L' "omicidio di"...
Moderatore: Cruscanti
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L' "omicidio di"...
Sento nei radiotelegiornali e leggo sui giornali l'espressione "L'omicidio di...". Secondo me è un uso improprio della locuzione: l'ucciso non ha commesso l'omicidio (come ci farebbe pensare la preposizione di), lo ha subíto. A mio avviso la preposizione di va omessa: l'omicidio Moro.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Quest’uso della preposizione di risale ai tempi della formazione dell’italiano. Basti un esempio del Boccaccio:
Lei direbbe anche l’uccisione Moro?Tocca [le menti] ancora co’ suoi messaggeri, sí come fece David, il quale per l’omicidio d’Uria e per l’adulterio commesso in Bersabé, essendosi dal suo piacer partito, mandatogli Nathan profeta, il fece riconoscere.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Assolutamente no. Ho scritto, infatti, che l'omicidio di... mi sembra improprio, non ERRATO.Marco1971 ha scritto:Lei direbbe anche l’uccisione Moro?

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Improprio secondo quale principio grammaticale? La preposizione di può introdurre sia una specificazione soggettiva (l’arrivo degli ospiti = gli ospiti arrivano) sia una specificazione oggettiva (la progettazione del ponte = qualcuno progetta il ponte). Si veda, a tal proposito, la grammatica di Luca Serianni (VIII, § 10) e qualsiasi dizionario.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Forse mi sono espresso MALE: improprio secondo la logica (la mia, ovviamente) non secondo la grammatica.Marco1971 ha scritto:Improprio secondo quale principio grammaticale? La preposizione di può introdurre sia una specificazione soggettiva (l’arrivo degli ospiti = gli ospiti arrivano) sia una specificazione oggettiva (la progettazione del ponte = qualcuno progetta il ponte). Si veda, a tal proposito, la grammatica di Luca Serianni (VIII, § 10) e qualsiasi dizionario.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Mi scusi, gentile Fausto, ma quando si parla di lingua, improprio significa:
Ora, come può essere improprio un impiego di di sempre esistito in italiano? E abbiamo anche a disposizione, per disambiguare, le locuzioni da parte di e a/per opera di.Che non è usato in modo proprio o corretto; che non corrisponde o non è appropriato al concetto che si vuole esprimere (una parola, una locuzione, ecc.). (Battaglia)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Proprio per disambiguare, cortese Marco (e per non fare ragionamenti "cervellotici" come il mio!) non è meglio adoperare uccisione in luogo di omicidio quando si specifica il nome dell'ucciso? In questo caso la preposizione di è insopprimibile: l'uccisione di Moro.Marco1971 ha scritto: Ora, come può essere improprio un impiego di di sempre esistito in italiano? E abbiamo anche a disposizione, per disambiguare, le locuzioni da parte di e a/per opera di.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ma perché con uccisione e non con omicidio? Quale differenza strutturale o semantica ravvisa lei tra l’uno e l’altro? E l’esempio boccacciano non le sembra probante?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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A prescindere da ogni altra considerazione "strutturalgrammaticosintattica", gentile Marco, l'espressione "l'omicidio di..." seguita dal nome dell'ucciso non mi piace.
. Preferisco (forse sarò in errore) "l'uccisione di..."

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Come s’è scritto ripetutamente, ognuno fa le proprie scelte entro il ventaglio delle possibilità ammesse, secondo il proprio gusto e la propria sensibilità, formati dal retroterra personale. Non appare, invece, granché proficuo tacciare d’improprietà quegli usi che, pur non piacendoci, hanno avuto corso indisturbato per oltre otto secoli. Detto con la massima cordialità. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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A me invece sembra illogica questa distinzione da lei introdotta secondo cui il complemento di specificazione dopo omicidio dovrebbe essere sempre soggettivo e dopo uccisione sempre oggettivo. Perché mai?
(Poi è ovvio che ciascuno parla e scrive come preferisce, ma allora non vedo perché chiamare in causa motivazioni diverse dal gusto personale.)
(Poi è ovvio che ciascuno parla e scrive come preferisce, ma allora non vedo perché chiamare in causa motivazioni diverse dal gusto personale.)
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