Aldo Gabrielli sui forestierismi

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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Bue ha scritto:
Teo ha scritto:Mi ha anche "pronosticato" il possibile, futuro accoglimento di "piuttosto che" come congiunzione disgiuntiva…
AAAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaaargh!!!!!

(scusate)
Urlo tardivo. :)
La locuzione è già presente, senz'alcuna nota di biasimo, sul Garzanti in linea (2003).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Intervento di Incarcato »

Sí, però il Garzanti in linea non è il Devoto-Oli...
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Bue
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Intervento di Bue »

bubu7 ha scritto: La locuzione è già presente, senz'alcuna nota di biasimo, sul Garzanti in linea (2003).
Io qui non la vedo.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Incarcato ha scritto:Sí, però il Garzanti in linea non è il Devoto-Oli...
E il Devoto-Oli non è più né il Devoto e né l'Oli e neanche mi sembra che sia diventato il Serianni; forse il Trifone...
Il Garzanti invece, a proposito di curatela, dovrebbe essere il Patota, il quale non è l'ultimo arrivato...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Teo
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Intervento di Teo »

Incarcato ha scritto:Se sarà vero quello che dice, caro Teo, dovrò aggiornare la mia opinione — ahimè — anche sul Devoto-Oli. :cry:
Un attimo: non vendiamo la pelle dell'orso prima che sia catturato. La Gismondi non ha detto che la locuzione "piuttosto che" con il significato abusivo di congiunzione disgiuntiva verrà registrata sic et simpliciter nelle prossime edizioni del Devoto-Oli: anzi, ha in qualche modo osservato che, se si tornerà a una moderata prescrittività, saranno proprio locuzioni come quella a venir incluse con suggerimenti volti a evitarne l'uso. Penso che a questo punto la sua opinione sul Devoto-Oli migliorerà ulteriormente, almeno spero.
Ultima modifica di Teo in data mer, 29 ago 2007 11:53, modificato 1 volta in totale.
Teo Orlando
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Intervento di bubu7 »

Bue ha scritto:
bubu7 ha scritto: La locuzione è già presente, senz'alcuna nota di biasimo, sul Garzanti in linea (2003).
Io qui non la vedo.
Io sì. :)
Il Garzanti in linea alla voce [i]piuttosto[/i] ha scritto:Nelle loc. cong. piuttosto che, di, anziché, pur di non: dovresti restare piuttosto che partire; piuttosto di (che) cedere, morirebbero.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Intervento di Bue »

Le vacanze ti fanno male, bubuccio :wink: ... dove vedi l'uso disgiuntivo?
Teo
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Re: Aldo Gabrielli sui forestierismi

Intervento di Teo »

bubu7 ha scritto:
Teo ha scritto: È vero, l'ho un po' strapazzato: va comunque detto che Gabrielli avrà anche avuto alcuni meriti, soprattutto a livello di compilazione lessicografica e di divulgazione linguistica, ma non era un linguista professionista...

Lo so, caro Teo, come non lo era il Palazzi, anche se ha sfornato un vocabolario che non temeva confronti con lo scialbo Zingarelli (almeno fino alla seconda edizione del primo datata fine anni cinquanta).
Sono molto affezionato al Palazzi, perché è stato il primo vocabolario che abbia usato fin dall'infanzia (ricordo che mi venne regalato da mio zio quando ero alle elementari), nell'edizione del 1957 edita da Ceschina. Qualche anno dopo, non ricordo se alle medie o al ginnasio, mi capitò di confrontarlo con lo Zingarelli del 1970, quello dovuto a Miro Dogliotti, Luigi Rosiello e Paolo Valesio, e forse, dopo il DEI della Treccani, la più importante pietra miliare della lessicografia italiana del dopoguerra (il Battaglia-Barberi Squarotti è un’altra cosa). Rimasi stupefatto: sembrava che tra i due dizionari intercorresse non un decennio, ma un secolo! Infatti, nonostante il Palazzi avesse alcuni pregi (soprattutto le tavole di nomenclatura e l’indicazione dei sinonimi), in confronto allo Zingarelli si trattava di un’opera irrimediabilmente invecchiata (se si pensa poi al fatto che lo Zingarelli 1970 conteneva la trascrizione dei lemmi in alfabetico fonetico internazionale, oggi assente in tutti i dizionari monolingui d'italiano, sarà ancora più evidente la sua innovatività). Né sono d’accordo con il definire scialbo lo Zingarelli degli anni ’50: anzi, come ricchezza del lemmario, anche riferito all’italiano letterario dei primi secoli, era ben superiore al Palazzi (non dimentichiamo che Nicola Zingarelli era un raffinato dantista); per non parlare della terminologia tecnico-scientifica. Certo, nello Zingarelli erano assenti indicazioni puristiche (che nel Palazzi erano portate all’estremo, fino a censurare “intervista”, da sostituire con “abboccamento”, o fino a ritenere “indubbio” un inutile latinismo [!], da sostituire con “indubitabile” – chissà perché), ma non mancavano comunque prescrizioni normative di carattere grammaticale. Inoltre, le definizioni del Palazzi spesso erano approssimative e poco precise. Senza contare l’incalcolabile numero di neologismi non ospitati o altre omissioni dovute a distrazioni (come nel caso del lemma “comportamento”) o a singolari scelte “politiche” (ad es. manca “fascismo”, presente invece nell’edizione del 1939, ovviamente con toni apologetici).
Riprendendo in mano il Novissimo dizionario della lingua italiana di Fernando Palazzi (la mia copia è la ristampa datata 1961 dell’edizione del 1957), ho pure trovato un foglietto, che scrissi ai tempi del liceo, contenente una lista di vocaboli che cercai invano in quel dizionario. Mi piace riprodurla qui di seguito. Aggiungerò che quasi tutti (tranne quelli sottolineati) sono presenti nello Zingarelli del 1970. Le parolacce sono probabilmente omesse per motivi "moralistici". Di alcuni vocaboli si può dire che probabilmente nel 1957 non circolavano ancora nell’italiano corrente o forse non erano neppure stati coniati; sta di fatto che omettere lemmi come aporia, comportamento, frustrazione o insicuro non denota una particolare cura nella revisione finale dell’opera.

