«Orienteering»

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sempervirens
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«Orienteering»

Intervento di sempervirens »

In italiano la parola con la quale è designata l'attività agonistica è, anzi sarebbe orientamento, ma sul Treccani in rete sono incappato nell'anglicismo non adattato orienteering. Vichipedia Italia dà oltre alla parola italiana orientamento anche la parola orientista, cioè colui che partecipa a tale competizione, a fronte dell'inglese orienteer.

Sempre nella nostra lingua dalla parola oriente abbiamo orientare, orientabile, orientazione, orientamento, orientista, orientatore, orientale, orientalità, ... e tante altre parole con le quali il favellante può giostrarsi come meglio gli aggrada. A noi poi una certa precisione del linguaggio non dispiace e pertanto abbiamo inoltre le forme plurali: orientisti, orientali, orientabili, senza contare che da noi il verbo orientare ha la sua brava coniugazione in tutti i modi e tempi verbali, nella forma attiva e passiva, impersonale e personale, dando al parlante la possibilità di esprimersi con accuratezza. Tuttavia si esita ad usare il nostro dizionario per andare invece a impelagarsi con parole esotiche, e così abbiamo "in famiglia" anche questo orienteering. Ammetto che l'aver letto orienteering m'ha fatto cascare le braccia e contemporaneamente m'ha fatto venire il latte alle ginocchia.

Ed ora la domanda. Orientamento non andava bene? Faceva ribrezzo?
:twisted:
Io nella mia lingua ci credo.
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Infarinato
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Re: «Orienteering»

Intervento di Infarinato »

sempervirens ha scritto:In italiano la parola con la quale è designata l'attività agonistica è, anzi sarebbe orientamento…
No, orienteering è la «corsa a orientamento» («orientamento» è orientation, direction, bearing). ;)
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Francamente, mi fido piú dei dizionari (non solo del Treccani, non solo monolingui) che della FISO, che nella stragrande maggioranza delle pagine del suo sito ricorre comunque al forestierismo… :?

Il fatto è che «orientamento», da solo, non può tradurre orienteering, che, formato sul modello di mountaineer/mountaineering («alpinista/alpinismo») equivarrebbe piuttosto a qualcosa di simile a *«orientamentismo». ;)
sempervirens
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Re: «Orienteering»

Intervento di sempervirens »

Infarinato ha scritto:
sempervirens ha scritto:In italiano la parola con la quale è designata l'attività agonistica è, anzi sarebbe orientamento…
No, orienteering è la «corsa a orientamento» («orientamento» è orientation, direction, bearing). ;)
Era quello che in un primo momento avevo immaginato. Sennonché una volta appropriatisi della parola la si usa a sproposito, anche quando di corsa non si tratta.
Per evitare la parola orientereeng e suoi usi e stra-usi io personalmente la eliminerei seduta stante con l'italiana orientamento, coadiuvata poi da altre parole se necessarie. Corsa a orientamento, gara di orientamento, tecniche di orientamento, ecc.
Nell'articolo seguente (sottolineatura mia) si parla infatti di tecniche di orienteering, che nel contesto non credo che voglia dire tecniche di corsa a orientamento. Mi sembra invece che significhi tecniche di orientamento, quindi orienteering sarebbe stato utilizzato al posto della parola orientamento.

"Le squadre, composte ciascuna da 4 componenti, dovranno, nel minor tempo possibile, raggiungere, utilizzando mappe, bussole e tecniche di orienteering, alcuni punti di controllo dove sono posizionate un certo numero di prove a carattere fisico, tecnico e militare, in aderenza al tema tattico che viene fissato in modo conforme alle situazioni internazionali di maggiore attualità."

Se nell'articolo si spiega che le squadre dovranno usare mappe e bussole, e dovranno raggiungere nel minor tempo possibile un dato traguardo, aggiungere con una congiunzione coordinante la frase 'e tecniche di orienteering' non fa che confondere le idee del lettore. Se proprio si vuole usare questo anglicismo allora avrei messo ' cioè fare orienteering.
Io nella mia lingua ci credo.
Hirpinus
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Re: «Orienteering»

Intervento di Hirpinus »

sempervirens ha scritto:In italiano la parola con la quale è designata l'attività agonistica è, anzi sarebbe orientamento, ma sul Treccani in rete sono incappato nell'anglicismo non adattato orienteering. Vichipedia Italia dà oltre alla parola italiana orientamento anche la parola orientista, cioè colui che partecipa a tale competizione, a fronte dell'inglese orienteer.

(...)

Ed ora la domanda. Orientamento non andava bene? Faceva ribrezzo?
:twisted:
Appena ho veduto l'anglismo, mi è pervenuto un ribrezzo alle orecchie e al viso.
Un filanglismo dilagante che non solo fa paura, ma anche onta.

