«Cìano» o «ciàno»?

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Millermann
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Intervento di Millermann »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Peraltro, per conoscere la pronuncia corretta di una parola, piú che il Sabatini-Coletti, lo Zingarelli e il De Mauro (che, nell’edizione in rete, registra solo l’accentazione sulla i!) sarebbe meglio consultare il DOP, o il DiPI. Poi, naturalmente, ognuno si regola come gli pare. ;)
Avevo già consultato sia il DOP sia il DiPI prima del mio primo intervento (è per questo che ritenevo d'aver sempre pronunciato in modo sbagliato), anche se il secondo prevede anche una pronuncia "volgare" ˈʧano. (Per quanto riguarda il De Mauro, invece, avete ragione: ho fatto confusione con le altre voci omografe :oops:)

Poi, però, come dice anche lei, Ferdinand, ho riflettuto sul fatto che entrambi fanno riferimento a un «sostantivo
dòtto, d’uso rarissimo», mentre invece, da quando esistono le stampanti per uso personale, è divenuto comunissimo con la sua accezione cromatica, essendo uno dei colori fondamentali della tricromia.
Allora, visto il (parziale) avallo di qualche dizionario, non potrebbe diventare giustificabile anche un'accentazione piú popolare? Ovviamente non se si stanno declamando versi che parlano di fiordalisi, s'intende! :lol:

A parte le battute, è significativo che, perfino in questa piazza, quasi nessuno conoscesse la giusta pronuncia: in un contesto "normale", ad usare una frase come «il cíano sta per esaurirsi» non si corre il rischio di passare per pedante, o per ignorante, o per uno che usa il termine per la prima volta?
È importantissimo conoscere la giusta accentazione. Altrettanto importante "esibirla" in modo opportuno. :)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Millermann ha scritto:[A]nche se il secondo prevede anche una pronuncia "volgare" ˈʧano.
:shock: Non è una «pronuncia volgare»: è che [l’omografo] ciano in toscano vuol dire «volgare, trasandato»!
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Millermann ha scritto:A parte le battute, è significativo che, perfino in questa piazza, quasi nessuno conoscesse la giusta pronuncia: in un contesto "normale", ad usare una frase come «il cíano sta per esaurirsi» non si corre il rischio di passare per pedante, o per ignorante, o per uno che usa il termine per la prima volta?
È importantissimo conoscere la giusta accentazione. Altrettanto importante "esibirla" in modo opportuno. :)
Io ho sempre letto, sia sui pastelli sia sulle cartucce, cyan, che ho sempre pronunciato cían, ignorantemente.

In quanto alla questione sociolinguistica che lei ha sollevato, direi che molto difficilmente qualcuno dirà, parlando d’una stampante, «È finito il ciàno», perché rischia di non esser capito e, credo, anche di fare sfoggio d’un termine inusuale. Io direi «È finito l’azzurro» o «È finito il blu».

Ciano, per la mia limitata conoscenza, rimane confinato a un uso o molto tecnico o letterario, perciò il motivo dell’opportunità, a mio avviso, non si pone: si dice cíano e basta. È un caso diverso da scandinàvo/scandínavo, tanto per fare un esempio. :)
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Carnby
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Ferdinand Bardamu ha scritto: In quanto alla questione sociolinguistica che lei ha sollevato, direi che molto difficilmente qualcuno dirà, parlando d’una stampante, «È finito il ciàno», perché rischia di non esser capito e, credo, anche di fare sfoggio d’un termine inusuale. Io direi «È finito l’azzurro» o «È finito il blu».
Avendo lavorato in ambito editoriale-tipografico, le posso assicurare che ciàno è diffusissimo, mentre cyan «si scrive ma non si pronuncia» (del resto aspettarsi che uno dica ['saɪən] o ['sjɑ̃] è troppo...). Inoltre [la] ciàno si usa anche per indicare una prova di stampa «cianografica» o simile (in questo caso forse la pronuncia «popolaresca» può essere accettabile).
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ciano per cianografica l’ho sentito anch’io, ma si tratta di un’abbreviazione, perciò l’accentazione ciàno è, come ha detto lei, accettabile. Per la pronuncia ciàno del sostantivo designante il fiore e il colore, prendo atto delle sue parole; del resto la maggior diffusione della «lectio facilior» è confermata anche da altri utenti in queste stesse stanze.

