«Mu»

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Carnby
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«Mu»

Intervento di Carnby »

No, non è il mitico continente «avversario» di Atlantide e posto dov’è ora l’Oceania, ma la pronuncia «all’inglese» di µ (lettera greca), saltata fuori di recente per una variante del SARS-CoV-2. Ora, Canepari suggerisce per la lettera greca, pronunciata anticamente [myː] le varianti /mi/ e /mu/ quest’ultima considerata «intenzionale»: però non è la pronuncia inglese, che sarebbe [mjuː], bensì un qualcosa d’intermedio. Per me, beninteso, dovrebbe pronunciarsi sempre /mi/ (e avrei chiamato la particella mione, anziché muone, com’è conosciuta di solito).
Ultima modifica di Carnby in data mar, 21 set 2021 14:55, modificato 1 volta in totale.
Utente cancellato 676

Re: «Mu»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Difficile eradicare una prassi consolidata in tutte le facoltà scientifiche o tecniche italiane.

In Ingegneria non troverà alcuno che pronunci /mi/, salvo qualche ex studente di liceo classico guardato comunque con sospetto dagli altri per la sua volontà di distinguersi :lol:, e non avendo studiato greco ho dovuto passivamente accettare /mu/ anche io durante gli studi (sempre per non incorrere in frecciatine dei professori, che di certo non vogliono essere bacchettati su loro errori durante un esame orale!).

Ora che con la traduzione del terzo Messale post Vaticano II è stato risdoganato il Κύριε ἐλέησον a Messa come formula da preferire, non sentirà davvero nessuno pronunciare quella «ύ» in modo diverso da una semplice «i»...
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Mu»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ma al liceo classico non si usa la pronuncia erasmiana? Υ si dovrebbe dunque pronunciare /y/, come il francese lune. (Lo chiedo sinceramente: non ho fatto il classico). La pronuncia ecclesiastica di Κύριε ἐλέησον è quella roicliniana o itacistica.
Ligure
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Re: «Mu»

Intervento di Ligure »

Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 17 set 2021 12:05 Ma al liceo classico non si usa la pronuncia erasmiana? Υ si dovrebbe dunque pronunciare /y/, come il francese lune. (Lo chiedo sinceramente: non ho fatto il classico). La pronuncia ecclesiastica di Κύριε ἐλέησον è quella roicliniana o itacistica.
Dopo aver letto quest'intervento di Ferdinand ed essermi reso conto che non era stata fornita una risposta specifica - alla prima parte -, ho "indagato" tra diversi docenti di greco e alcuni "classicisti" - studenti -. Tutti - ma non so se ciò possa ambire a una validità statistica più generale - mi hanno dato la stessa risposta (che, per altro, personalmente già conoscevo, pur non essendomi mai preoccupato di approfondirne le ragioni), ma nessuno ha saputo giustificare la situazione descritta e da tutti quanti confermata. Se non facendo genericamente riferimento alla "tradizione" ... :|

Cioè docenti e discenti italiani - anche delle generazioni anziane - s'avvalgono della pronuncia erasmiana per la pronuncia dei testi - prosa e poesia -, ma, relativamente al nome delle singole lettere dell'alfabeto, usano (per quanto solo in alcuni casi e, quindi, in modalità non congruente) esclusivamente la pronuncia roicliniana ... ? ! ? ! ? !

E' questa un'impostazione condivisibile di quanto si verifica? :|

Gran parte del campione - inclusi i docenti - ha riferito d'impiegare anche la pronuncia roicliniana (sia pure esclusivamente nella "compitazione"), sebbene i vocabolari scolastici riportino esattamente le scrizioni (da cui si può ricavare la pronuncia - basta leggere! -) corrispondenti al nome di ciascuna lettera alfabetica ...

Ma quanto sostenuto si limiterebbe, in modo poco convincente, a due sole lettere dell'alfabeto greco - μ "mi" (da μῦ /'my:/) e ν "ni" (da νῦ /'ny:/) -, mentre la pronuncia roicliniana esiste per tutte le lettere alfabetiche e differisce, anche in altri casi, da quella erasmiana ... ma, in questi casi, non verrebbe adottata ...

Per altro, non pochi non possiedono neppure alcuna cognizione della "querelle" storica relativa alla pronuncia né del fatto che esistono due pronunce "possibili" ... né - tanto meno - di "compitare" mischiando - del tutto inconsapevolmente - pronuncia erasmiana e roicliniana, ammesso che ciò sia vero, ...

Infatti, le modalità di "compitazione" riferite non corrispondono - evidentemente! - né al greco classico né alla "compitazione" effettivamente ascoltabile oggigiorno in Grecia (mi riferisco alla pronuncia di vocali e dittonghi, non ad altro) ...