In seduta stante, approvo l'uso che Lei ha suggerito: orientamento, insieme allo specificare i vari contesti in cui cade.
domna charola
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Re: «Orienteering»

Intervento di domna charola »

sempervirens ha scritto:Se nell'articolo si spiega che le squadre dovranno usare mappe e bussole, e dovranno raggiungere nel minor tempo possibile un dato traguardo, aggiungere con una congiunzione coordinante la frase 'e tecniche di orienteering' non fa che confondere le idee del lettore. Se proprio si vuole usare questo anglicismo allora avrei messo ' cioè fare orienteering.
Sono sfumature diverse, e in un regolamento in genere occorre essere precisi.
Quando mi oriento sul territorio, uso mappa e bussola nella maniera semplice, di base, cioè orientando la carta; oppure applico tutta una serie di operazioni che interpolano dati, per posizionarmi al meglio, e in questo caso entra in gioco ad esempio anche l'altimetro, la linea di mira della bussola, il calcolo anche geometrico dell'azimut di un riferimento etc. Tutte queste sono tecniche di orientamento, e se scrivessi solo "usando bussola e mappa" vuol dire che si richiede - ed è consentita - solo quella strumentazione e le relative operazioni di base.

Quanto al termine, a parte le gare di corsa, in effetti viene usato in generale per un'attività - anche non di corsa, anche non in gara, anche come esercitazione scolastica - che non è il semplice "orientarsi", cosa che può dare adito a varie interpretazioni, bensì seguire un percorso specifico ricavato in base a tutta quella serie di tecniche di cui sopara.
Mi oriento sia quando ruoto la carta con il nord parallelo all'ago della bussola, sia quando guardo il navigatore satellitare, ma anche quando semplicemente mi guardo attorno, "annuso l'aria" (posizione del sole, dove cade l'ombra, canali, ponti, cimiteri e altri elementi del territorio di univoca identificazione etc.) e definisco dove mi trovo.
Faccio "orienteering" invece come attività specifica, in cui tutto lo scopo è mostrare al massimo la capacità di orientarsi e muoversi lungo un percorso costruito ad hoc per saggiare le proprie capacità.
"Orientamentismo", come suggerito sopra, sarebbe più adatto, senonché è veramente brutto. Però si deve lavorare in quella direzione, se si vuole avere successo.
Perché, se si ricicla un termine quantomai generico e già usato con vario senso, chi ha bisogno di comunicare che svolge un'attività specifica quale quella della "sfida" (anche a sé stessi, quindi non in gara) volta solo a sviluppare all'estremo la capacità di orientamento, finirà per ricorrere a un termine diverso, che ahimé al momento è quello inglese.
L'ho sempre usato anch'io, nonostante tutto, con gli studenti, sempre in attesa che si definisca un traducente con significato pieno e quindi efficace.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

Orientazione (cfr. spagnolo orientación)? :roll:
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Però che buffo! Noi stiamo attenti alle sfumature, e ce la mettiamo tutta per giustificare l'uso di parole sorto in un altro mondo culturale, e dall'altra parte invece di usare la lima si va a colpi d'accetta e rifiniture con il pennato.

Abbiamo la parola italiana disadattamento, che agli inglesi torna come maladjustment, oppure splashdown per ammaraggio, e qui si fa le pulci alle nostrane gara di orientamento, prova di orientamento, orientazione.

Ci capisco sempre di meno. Che abbia a che fare un certo condizionamento e un velato indirizzamento? Cioè che si vuol metter parole inglesi in bocca italiana a tutti i costi e non il contrario? Boh! A me così pare da un pezzo di tempo.

Finito l'intermezzo. Non ho nient'altro da aggiungere. D'altronde non sono un esperto. Ho solo la pecca di credere nella mia lingua e sostenerla.

P.S. Trattandosi di esercitazioni militari, e tenendo conto che i satelliti militari sono equipaggiati con apparecchiature in grado di rilevare oggetti in movimento lineare sul terreno, non è detto che ' nel minor tempo possibile' equivalga a dire correre a più non posso.
Io nella mia lingua ci credo.
Teo
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Re: «Orienteering»

Intervento di Teo »

sempervirens ha scritto:
Infarinato ha scritto:
sempervirens ha scritto:In italiano la parola con la quale è designata l'attività agonistica è, anzi sarebbe orientamento…
No, orienteering è la «corsa a orientamento» («orientamento» è orientation, direction, bearing). ;)
Era quello che in un primo momento avevo immaginato. Sennonché una volta appropriatisi della parola la si usa a sproposito, anche quando di corsa non si tratta.
Da un purista "radicale" come lei non mi sarei aspettato l'uso del verbo "appropriarsi" in modo intransitivo! Avrei trovato meno sorprendente se avesse scritto: "una volta appropriatisi la parola" (o meglio: "una volta appropriatasi la parola".
Oppure anche lei sull'uso intransitivo si è allineato con il Treccani, il Devoto-Oli, il Sabatini-Coletti, il De Mauro, ecc. e ammette che ormai il costrutto transitivo è avvertito come letterario e obsoleto (in fondo è anche la mia posizione)?
Teo Orlando
domna charola
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Intervento di domna charola »