Dovessi lavorare anch’io in àmbito tipografico, non avrei remore a adattarmi all’uso comune. Ma non essendo ciano comune nel mio vocabolario, e non avendolo mai sentito da altri, se lo dovessi adoperare mi atterrei alla pronuncia corretta.
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Infarinato ha scritto:Non è una «pronuncia volgare»: è che [l’omografo] ciano in toscano vuol dire «volgare, trasandato»!
Ah, ah, ah! Che svista colossale!
Davvero, non l'avrei mai immaginato! :lol:
Il fatto è, lo confesso, che sono ancora in difficoltà con le abbreviazioni e i simbolismi che usa il DiPI (relativamente nuovo, per me). Questa volta lo ero particolarmente, e ho provato a indovinare: non che non mi sia chiesto come mai "volgare" fosse scritto per esteso, e non abbreviato, ma quella che ho dato mi sembrava l'unica interpretazione possibile (e credibile)!
A questo proposito, riporto la (breve) voce del DiPI:
Il DiPI, s.v. ciano ha scritto:ciano (cía-, fiordaliso)ˈʧiano
◆ (cià-, volgare)ˈʧano
C. ˈʧano
Come si vede, non c'è alcun riferimento al toscano o a un termine regionale, il che rende ardua la comprensione (tanto piú che "volgare" potrebbe significare "popolare"). Però non ho ancora capito una cosa: che significa la parte finale, cioè quella "C."? :?

Adesso, per chi (come me) s'è incuriosito per quest'altro significato... popolare, riporto ciò che ho trovato sull'unico sitoche ne parli:
Il Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 ha scritto:Ciana, Ciano, Becero, Cialtrone -
Chiamansi Ciane in Firenze quelle donne della plebe, che abitano nei luoghi della città meno netti e più fuor di mano, le quali parlano il vero vernacolo fiorentino squarciato; e per estensione chiamarsi Ciana anche una dama malcreata e di rozze maniere. - Ciano è più raro nell'uso, e per significare uomo malcreato e di rozzi modi, suole usarsi piuttosto la parola Becero . - Cialtrone suole anch'esse usarsi per parola di ingiuria, a significare uomo vilmente plebeo, screanzato,
oltraggioso e simili.
Per concludere (e come se non bastasse) esiste anche il cíano volgare! Non si sarà mica riferito a quello, il DiPI? :mrgreen:
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Millermann ha scritto:Però non ho ancora capito una cosa: che significa la parte finale, cioè quella "C."?
Il cognome Ciano. :)
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Intervento di Millermann »

Lampante! La ringrazio! :)
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Millermann ha scritto:riporto ciò che ho trovato sull'unico sito che ne parli…
L’unico, se escludiamo il Vocabolario della Crusca e il Tommaseo-Bellini. :)

Volgare, poi, nelle marche dei dizionari, significa piuttosto «osceno» che «popolare».
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Io ho sempre letto, sia sui pastelli sia sulle cartucce, cyan, che ho sempre pronunciato cían, ignorantemente.

In quanto alla questione sociolinguistica che lei ha sollevato, direi che molto difficilmente qualcuno dirà, parlando d’una stampante, «È finito il ciàno», perché rischia di non esser capito e, credo, anche di fare sfoggio d’un termine inusuale. Io direi «È finito l’azzurro» o «È finito il blu».

Ciano, per la mia limitata conoscenza, rimane confinato a un uso o molto tecnico…
Sicuramente si parlerà anche di «azzurro» o di «blu», ma secondo me da quando le stampanti sono oggetti d'uso domestico è comune anche «ciano».
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Sicuramente si parlerà anche di «azzurro» o di «blu», ma secondo me da quando le stampanti sono oggetti d'uso domestico è comune anche «ciano».
Confermo. Dalle mie parti si usa quasi esclusivamente ciàno.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

valerio_vanni ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto:Io ho sempre letto, sia sui pastelli sia sulle cartucce, cyan, che ho sempre pronunciato cían, ignorantemente.

In quanto alla questione sociolinguistica che lei ha sollevato, direi che molto difficilmente qualcuno dirà, parlando d’una stampante, «È finito il ciàno», perché rischia di non esser capito e, credo, anche di fare sfoggio d’un termine inusuale. Io direi «È finito l’azzurro» o «È finito il blu».

Ciano, per la mia limitata conoscenza, rimane confinato a un uso o molto tecnico…
Sicuramente si parlerà anche di «azzurro» o di «blu», ma secondo me da quando le stampanti sono oggetti d'uso domestico è comune anche «ciano».
Nelle cartucce della mia stampante c'è scritto ciano, e presumo anche sulle istruzioni, quindi non credo sia poi così remota la possibilità che qualcuno, anche in ambito non tecnico, la usi.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Parlo solo per esperienza personale, ma una parola come ciano, nella parlata di tutt’i giorni, si può apprendere quasi solamente leggendo l’etichetta delle cartucce. Nella lingua piú spontanea, userei azzurro o blu: si perde in precisione, certo, ma non tanto da pregiudicare la comprensione; anzi. D’altra parte, credo che sia piú comune dire «È finita la cartuccia del rosso» che «È finita la cartuccia del magenta». O no? :?
Pugnator
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Intervento di Pugnator »

A complicare la faccenda Google traduttore lo pronuncia erroneamente, pur se forse per uno straniero è meglio imparare l'unica pronuncia che molto probabilmente sentirà nel corso della sua vita...
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto:D’altra parte, credo che sia piú comune dire «È finita la cartuccia del rosso» che «È finita la cartuccia del magenta». O no?
Può darsi che sia condizionato dall'aver lavorato nel settore specifico, ma ho sempre detto magenta (che poi è la stessa cosa del fucsia).
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