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Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
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Intervento di Freelancer »

methao_donor ha scritto:Quanto alle terminazioni in -ing, è vero che la maggior parte degli italiani le pronuncia senza sforzo. Consideri però che la pronuncia inglese smorza quella "g" finale, mentre l'italiano tende a pronuziarla con piena forza. (Io stesso, stando in Inghilterra, sovente mi rendo conto di questo mio difetto di pronunzia).
È normalissimo. Si sa che gli italiani pronunciano gli anglicismi all'italiana e chi li pronuncia correttamente viene guardato come persona affetta da snobismo (a meno che non sia ben noto che trattasi di persona bilingue).

Consideri: prima, quando il grado di alfabetizzazione era quasi nullo, le parole si trasmettevano per via orale e quindi subivano trasformazioni e adattamenti che oggi stupirebbero, come bistecca o lanzichenecco. Oggi se ne vede la forma scritta, quindi l'italiano medio continua a pronunziarle all'italiana perché non ne conosce la pronunzia originale (e certi suoni inglesi gli sono comunque ostici), ma le vuole scrivere e leggere nella forma che riconosce. I denominali dai nomi stranieri, comuni in italiano, subiscono sorte analoga: confronti in rete downloadare con daunloadare o daunlodare.
Il concetto è abbastanza intuitivo, direi.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E noi siamo un popol di lettori assiduissimi... Sicché la grafia ha un peso davvero senza nome e senza lettera...

Mi scriveva una persona come Luca Serianni che chi legge fa parte di una fascia socioculturalmente alta o è anagraficamente attempato.

Ma ho già potuto costatare che le riflessioni degli addetti ai lavori hanno scarsa considerazione in questo foro, soprattutto nel filone sull’accettabilità sociolinguistica.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:E noi siamo un popol di lettori assiduissimi... Sicché la grafia ha un peso davvero senza nome e senza lettera...

Mi scriveva una persona come Luca Serianni che chi legge fa parte di una fascia socioculturalmente alta o è anagraficamente attempato.
Lei dovrebbe farci partecipi più spesso di eventuali comunicazioni non riservate di Luca Serianni. :wink:

Non lo sappiamo forse già che in Italia si legge poco rispetto ad altri paesi? Ma qui stiamo facendo un'analisi diacronica. Lei non vorrà negare che oggi molte più persone leggono, altrimenti perché mai manterrebbe la lista di traducenti e adattamenti? Vuole essere letto, giusto?

Rifletta: un prestito, anche abbastanza recente, può entrare per vie e circostanze diverse. Tunnel è entrato con la lingua scritta, infatti si pronuncia all'italiana, ossia com'è scritto, altrimenti si pronuncerebbe [tan(n)el], approssimando la pronuncia inglese; invece budget si pronuncia "all'inglese", è entrato con la lingua parlata.
(Mi urge precisare che questo esempio è da (S)parliamo italiano? di Maurizio Dardano.)

Osservazioni di questo tipo Bruno Migliorini le faceva già nel 1938:
In Purismo e neopurismo, Bruno Migliorini ha scritto:La trasmissione orale, quella che per secoli è stata unica o almeno predominante, ha trovato e trova un notevole concorrente nella trasmissione oculare: e i due diversi modi hanno esigenze diverse e incamminano per due vie diverse. La trasmissione orale tende ad assimilare per quanto è possibile i vocaboli forestieri al sistema fonologico nazionale. La trasmissione oculare invece può attenersi all'orotgrafia originaria;
Marco1971 ha scritto:Ma ho già potuto costatare che le riflessioni degli addetti ai lavori hanno scarsa considerazione in questo foro, soprattutto nel filone sull’accettabilità sociolinguistica.
E chi sono gli addetti ai lavori ai quali in quel filone è stata prestata scarsa considerazione?
Ultima modifica di Freelancer in data gio, 15 mar 2007 21:43, modificato 1 volta in totale.
fabbe
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Intervento di fabbe »

Lasciando le idee scorrere liberamente, direi:

* Spalla
* Ricevitore
* Compagno d'esercitazione
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:E noi siamo un popol di lettori assiduissimi... Sicché la grafia ha un peso davvero senza nome e senza lettera...

Mi scriveva una persona come Luca Serianni che chi legge fa parte di una fascia socioculturalmente alta o è anagraficamente attempato.

Ma ho già potuto costatare che le riflessioni degli addetti ai lavori hanno scarsa considerazione in questo foro, soprattutto nel filone sull’accettabilità sociolinguistica.
Secondo me stiamo confondendo due significati di leggere.
Quando diciamo che in Italia si legge poco (è a quest'accezione che penso si riferisca Serianni) vogliamo dire che si leggono pochi libri, ecc.
Quando Roberto dice che l'adattamento dei termini stranieri è condizionato dal fatto che oggi si leggono le parole, vuole dire che oggi si sa leggere molto più che nel passato, si riferisce al crollo dell'analfabetismo.
Quindi l'osservazione di Marco1971 e la citazione del Serianni non mi sembrano pertinenti.
Oggi tutti leggono riviste di vario genere, insegne pubblicitarie, istruzioni per l'uso del telefonino, ecc. e questo produce il condizionamento dello scritto sulla pronuncia a cui accennava Roberto.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
fabbe
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Intervento di fabbe »

Freelancer ha scritto:Oggi se ne vede la forma scritta, quindi l'italiano medio continua a pronunziarle all'italiana perché non ne conosce la pronunzia originale (e certi suoni inglesi gli sono comunque ostici), ma le vuole scrivere e leggere nella forma che riconosce. I denominali dai nomi stranieri, comuni in italiano, subiscono sorte analoga: confronti in rete downloadare con daunloadare o daunlodare.
Il concetto è abbastanza intuitivo, direi.
Forse semplifico troppo ma a mio modestissimo parere alla base c'è la stessa motivazione che porta a scegliere news, cash e refrain su notizie, contante e ritornello: a buona parte degli italiani le parole inglesi piacciono di più.