Mi fermo qui, avendo soltanto inteso fornire a Ferdinand un resoconto della situazione e della consapevolezza degli "addetti ai lavori" - non saprei se e quanto davvero generalizzabile -, non intendendo assolutamente andare fuori foro - né, se possibile, fuori filone -.
Ultima modifica di Ligure in data gio, 23 set 2021 20:13, modificato 1 volta in totale.
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Infarinato
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Re: «Mu»

Intervento di Infarinato »

Ligure ha scritto: lun, 20 set 2021 22:24 [R]elativamente al nome delle singole lettere dell'alfabeto, usano esclusivamente la pronuncia roicliniana ... ? ! ? ! ? !
Mah? :? Siamo sicuri che non usino semplicemente la pronuncia latinizzata, che poi coincide col nome italiano di tali lettere? Del resto, come Lei stesso implicitamente notava, nessuno al classico dice /bı̍ta/, /ı̍ta/, /θı̍ta/ o /zı̍ta/.
Ligure
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Re: «Mu»

Intervento di Ligure »

Risulta del tutto evidente che non posso pensare diversamente da lei in quanto sono convinto - pur non essendo un esperto della storia degli studi classici in Italia - che non possa esserci un'altra ragione valida.

Condivido, pertanto, totalmente il contenuto del suo messaggio.

Mantengo l'insoddisfazione - che, forse, ho comunicato in modo non perfettamente adeguato, per quanto assolutamente attendibile - relativa al fatto che studenti e titolari di cattedra i quali, probabilmente, con un suo "suggerimento" - ma io non glien'ho volutamente forniti - sarebbero stati in condizione di "vederci più chiaro", non abbiano saputo manifestare alcuna consapevolezza in merito.

Tenendo anche conto che molti di loro studiano e insegnano latino, ma nessuno ha saputo "reagire adeguatamente" alla provocazione - puramente intellettuale - di una "pronuncia mista" del nome delle lettere alfabetiche della lingua greca, semplicemente perché non conoscono il loro nome - comunque si possa pronunciare -, mentre chi s'è appellato alla "tradizione" non ha saputo attribuire a questo "alibi" un significato linguistico concreto né è riuscito a pensare al latino, che pure insegna o studia. Ben diversamente da come ha saputo fare lei in modo estremamente chiaro. La ringrazio davvero molto per il suo illuminante intervento, che restituisce alla consapevolezza di tutti aspetti della tradizione degli studi classici in Italia che sembrano ormai rimossi dalla coscienza esplicita di molti che pure operano nell'ambito dell'insegnamento.

P.S.: nessuno degl'interpellati - forse "condizionati" dall'effetto psicologico della mia domanda "chiusa", che "dava per scontata" una "compitazione" in greco? - ha mai preso in considerazione la "possibilità" che la "compitazione" avvenisse in lingua italiana ... :roll:

Quindi, la risposta all'osservazione di Ferdinand è che - ovviamente - i "classicisti" pronunciano "mi" (e "ni") non perché non s'avvalgano - in questi casi - della pronuncia erasmiana adottando quella roicliniana, ma - molto semplicemente - in quanto esistono i nomi italiani delle lettere dell'alfabeto greco. Non può esserci nessun'altra ragione (del tutto indipendendentemente dal fatto che i singoli "classicisti" se ne dimostrino - oppure no - consapevoli).

Questo sarebbe il primo livello di competenza. Il secondo sarebbe rendersi conto che la pronuncia è tale perché, evidentemente, deriva da quella della lingua latina ...
mentre, per altro, in generale manca l'interesse linguistico effettivo e la competenza per poter istituire anche solo un confronto colla pronuncia del greco moderno e l'evoluzione storica cui sono andati soggetti i fonemi - vocalici e consonantici - della lingua greca.
Ultima modifica di Ligure in data mar, 21 set 2021 11:52, modificato 1 volta in totale.
domna charola
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Re: «Mu»

Intervento di domna charola »

D'altra parte, si tenga conto che ormai in cattedra sono arrivate le generazioni che il latino hanno iniziato a farlo al liceo, quindi hanno perso almeno due anni di maturazione delle basi linguistiche, che una volta si facevano a un'età in cui "imparare a memoria" le strutture era ancora tollerabile. Alle superiori, lo studio delle coniugazioni e delle declinazioni risulta sicuramente poco critico e quindi più indigesto. Il tutto si riflette, a cascata, sull'approfondimento dei temi più prettamente linguistici e sull'acquisizione della sensibilità linguistica, che finiscono per essere ampiamente compresse.
Personalmente, mi vanto di essere uno degli ultimi dinosauri che ha dato l'esame di latino di terza media. Mi sono accorta della sua utilità quando, dopo trent'anni che non aprivo più un testo di latino, ho affrontato all'università l'esame di lingua latina, nel giro di quindici giorni è riaffiorato tutto...
Ad un colloquio pre-esame - obbligatorio come non frequentante - la prof. ha ammesso sconsolata che la prova scritta l'aveva abolita l'anno prima perché ormai non la superava più nessuno...

Se questo è lo stato dell'istruzione, non mi meraviglio dei prodotti che a loro volta salgono in cattedra.

Fine del fuori-tema.
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