____

Vocaboli non compresi nel Novissimo dizionario della lingua italiana di Fernando Palazzi, Milano, Ceschina, 1957.

acritico
allegorizzamento
allonimo
aporia
apotropaico
autopragia
banausico
bellettrismo
biosfera
bovarismo
bustrofedico
calligrafismo
catalizzazione
cazzata
cazzo
celerizzare
cenobitismo
cesaropapismo
citofonare
comportamentismo
comportamento (??)
contestatario
contestatore
culo
disinibire
donatismo
ecumenismo
efficientismo
eidetico
elitario
empiriocriticismo
epistolografia
esaustivo
espansionistico
esplicitare
eterodirezione
fallocrazia
fascismo
fascistizzare
fenomenologia (nel senso filosofico)
frustrazione
giustapporre
giustapposizione
ilozoismo
informatica
insicurezza
insicuro
interazione
interdisciplinare, interdisciplinarità
iperuranio
ipotizzare
irreggimentazione
lesbica
lolitistico
masochismo
masturbarsi
masturbazione
mazdakismo
mediare
meiosi
menefreghismo
menimpipismo
meritocrazia
modellizzazione
montanismo
nazionalsocialismo
nazismo
oblomovismo
omosessuale, omosessualità
omoteleuto
onanismo
onomaturgo
orfismo
organuli
parametro
particolarismo (nel senso più corrente)
pene
perbenismo
pigmalione
problematizzare
psicotecnica
puntualizzare, puntualizzazione
razionalizzare
relativizzare
riduzionismo
saffismo
sessuologia
sociologismo
somatizzazione
soteriologia
stagflazione
statuquoista
stilema
strutturalismo
timocrazia
unidimensionalità
universalismo
universalizzabilità
visionare

(sottolineati: non compresi neppure nel Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, a cura di Miro Dogliotti, Luigi Rosiello e Paolo Valesio, X edizione, Bologna, Zanichelli, 1970).
Ultima modifica di Teo in data mer, 29 ago 2007 12:18, modificato 4 volte in totale.
Teo Orlando
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Intervento di bubu7 »

Tu, piuttosto, come fai a non vederlo? :wink:
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Bue
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Intervento di Bue »

L'uso disgiuntivo del "piuttosto che" è quando la locuzione è usata al posto di "oppure", a separare due (o più) alternative equivalenti senza preferenza per alcuna ("In quel ristorante puoi trovare carne, piuttosto che pesce, piuttosto che verdure") . Nel caso esemplificato dal Garzanti ("dovresti restare piuttosto che partire") la preferenza è chiaramente data all'alternativa "restare".
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bubu7
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Re: Aldo Gabrielli sui forestierismi

Intervento di bubu7 »

Teo ha scritto:
bubu7 ha scritto:
Teo ha scritto: È vero, l'ho un po' strapazzato: va comunque detto che Gabrielli avrà anche avuto alcuni meriti, soprattutto a livello di compilazione lessicografica e di divulgazione linguistica, ma non era un linguista professionista...