Negli altri paesi europei (anche i più piccoli) i prestiti sono l'eccezione non la normalità e le lingue continuano a creare parole nuove adattando, risemantizzando e via dicendo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:E chi sono gli addetti ai lavori ai quali in quel filone è stata prestata scarsa considerazione?
È scritto a chiare lettere, senza bisogno d’interpretazioni, in quel filone.

Serianni si riferiva a chi legge i quotidiani. Ma naturalmente la sua opinione non conta.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:Serianni si riferiva a chi legge i quotidiani. Ma naturalmente la sua opinione non conta.
Anche se riferita ai quotidiani, secondo me, questa opinione di Serianni continua a non essere pertinente in questa caso.

Oggi, a differenza del passato, quasi tutti sanno leggere e leggono, ad esempio, le insegne pubblicitarie, i manuali d'istruzione dei telefonini, ecc.
Un tempo invece la maggior parte leggeva le immagini. La Bibbia dei poveri erano le vetrate delle cattedrali.
La quasi completa scomparsa dell'analfabetismo, anche se permane l'incultura, ha avuto come effetto un maggiore condizionamento dello scritto sulla pronuncia (e la grafia) delle parole.
Non credo che ci possano essere linguisti disposti ad affermare il contrario, figuriamoci il Serianni.
Rimangono quindi valide in toto le seguenti osservazioni di Roberto:
Freelancer ha scritto: [P]rima, quando il grado di alfabetizzazione era quasi nullo, le parole si trasmettevano per via orale e quindi subivano trasformazioni e adattamenti che oggi stupirebbero, come bistecca o lanzichenecco. Oggi se ne vede la forma scritta, quindi l'italiano medio continua a pronunziarle all'italiana perché non ne conosce la pronunzia originale (e certi suoni inglesi gli sono comunque ostici), ma le vuole scrivere e leggere nella forma che riconosce. I denominali dai nomi stranieri, comuni in italiano, subiscono sorte analoga: confronti in rete downloadare con daunloadare o daunlodare.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Le annunzio che rinuncio a qualsiasi discussione con lei – qui e ovunque in questa piazza –, non perché non ci sia nulla da dire, né perché io rifiuti il confronto argomentativo, ma perché non mi garbano i suoi modi. Non se ne abbia a male. Vale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di bubu7 »

Stia tranquillo, non me ne avrò a male. Ognuno è libero di accettare o meno il confronto come anche di giudicare i modi dell'interlocutore.

Ricambio il suo saluto e spero che comunque ci ripensi. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Federico
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Intervento di Federico »

Tornando all'esempio concreto.
fabbe ha scritto:* Spalla
* Ricevitore
* Compagno d'esercitazione
Ricevitore non mi pare adeguato, perché a quanto ho capito lo sparring partner non è affatto passivo; spalla può andare bene usato genericamente, ma forse fa pensare piú a qualcuno che sta dalla stessa parte che a un avversario, seppur solo per esercizio; compagno d'esercitazione può forse risolvere il problema citato prima da methao_donor, richiamando meno il singolo esercizio predeterminato.
Che ne dice, methao_donor?
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Federico ha scritto:Tornando all'esempio concreto.
fabbe ha scritto:* Spalla
* Ricevitore
* Compagno d'esercitazione
Ricevitore non mi pare adeguato, perché a quanto ho capito lo sparring partner non è affatto passivo; spalla può andare bene usato genericamente, ma forse fa pensare piú a qualcuno che sta dalla stessa parte che a un avversario, seppur solo per esercizio; compagno d'esercitazione può forse risolvere il problema citato prima da methao_donor, richiamando meno il singolo esercizio predeterminato.
Che ne dice, methao_donor?
Concordo con questa sua analisi. Compagno d'esercitazione potrebbe sostituire egregiamente sparring partner.
La questione da me sollevata, tuttavia, riguardavano non tanto lo sparring partner, quanto lo sparring in sé.

Per cui, al momento, si è risolto solo col contestato *sparro.
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Contestato, ma valido e attestato in rete se troppo capnogena non è tornata la mia memoria. :mrgreen:

Ho controllato, e ci sono tre (pochinine, ben sòllo ;)) occorrenze di compagno di sparro. Ma se ci sono arrivato prima di controllare, deve trattarsi d’un facile e spontaneo adattamento.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

methao_donor ha scritto:Concordo con questa sua analisi. Compagno d'esercitazione potrebbe sostituire egregiamente sparring partner.
La questione da me sollevata, tuttavia, riguardavano non tanto lo sparring partner, quanto lo sparring in sé.
Be', ma se va bene compagno d'esercitazione non si può dire semplicemente esercitazione?
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Il problema è che, mentre compagno di esercitazione può andar bene, esercitazione non è sufficiente. Mi spiego.
Se in palestra stiamo facendo sparring, può benissimo andare compagno d'esercitazione. Nel senso che, sapendo io l'attività che sta svolgendosi, non ho problemi a comprendere quel che s'intende.
Immagini però un eventuale istruttore che, volendo italianizzare, se ne venga fuori con un "adesso fate un po' di esercitazione" volendo intendere "fate un po' di sparring".
Naturalmente tutti si guarderebbero l'un l'altro inebetiti, non capendo s'egli intenda sparro o qualsivoglia altro tipo di esercitazione.
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