia */fi'renʦe/, generalizzando /e/ in sillaba caudata).
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Ho trovato un vecchio manuale di ortoepía (1961) la cui impostazione mi pare discenda da questo presupposto. Magari aprirò un altro filone per esporre ciò che vi ho trovato.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Al giorno d'oggi le pronunce dominanti a Roma sono: allégro, bistécca, céra, scéndo, cómpito.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

SinoItaliano ha scritto:Al giorno d'oggi le pronunce dominanti a Roma sono: allégro, bistécca, céra, scéndo, cómpito.
Tranne scéndo, vale anche per dove sto io.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto:
SinoItaliano ha scritto:Al giorno d'oggi le pronunce dominanti a Roma sono: allégro, bistécca, céra, scéndo, cómpito.
Tranne scéndo, vale anche per dove sto io.
Per me valgono tutte (abito un po' più a Nord, sulle grandi isoglosse).
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Nello stessa enciclopedia che ho citato in apertura di filone, due pagine più avanti si legge:
Il segno s indica una fricativa dentale (...) Nella corretta pronuncia italiana si ha sempre il suono sordo nelle seguenti posizioni: all'inizio di parola se sia seguito da vocale (...); all'interno di parola se sia seguito da una consonante sorda (...) o se sia indicato dal segno raddoppiato (...), o se sia preceduto da consonante diversa da n: borsa, eccelso, psichiatra; quando sia preceduto da n, il segno s va pronunciato quasi come z sorda (penso quasi come fosse penzo).
Da nessun'altra parte ho letto questa particolarità della pronuncia di s: si tratta di una caratteristica della pron. romana (anche quando s è preceduta da l, se non sbaglio: fal/t͡s/o, pul/t͡s/are...), che l'autore – forse non da solo – ha assurto a regola di «corretta pronuncia italiana».
Tuttavia (qualcun altro confermerà) quando pronuncio il nesso -ns- (ma anche -ls-) mi sembra che la s abbia effettivamente un suono "semiaffricato".
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Zabob ha scritto:Da nessun'altra parte ho letto questa particolarità della pronuncia di s: si tratta di una caratteristica della pron. romana (anche quando s è preceduta da l, se non sbaglio
I nessi /ns, ls, rs/ passano a /nʦ, lʦ, rʦ/ anche in gran parte della Toscana, eccettuata la zona di Firenze, Prato e dintorni (io, per poco, sono fuori).
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Perché, però, si contempla questo suono di s (indicandolo come "corretta pronuncia italiana") solo dopo la consonante n- (infatti ci sono esempi come borsa e eccelso, in cui l'affricazione di s non è prevista)?
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Non credo che sia "corretta pronuncia italiana"... :shock:
Addirittura a Roma si dice bor/dz/a contrariamente al resto del centro-sud "affricante" che ha bor/ts/a.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Zabob ha scritto:Perché, però, si contempla questo suono di s (indicandolo come "corretta pronuncia italiana") solo dopo la consonante n- (infatti ci sono esempi come borsa e eccelso, in cui l'affricazione di s non è prevista)?
Ma è lo stesso libro di Sfogliando un manuale di ortoepia?
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Noooo! :)
È la sezione "Grammatica", nel IV vol. dell'Enciclopedia Generale Illustrata Rizzoli Larousse in 7 voll. (sez. curata da Giovanni Maria Piazza).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

Zabob ha scritto:Ha ragione e mi scuso per l'imprecisione: ho ricontrollato queste tredici parole e «vengono date entrambe le pronunce» solo per Cesare, devo, lettera, spengo e gonna.
I libri di dizione di solito ammettono sia Stéfano sia Stèfano, mentre il DOP, contrariamente a quello che si dice su Guichipedía (Wikipedía), considera ortoepica soltanto Stéfano. Ovviamente, come per edera, seguo fedelmente le indicazioni del DOP e considero neutre solo le pronunce con l'e chiusa.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

fiorentino90 ha scritto:I libri di dizione di solito ammettono sia Stéfano sia Stèfano
Stèfano è anche senese, a quanto mi risulta.
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