Lo so, caro Teo, come non lo era il Palazzi, anche se ha sfornato un vocabolario che non temeva confronti con lo scialbo Zingarelli (almeno fino alla seconda edizione del primo datata fine anni cinquanta).
Sono molto affezionato al Palazzi, perché è stato il primo vocabolario che abbia usato fin dall'infanzia (ricordo che mi venne regalato da mio zio quando ero alle elementari), nell'edizione del 1957 edita da Ceschina. Qualche anno dopo, non ricordo se alle medie o al ginnasio, mi capitò di confrontarlo con lo Zingarelli del 1970, quello dovuto a Miro Dogliotti, Luigi Rosiello e Paolo Valesio, e forse, dopo il DEI della Treccani, la più importante pietra miliare della lessicografia italiana del dopoguerra…
Non facciamo scherzi, Teo. :)
Conosco bene la rivoluzionaria edizione dello Zingarelli 1970 ma, fino a quella precedente, lo Zingarelli vivacchiava.
Quando uscì nel '39 il Palazzi fu una rivoluzione come vocabolario scolastico, appunto per i paradigmi di nomenclatura.
Se lo paragoniamo al coevo Zingarelli (con bellissime incisioni, d'accordo) al di là della diversa statura degli autori, il Palazzi non temeva il confronto.
Ricordo anche che lo Zingarelli morì nel 1935 e quindi il suo vocabolario (dal 1941 edito da Zanichelli) passò in altre mani.
Solo dall'ottava edizione dello Zingarelli (datata 1959) si ha una significativa iniezione di vocaboli tecnici (quanto sono significativi in un vocabolario scolastico in confronto, ad esempio, ai paradigmi di nomenclatura?).
La seconda edizione del Palazzi, sempre ad opera dell'autore, si mantiene sulla falsariga della prima ma con un decisivo incremento nel lessico (e una bellissima grafica barocca oltre alla carta di migliore qualità).
A mio parere, come vocabolario scolastico, per i discorsi che facevamo in precedenza a proposito dei pregi del Gabrielli, era preferibile il Palazzi.
Nel 1965 uscì la nona edizione dello Zingarelli (con la sua appendice verde) che preannunciava la rivoluzione della decima; ma questa è un'altra storia (anche perché lo Zingarelli, pur mantenendo il nome del primo autore, non ha più niente a che vedere con esso)... :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Bue ha scritto:L'uso disgiuntivo del "piuttosto che" è quando la locuzione è usata al posto di "oppure", a separare due (o più) alternative equivalenti senza preferenza per alcuna ("In quel ristorante puoi trovare carne, piuttosto che pesce, piuttosto che verdure") . Nel caso esemplificato dal Garzanti ("dovresti restare piuttosto che partire") la preferenza è chiaramente data all'alternativa "restare".
Il fatto che una locuzione disgiuntiva separi necessariamente due possibilità equivalenti è una tua arbitraria interpretazione.
Non mi sembra che Teo avesse specificato questo particolare tipo di disgiunzione.
Sono d'accordo che piuttosto che non vada usato al posto della congiunzione disgiuntiva o ma si può usare benissimo al posto della congiunzione disgiuntiva anziché. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

bubu7 ha scritto:Sono d'accordo che piuttosto che non vada usato al posto della congiunzione disgiuntiva o ma si può usare benissimo al posto della congiunzione disgiuntiva anziché. :)
Veramente, anziché è una congiunzione avversativa;) In ogni caso, terminologia a parte, quando si parla di «piuttosto che con valore disgiuntivo», s’intende proprio quello che intende Bue, e che credo intendesse anche Teo…
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Caro Teo, non dimentichi, la prego, di segnalare alla redazione del Devoto-Oli la mancanza di rimandi dai forestierismi agli equivalenti italiani presenti nel dizionario stesso (per esempio, da giallino si rimanda a post-it, ma non viceversa, sicché nessuno può trovare giallino se non per caso...). Grazie. (Mi riferisco all’edizione 2004-2005, non so se si sia rimediato nell’ultima.)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Teo
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Intervento di Teo »

Marco1971 ha scritto:Caro Teo, non dimentichi, la prego, di segnalare alla redazione del Devoto-Oli la mancanza di rimandi dai forestierismi agli equivalenti italiani presenti nel dizionario stesso (per esempio, da giallino si rimanda a post-it, ma non viceversa, sicché nessuno può trovare giallino se non per caso...). Grazie. (Mi riferisco all’edizione 2004-2005, non so se si sia rimediato nell’ultima.)
No, non si è rimediato: la mia segnalazione in proposito era stata solo verbale; dovrò farla scritta quando mi sarà arrivato il Devoto-Oli 2008 (che non ho ancora ricevuto: l'ultima edizione che ho è quella 2004-2005, anche se ho fatto comprare al liceo, all'università e alle biblioteche comunali varie copie dell'edizione 2007).
Teo Orlando
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