sempervirens ha scritto:Ci capisco sempre di meno. Che abbia a che fare un certo condizionamento e un velato indirizzamento? Cioè che si vuol metter parole inglesi in bocca italiana a tutti i costi e non il contrario? Boh! A me così pare da un pezzo di tempo.
Personalmente non sono un complottista, e non vedo nemmeno in questo caso oscure trame.
Semplicemente, una lingua è efficace quando è precisa, cioè quando - il più possibile - a un concetto corrisponde una e una sola parola.
E la lingua italiana, sino all'altro ieri, aveva questa capacità. Quando compariva qualcosa di nuovo, si sapeva trovare, o coniare, il termine per designarlo.

Secondo me, nel parlato/scritto quotidiano, questo deve continuare a essere il modo di procedere.
Quando non vengono fuori idee, io tengo solo provvisoriamente il termine da tradurre, con una certa contrarietà di fondo però, perché oltretutto pronuncio l'inglese peggio di un cane... insomma, nel caso in questione, sento la necessità di un termine italiano univoco e condiviso, che indichi un'attività specifica e con proprie procedure, regole, strumenti, qual'è l'arte di divertirsi a cercare la strada nel bosco senza ricorrere al GPS, e che non la confonda con qualsiasi semplice atto di reperimento dei punti cardinali, appiattendone il significato.
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Re: «Orienteering»

Intervento di Ivan92 »

Teo ha scritto:Da un purista "radicale" come lei non mi sarei aspettato l'uso del verbo "appropriarsi" in modo intransitivo!
Ma il nostro sempervirens non s'è mai schierato contro l'uso intransitivo di appropriarsi, o perlomeno non esplicitamente. Combatte soltanto l'anglomania più becera. :)
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Domna charola, il mio intervento era più generico che diretto a Lei. Lo prenda come uno sbotto. Un urlo nel deserto.
Mi si dice che orienteering è la corsa a orientamento, poi vedo che c'è tutta una serie di attività agonistiche alle quali non vedo connessioni certe con la parola corsa. Quindi, orienteering di per sé non vuole dire corsa a orientamento.

Qui la lista di varianti dell'attività agonistica di orientamento, o se preferite di orienteering. Tratte da Vichipedia Inghilterra: Orienteering is a family of sports that requires navigational skills using a map and compass to navigate...

Canoe orienteering , Car orienteering, Foot orienteering, Mountain bike orienteering, Mountain marathoning, Mounted orienteering, Radio orienteering [including variants Fox Oring and Radio Orienteering in a Compact Area (ROCA)], Rogaining, Ski-orienteering, SportLabyrinth – micro orienteering
Trail orienteering


A proposito di precisione del linguaggio. Quando ho letto nell'articolo la parola compass mi sono venuti in mente il nostro compasso, il nostro balaustrone e il nostro balaustrino. Solo dopo un po' ho pensato alla bussola. :)
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
marcocurreli
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Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
Località: Cagliari

Intervento di marcocurreli »

Per me il termine più appropriato è quello proposto da semprevirens "gara d'orientamento".
Comunque la si rigiri, che sia una corsa o una sfida, che sia contro se stessi o contro il mondo intero, sempre di una gara si tratta.
domna charola
Interventi: 1623
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Resterebbe sempre da precisare il termine che viene reso - per ora - con "orientamento".
"Gara" è uno dei contesti in cui si può svolgere questa attività, ma non l'unico. Un discorso è il mettersi alla prova - in termini figurati "sfidare se stessi" - e un'altro gareggiare, essere in gara.

http://www.treccani.it/vocabolario/gara

Quando pratico quest'attività da sola, ad esempio, solo in senso lato penso a "sfidare me stessa per superarmi": più banalmente, mi diverto a mettere a frutto delle capacità acquisite, cercando di muovermi in sicurezza (cioè senza perdermi o finire nel burrone) nell'ambiente naturale.
E quando insegno agli studenti a usare i mezzi e le tecniche utili per orientarsi, non stiamo facendo gare nè sfide.
Insomma, è come dire la differenza che passa fra il podismo in sé e una gara podistica.

Quella in discussione è cioè la complessa disciplina del muoversi in uno spazio tridimensionale quale è il territorio, usando le tecniche disponibili per sapere in ogni momento con precisione dove ci si trovi e cosa si ha davanti.
Cosa questa più complessa del semplice "orientarsi".
Chiunque, quasi sempre, messo in un punto, sa dire dov'è il nord e dove il sud, ma non è detto che, messo nella "foresta pluviale orobica" sappia uscirne dalla parte giusta, e non dal capo opposto di dove aveva lasciato la macchina.
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